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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Esame di maturità, presidi concordi: "Da riformare, non da eliminare"

Il dibattito sulla validità dell'esame di maturità, così com'è attualmente strutturato, è aperto. Il preside dell'Itis Majorana, Salvatore Giuliano, ha fornito un importante spunto di riflessione attraverso una recente intervista rilasciata a Skuola.net. Per il dirigente, questo esame di maturità è poco selettivo. BrindisiReport ha raccolto i pareri di tre presidi brindisini

BRINDISI – Il dibattito sulla validità dell’esame di maturità, così com’è attualmente strutturato, è aperto. Il preside dell’Itis Majorana, Salvatore Giuliano, ha fornito un importante spunto di riflessione attraverso una recente intervista rilasciata a Skuola.net. Per il dirigente, questo esame di maturità è poco selettivo e favorisce chi ci arriva con un’ammissione che rasenta il 6, a differenza di chi ha brillato durante il percorso di studi. “Meglio farlo come si deve – ha dichiarato il Giuliano - valutando seriamente le prove, o non farlo proprio".  BrindisiReport ha raccolto i pareri di tre presidi brindisini. 

La preside del liceo scientifico "Fermi", Anna Maria La dirigente scolastica del Fermi-Monticelli, Annamaria Quarta-2Quarta, condivide in pieno le dichiarazioni rilasciate dal collega del Majorana. “Per come sono strutturati adesso – dichiara la dirigente – sicuramente gli esami non danno conto della preparazione degli studenti, se non in taluni casi”. 

La Quarta invita a rivedere l’attuale composizione delle commissioni giudicatrici (tre commissari interni, tre esterni e un presidente esterno) e l’elefantiaca macchina burocratica che accompagna la maturità. “Tutto il dispendio di tempo dedicato all’organizzazione delle prove (già da ora cominciano i primi consigli per la composizione delle commissioni interne, ndr), oltre allo sforzo al quale vengono sottoposti i ragazzi – dichiara ancora la Quarta – in realtà non ha una ricaduta reale sulla spendibilità del voto a livello europeo e internazionale” (nella foto a destra, la preside Anna Maria Quarta). 

Per non trascurare le problematiche riguardanti i test d’accesso alle università. “Alcune università – dichiara la dirigente del Fermi – non tengono conto del voto, perché la selezione delle scuole non viene considerata attendibile. Tutto questo sforzo – insiste la Quarta – questa enorme macchina che viene messa in moto e toglie risorse ai dirigenti, ai professori e agli uffici scolastici della provincia, in realtà non riesce a formulare una valutazione che possa aiutare lo studente”. 

Servono dunque, a detta della Quarta, dei parametri di valutazione esterni e oggettivi. Magari prendendo come esempio la “Fondazione Agnelli”, che segue dei criteri scientifici (fra cui il numero di diplomati che frequentano l’università, quelli che non la frequentano e quelli che la frequentano con profitto) per valutare il lavoro svolto dalle scuole superiori. E nella classifica redatta dalla Fondazione,  il “Fermi”, con una valutazione pari al 71,5 per cento, risulta la prima scuola nel raggio di 30 chilometri per quanto riguarda il settore Scientifico. 

“Il ricorso alla commissione interna – afferma la Quarta – non migliorerebbe la situazione, poiché non si farebbe altro che duplicare la valutazione del consiglio di classe. Io sono per una valutazione esterna di un sistema che possa uniformare la valutazione in Italia. Il problema delle commissioni fatte da commissari presi da varie scuole, è che non c’è validità oggettiva nelle valutazioni. Se i compiti vengono valutati senza nessun vincolo di nessun tipo, è inevitabile che alcune valutazioni risultino schizzofreniche”. 

E a tal proposito, i famigerati test Invalsi, a detta della Quarta, possono essere presi come punto di partenza, proprio perché garantiscono una valutazione oggettiva e uniforme a livello nazionale. “Ci vogliono – conclude la dirigente dello Scientifico – parametri oggettivi. Altrimenti tanto vale eliminare gli esami”. 

Si tratta ovviamente di un’affermazione provocatoria. E’ difficile trovare un dirigente scolastico favorevole all’eliminazione della prova di maturità. La preside Maria Luisa Sardelli, dirigente dell’istituto tecnico industriale “Giorgi”, esclude categoricamente l’ipotesi di cancellare l’esame, anche se “probabilmente qualcosa deve essere rivista”. 

Maria Luisa Sardelli-001-2“La maturità non sarà al passo coi tempi – afferma la Sardelli – fino a quando non si troverà un modello più consono. Bisognerebbe sedersi intorno a un tavolo e ragionare. Perché l’esame lo si deve fare. Più pertinente, più adeguato, ma lo si deve fare”. La Sardelli suggerisce “un repulisti di alcuni fronzoli”, fra cui la composizione della commissione. “Spesso – spiega la Sardelli – ci troviamo di fronte a commissioni non adeguate rispetto alla preparazione. Nella selezione dei commissari si dovrebbero fare scelte più adeguate. Anche la seconda prova dovrebbe essere più aderente” (nella foto a sinistra, la preside Maria Luisa Sardelli). 

Per quanto riguarda i parametri di valutazione, la preside del Giorgi rimarca come spesso ci si trovi di fronte a degli studenti che durante il percorso scolastico hanno creato non pochi grattacapi ai professori, ma che in occasione degli esami, poi, tirano fuori il meglio. D’altro canto, invece, ci sono dei ragazzi brillanti, che condizionati dall’emozione non riescono a dare il meglio. 

A differenza di quanto affermato da Salvatore Giuliano, però, la Sardelli non concorda sul fatto che i ragazzi giunti alla maturità con valutazioni basse, paradossalmente, siano più agevolati rispetto a chi ci arriva con la media dell’8. “Un ragazzo che arriva a 100 – dichiara la Sardelli – di suo non ha bisogno del così detto aiutino. Anche perché il bonus viene dato a partire da una certa soglia. Chi vale, vale anche durante l’esame di stato. Certo, poi c’è la sorpresa di ragazzi che si presentano con un’ammissione bassa, ma che preparano l’esame come si deve e si rendono protagonisti di una brillante maturità. Anche per questo, l’esame è un momento istituzionale irrinunciabile”. 

La preside dell’istituto nautico “Carnaro”, Clara Bianco, pone l’accento sul disorientamento di professori e studenti legato all’incertezza sulla composizione della seconda prova, nel settore tecnico e tecnologico. La circolare ministeriale arrivata un paio di giorni fa nelle segreterie, infatti, non chiarisce affatto come sarà articolata tale prova e su quali argomenti dovranno prepararsi i maturandi. 

“Come al solito, purtroppo – dichiara Clara Bianco – il ministero si decide tardi. Sapevano da cinque anni che quest’anno avremmo avuto una nuova seconda prova, a conclusione della riforma che interessa gli istituti tecnici, professionali e licei. Ma a parte il fatto che la circolare è arrivata solo adesso, questa non offre tipologie di prove d’esame. I ragazzi sono disorientati. Altrettanto lo sono i docenti, che non sanno su cosa dovranno Clara Bianco, preside del nautico Carnaroallenare il ragazzo. Le indicazioni arrivate – prosegue la preside Bianco – sono generiche. Si sa solo che la prima parte della prova sarà obbligatoria, e che la seconda sarà costituita da una serie di quesiti. Ma nell’elenco delle competenze che il ragazzo deve dimostrare di avere alla fine del quinquennio, non si evince la tipologia di prova. Gli altri anni si faceva riferimento alle prove di quelli precedenti. Quest’anno, sarebbe stato accettabile che già a partire da settembre il ministero facesse chiarezza sulla questione”. 

La Bianco ha contattato nelle ultime ore vari colleghi degli istituti di trasporto e logistica e ha inviato una mail al ministero con richiesta di chiarimenti. “Spero che ci rispondano quanto prima per darci qualche elemento – dichiara la dirigente – perché non è corretto che queste inefficienze si scarichino sui ragazzi” (nella foto a destra, Clara Bianco)

Quanto alle riserve avanzate da Salvatore Giuliano sulla maturità, la Bianco concorda sul fatto che questa sia poco selettiva. “Ma l’esame va riformato – afferma la preside – non eliminato. Perché l’esame di maturità è una di quelle prove che si ricordano per tutta la vita. E’ un evento particolarmente significativo per la crescita umana. Certo, accade che i ragazzi con voti alti duranti i cinque anni, poi non ottengano i risultati sperabili, e viceversa che chi si era applicato poco durante il percorso scolastico, poi faccia una maturità brillante. Ma sta sempre al buon senso e alla ragionevolezza dei commissari, in particolare di quelli interni, tenere conto che al di là del numero, ci sono delle persone”.

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