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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Eolico, estorsioni e droga: intercettazioni contestate

BRINDISI - Vincenzo Bruno, figlio di Andrea e nipote dell'ergastolano Ciro, boss della Sacra corona unita, oggi ha voluto rompere il silenzio, affidandosi a dichiarazioni spontanee e dando così una piccola scossa al processo che lo vede imputato assieme al padre, ad Amerigo D'Abramo, Giuseppe Fai, Piero Fai, Vito Fai ed Emanuele Melechì, tutti detenuti nelle patrie galere, Daniele Melechì, agli arresti domiciliari, e Antonio Carluccio, Graziano Fai, Cosimo Melechì e Damiano Torsello, liberi, tutti di Torre Santa Susanna.

BRINDISI -  Vincenzo Bruno, figlio di Andrea e nipote dell'ergastolano Ciro, boss della Sacra corona unita, oggi ha voluto rompere il silenzio, affidandosi a dichiarazioni spontanee e dando così una piccola scossa al processo che lo vede imputato assieme al padre, ad Amerigo D'Abramo, Giuseppe Fai, Piero Fai, Vito Fai ed Emanuele Melechì, tutti detenuti nelle patrie galere, Daniele Melechì, agli arresti domiciliari, e Antonio Carluccio, Graziano Fai, Cosimo Melechì e Damiano Torsello, liberi, tutti di Torre Santa Susanna.

Sono accusati alcuni di avere costituto, altri di avere partecipato ad un'associazione mafiosa finalizzata a compiere estorsioni, e ad infiltrarsi nella pubblica amministrazione per ottenere concessioni per gli impianti eolici.  Ieri si parlava delle intercettazioni ambientali fatte sulla Fiat Tipo di Vito Fai  tra 14 febbraio 2005 e il 14 ottobre dello stesso anno. Intercettazioni depositate nell'udienza del 14 giugno e secondo i difensori contenenti alterazioni e omissioni.

Sulla questione l'avvocato Raffaele Missere ha avanzato una richiesta sulla quale il tribunale (presidente Aliffi) si è riservato di decidere a conclusione della escussione delle parti. Vincenzo Bruno ha, dunque, chiesto di rendere spontanee dichiarazioni. Ed ha parlato delle intercettazioni. "Il perito - ha detto l'imputato - ha travisato il contenuto delle intercettazioni. Termini dialettali sono stati interpretati in modo totalmente differente da come l'intendiamo noi".

Missere ha quindi chiesto che vengano sentiti in aula i verbalizzanti per capire come è possibile che frasi come "a purtatu lu latte" si sia trasformata in  "hai portato la droga". L'udienza è stata aggiornata al 16 settembre.

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