Esplosione di due bancomat, quattro brindisini indagati
Arrestati mezz'ora dopo i tentativi di furto Cosimo Iurlaro, Omar Bianco, Marco Santoro e Vincenzo Schiena: incastrati dalle telecamere. Arrestati a Fermo, ma per il gip nessun pericolo di fuga: scarcerati. Avevano preso una casa in affitto per cercare lavoro
BRINDISI – Due bancomat presi di mira, da far saltare con la tecnica del gas, in modo tale da incassare le banconote. Colpi falliti in entrambi i casi e ripresi dalle telecamere che hanno permesso ai carabinieri di fermare quattro brindisini con l’accusa di tentato furto in trasferta. Nelle Marche, nel comune di Fermo, dove il gruppo aveva deciso di prendere in affitto una casa per un mese.
Cosimo Iurlaro, 41 anni, di Brindisi; Omar Bianco, 27 anni, e Vincenzo Schiena, 38 anni, di Mesagne con Marco Santoro, anni, 25 anni, di Ostuni erano partiti due giorni prima di finire in carcere, in direzione delle Marche. Volevano cercare lavoro, MA la cronaca racconta altro: riferisce di un fermo chiesto dal pubblico ministero, ritenendo concreto il pericolo di fuga, ed eseguito dagli uomini dell’Arma mezz’ora dopo che il secondo colpo ai danni della filiale del Monte dei Paschi di Siena è andato male. Il gruppo è entrato in azione nella notte tra domenica e lunedì, attorno alle 3.
In cella, nel penitenziario di Ascoli Piceno, i quattro sono rimasti meno di 48 ore, per poi essere scarcerati su decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo, secondo il quale non c’era il pericolo che il gruppo o anche solo uno dei brindisini potesse fuggire perché tutti avevano intenzione di soggiornare per un certo periodo di tempo. Come hanno ammesso i quattro indagati, nel corso dell’interrogatorio per la convalida del fermo, alla presenza dei difensori, Daniela d’Amuri e Pasquale Annicchiarico, entrambi del foro di Brindisi.
Davanti al gip non hanno potuto fare altro che confessare, senza aggiungere altro. Il giudice, dopo aver sentito il pubblico ministero e le repliche dei penalisti ha deciso di non convalidare il fermo e di non disporre alcuna misura, fatta eccezione per l’obbligo di firma nei comuni di residenza, sostenendo che sulla base del quadro emerso, non è possibile ritenere sussistenti neppure le esigenze cautelari legate al pericolo di reiterazione del reato. Sotto questo aspetto, i difensori hanno evidenziato che si tratta di giovani incensurati che mai prima hanno avuto problemi con la giustizia.
I brindisini, quindi, sono stati rimessi in libertà. Restano a loro carico i gravi indizi di colpevolezza costituti dalle immagini registrate dalle telecamere poste a protezione dei bancomat: a quanto pare, si tratta di frammenti nitidi che hanno permesso ai carabinieri di risalire all’identità di Cosimo Iurlaro, Omar Bianco, Marco Santoro e Vincenzo Schiena. Tutti e quattro, di conseguenza, restano indagati a piede libero. Non è escluso che di fronte all’ammissione di responsabilità, confessione, piena, la difesa possa pensare a chiudere il conto con la giustizia chiedendo l’ammissione a riti alternativi al processo ordinario, come l’abbreviato o il patteggiamento della pena