rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Esami patente truccati, richieste pm

BRINDISI – Tre hanno scelto di farsi processare dal gip, e ci sono già le richieste di pena, altri cinque attendono il processo ordinario. Arriva al dunque la vicenda degli esami di patente di guida radiocomandati.

BRINDISI - Un orologio con telefonino cellulare e una trasmittente per i suggerimenti sui quiz della patente. Era il sistemino escogitato per favorire gli esaminandi, proprio il sistemino che ha portato alla sbarra in tutto otto persone, cinque sotto processo con rito ordinario, e tre comparse stamani dinanzi al gup Paola Liaci, nell’udienza in cui il pm Pierpaolo Montinaro ha formulato le richieste di condanna.

Per Giuseppe Lanzillotti, 37 anni (difeso dagli avvocati Francesco Saponaro e Pasquale Lanzillotti), titolare di una scuola guida di Carovigno sono stati invocati tre anni di reclusione,  due anni Giuseppe Flora, 55 anni, (difeso da Vito Porcelli) titolare di un’autoscuola di Ostuni, e un anno e quattro mesi per Marco Borini, 21 anni di Imola, (difeso da Enrico Caliendo) uno di quelli che avrebbe beneficiato di un titolo di guida concesso agevolmente dietro compenso.

L’inchiesta, denominata ‘Patente 2.0’ porto’ nel marzo del 2012 all’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare. Le altre cinque persone coinvolte hanno scelto il processo con rito ordinario: Giuseppe Caramia, 46 anni di Alberobello, titolare di una scuola guida a Fasano, Antonio Massaro, 57 anni, di Brindisi, Angelo Ferrari, 45 anni di Brindisi, Adriana Bolognini, 56 anni, di Brindisi e Vito Antonio Retta, 54 anni di Brindisi, questi ultimi due ispettori della motorizzazione civile di Brindisi.

I reati che furono contestati dal gip erano associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la fede pubblica ai titolari di scuola guida, induzione, mediante inganno, a formare atti pubblici ideologicamente falsi, presentazione, come propria, di opera altrui a titolari di scuola guida e candidati.

Dal gennaio 2011 furono effettuate dalla Guardia di Finanza di Fasano numerose intercettazioni telefoniche a supporto dell’attivita’ investigativa. Secondo quanto fu accertato bastavano 2mila euro per superare i test della prova scritta. La sentenza del gup Paola Liaci e’ prevista per il 18 aprile prossimo.

Come funzionava la truffa. “Colui che sosteneva la prova di esame, presentato normalmente come privatista, era dotato – fece sapere la Guardia di Finanza –  di una trasmittente, costituita da un orologio incorporante anche un telefono cellulare, nonché di due telefoni cellulari, in modalità vibrazione, tenuti il primo nella tasca sinistra e il secondo nella tasca destra”.

“In particolare, l’orologio-cellulare, serviva a comunicare ad altro soggetto  dell’organizzazione, normalmente appostato nei pressi della Motorizzazione, dotato di materiale utile per la soluzione dei test e di precise cognizioni in materia sulle domande d’esame. Costui, ricevuto il contenuto della domanda, faceva squillare il telefono posto nella tasca destra o nella tasca sinistra dell’esaminando, a seconda della correttezza o meno della risposta. Ricevuto il segnale l’esaminando indicava la risposta sul proprio test, così falsando l’intera prova”.

A svelare il sistema fu una donna, Giuseppina Lomartire, cui era stata formulata la proposta ‘oscena’. Più che ‘oscena’, illegale: con 2mila euro le cose per i test sarebbero filate lisce come l’olio. Per la prova pratica se la sarebbe dovuta sbrigare l’allieva, c’era poco da fare. Ma l’interessata già il 22 luglio 2010 si presentò alla Guardia di Finanza, a Fasano, per segnalare la vicenda. Ci tornò anche il 23 agosto successivo, prima dell’esame fissato per il 31 dello stesso mese presso la Motorizzazione civile di Brindisi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Esami patente truccati, richieste pm

BrindisiReport è in caricamento