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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Enipower: "Collega licenziato per colpa mia, l'azienda lo riassuma"

Lettera di un ex dipendente di Enipower stato licenziato (illegittimamente) per essere entrato nello stabilimento fuori dall’orario di lavoro, con il badge e l’auto di un altro collega, anch’egli licenziato

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del signor Domenico Conte, ex dipendente di Enipower che nell’aprile 2017 è stato licenziato per essere entrato nello stabilimento fuori dall’orario di lavoro, con il badge e l’auto di un altro collega, anch’egli licenziato. Conte chiede all’azienda un atto di clemenza nei confronti dell’operaio che aveva soddisfatto la sua richiesta di farlo entrare nella centrale. Va ricordato che il tribunale di Brindisi, con sentenza emessa lo scorso 22 febbraio, ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento, ma in virtù delle legge Fornero e del contratto collettivo nazionale del lavoro, il giudice non ha potuto disporre la reintegra. 

 Nei giorni scorsi su varie testate giornalistiche on line e sulla carta stampata è stata resa nota la sentenza del Tribunale di Brindisi Sezione del Lavoro, relativa alla illegittimità del mio licenziamento e del mio sfortunato collega. Sono con la presente per informarvi che il sottoscritto   in questi giorni vive l’evento in una maniera ancor più agitata e confusa, in quanto mi sento responsabile in prima persona per quanto accaduto al mio collega, in più occasioni ho avuto modo di informare l’azienda che costui ha pagato colpe non certo a lui riconducibili.

Egli infatti ha pagato con un licenziamento (illegittimo) il suo “senso di umanità” che ha mostrato nei miei confronti, consentendomi di entrare in stabilimento nonostante io non fossi in servizio nei giorni di Pasqua e Pasquetta utilizzando l’auto aziendale per essere accompagnato negli spogliatoi aziendali. Ricordo a tutti ove c’è ne fosse bisogno che ho attraversato e sto attraversando una serie di situazioni molto critiche, dovute alla mia situazione familiare ed in particolare ad una situazione personale certificata e riconosciuta anche da strutture mediche competenti.  

Questa mia lettera aperta, la ritengo doverosa per chiedervi alla luce di questa sentenza, di intervenire come colleghi e componenti R.S.U./R.L.S. di Enipower in uno con i vostri autorevoli rappresentanti sindacali delle segreterie provinciali, nei confronti della società Enipower, invitandola ad avere un atto di clemenza, non nei miei confronti, in quanto io non chiedo il mio reintegro al lavoro, ma nei confronti del mio e vostro collega. 

Egli di fatto è reo solo di aver agito nell’interesse del mio stato emotivo e di salute, in quelle particolari giornate, mi avevano portato ad una sensazione di totale solitudine in quanto abbondonato da tutti.  Credo che tutti voi uniti possiate sensibilizzare un colosso mondiale come Enipower sempre vicino al sociale, a rivedere la sua posizione, consentendo al mio collega una soluzione che lo veda ancora nel mondo del lavoro, che gli consenta di vivere con la sua famiglia un futuro migliore, rispetto a quanto ha vissuto in questi ultimi mesi. Colgo l’occasione per ricordare che grazie alla sciagurata Legge Fornero anche altri in futuro rischieranno di pagare un prezzo così alto.  Certo di un vostro riscontro colgo l’occasione per salutare tutti voi.

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