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Cronaca

Esondazione Canale Patri, i residenti: "In un anno solo un intervento di manutenzione"

"Dopo il nubifragio dello scorso anno (ottobre 2013, ndr) è stato effettuato solo un intervento di pulizia del canale. E adesso ci ritroviamo col fango in casa". I residenti delle villette situate lungo le sponde di Canale Patri hanno nuovamente dovuto fare i conti con l'esondazione del corso d'acqua che sfocia nel Seno di Levante

BRINDISI – “Dopo il nubifragio dello scorso anno (ottobre 2013, ndr) è stato effettuato solo un intervento di manutenzione del canale. E adesso ci ritroviamo col fango in casa”. I residenti delle villette situate lungo le sponde di Canale Patri hanno nuovamente dovuto fare i conti con l’esondazione del corso d’acqua che sfocia nel Seno di Levante. Ma stavolta, tutto sommato, i danni sono stati contenuti rispetto ai drammatici precedenti.

“Se l’acquazzone si fosse protratto per un’altra ora – dichiara Marino Marnò – l’acqua avrebbe completamente invaso le nostre abitazioni, come già Andrea Piccinno spazza via il fango accumulatosi nel cortile della sua abitazione-2accaduto altre volte in passato”. Anche ieri, la gente ha avuto paura. “Abbiamo rivissuto incubo”, dichiara ancora Marinò.  Il torrente ha cominciato a ingrossarsi intorno alle ore 15. Nel giro di un’ora si sono riversati oltre 16 millimetri di pioggia sulla città. In alcuni punti i detriti trascinati dal fiumiciattolo hanno ostruito il deflusso delle acque, creando una sorta di tappo.

Il fango è tracimato dagli argini, ha ricoperto le decine di ponticelli che collegano le villette con l’asfalto e si è diretto minacciosamente verso le case. Chi non aveva una via di fuga sul retro, verso il rione Bozzano, è stato ospitato da parenti e amici in zone sicure della città. “Il fango – dichiara ancora Marinò – ha invaso il mio orticello ma si è fermato a pochi passi dalla porta”. I campi coltivati sono stati devastati dalla furia dell’acqua. Teodoro Mingolla, proprietario di un piccolo appezzamento, è riuscito a mettere in salvo solo una cassetta di cicorie. “Tutte le coltivazioni – dichiara Mingolla – sono finite sotto il fango. Il cancello è stato Teodoro Mingolla ripara il cancello del suo appezzamento-2divelto. Ho dovuto assicurarlo ai sostegni con dello spago”.

Rosa Candita Sciacovelli vive nella vallata di canale Patri da più di venti anni. Ma non ci si abitua mai a convivere con la paura di ritrovarsi immersi nella melma. “Abbiamo temuto – dichiara Rosa Sciacovelli – l’irreparabile. L’acqua è entrata nel cortile, raggiungendo quasi mezzo metro di altezza. Il giardino è stato allagato, ma la casa, per fortuna, non ha riportato danni”. Rosa spiega che la figlia stava rincasando proprio mentre l’alluvione colpiva con maggiore veemenza. “Ha dovuto lasciare l’auto in viale Aldo Moro, poco dopo il cavalcavia De Gasperi – racconta la madre – per raggiungere casa a piedi. In macchina non ce l’avrebbe fatta”.

La Sciacovelli si dice ormai rassegnata. “In passato – spiega la casalinga – ho cercato di coinvolgere gli altri residenti in una battaglia per la messa in sicurezza del canale e la predisposizione di adeguate opere di bonifica. Ma non è cambiato mai nulla. La situazione è sempre la Rita Mancarella indica il livello raggiunto dall'acqua nel corrtile della sua abitazione-2stessa”. La stessa rassegnazione emerge anche dalle testimonianze di altri cittadini. “Sul letto del canale – dichiara un’altra residente di vecchia data, Rita Mancarella – si deposita di tutto. Non è stato mai fatto abbastanza per rimuovere i detriti”.

Anche la Mancarella, dopo la grande paura, ha potuto tirare un sospiro di sollievo. “Il fango  - spiega la donna – si è accumulato all’esterno, senza entrare in casa. Mio figlio l’ha rimosso dopo ore di lavoro”. Andrea Piccinno, seduto sul muretto perimetrale di un’aiuola, ripulisce il cortile della sua villetta con una pompa idrica. Lui è uno di quelli che si prodigano per tenere puliti gli argini. “Visto che le istituzioni non fanno il loro dovere – dichiara Piccinno - siamo costretti a rimboccarci le maniche e ad agire di nostra iniziativa”.  

Insieme al suo vicino, Alessandro Venuto, Piccinno ha tosato l’erba che cresce lungo le sponde. “Dopo l’esondazione dell’anno scorso – spiega lo stesso Alessandro Venuto – le autorità competenti hanno provveduto una sola volta alle opere di pulizia. Una sola. Poi non abbiamo visto più nessuno. Se la gente qui non si dà da fare, i canneti continueranno a crescere indisturbati. E alla prossima alluvione, saremo di nuovo costretti a fare la conta dei danni”. 

Canale Patri dopo il nubifragio

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