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Cronaca

Esplosione in pizzeria nel Bellunese: tre arresti, due sono brindisini

Hanno un volto e un nome i responsabili dell'esplosione che il 24 aprile scorso distrusse la pizzeria "Mordi e Fuggi" a Pieve di Cadore paesino in provincia di Belluno

BRINDISI – Hanno un volto e un nome i responsabili dell’esplosione che il 24 aprile scorso distrusse la pizzeria “Mordi e Fuggi” a Pieve di Cadore paesino in provincia di Belluno. Si tratta di Fabio Laritonda 40 anni di Brindisi, Pasquale Ferraro 21 anni anche lui di Brindisi e Giuseppe Lauro 57 anni napoletano residente in Cadore da anni come Laritonda.

Il 21enne Pasquale Ferraro fu l’unico a rimanere ferito: durante la deflagrazione si trovava all’interno del locale, fu sbalzato all’esterno dall’onda d’urto, aveva ustioni in diverse parti del corpo. Da quanto si apprese all’epoca, ai primi soccorritori chiedeva di un certo Fabio. Fu ricoverato in prognosi riservata.

I carabinieri della stazione di Pieve di Cadore e i colleghi del Nucleo operativo della compagnia di Cortina d’Ampezzo, sospettarono sin da subito che il 21enne fosse coinvolto nella vicenda. A incastrare i tre complici, oltre alle loro stesse testimonianze ritenute “incongruenti”, anche le telecamere di videosorveglianza pubblica e privata della zona del centro Cadore, le risultanze delle analisi di laboratorio e i tabulati delle utenze dei cellulari in uso ai tre che li localizzano sulla scena del crimine.

Questa la ricostruzione della procura. Laritonda e Ferraro avrebbero raggiunto il centro di Pieve di Cadore a bordo del taxi condotto da Lauro intenzionati a dare fuoco alla pizzeria. Il complice si dileguò in attesa di essere chiamato per recuperare i due. Qualcosa però non andò come da programma. Laritonda rimase fuori per tenere sotto controllo la situazione, Ferraro si recò nel locale, cosparse gli interni di benzina ma accese la fiamma prima ancora di mettersi al sicuro, i vapori sprigionati dal carburante provocarono l’esplosione. Il 21enne fu sbalzato fuori, aveva ustioni in tutto il corpo.

I sospetti caddero subito sui tre indagati anche se ognuno aveva fornito un alibi diverso per giustificare i movimenti di quella notte. Lauro aveva riferito di essere stato impegnato ad accompagnare una coppia di turisti incontrati personalmente giorni prima dei quali, però, non possedeva alcun nome o recapito. Ferraro si era detto impegnato in un incontro galante con una misteriosa “Francesca”, una giovane del posto anche lei introvabile, mentre Laritonda aveva riferito di essere rimasto a casa a dormire.

Un importante aiuto nelle indagini è stato fornito dai Vigili del Fuoco di Belluno, sia nella fase di sopralluogo tecnico e di analisi post esplosione, che nell’esecuzione delle analisi di laboratorio sui reperti effettuate dal Niat Veneto, che hanno dimostrato come la tipologia di benzina utilizzata per l’attentato incendiario fosse la stessa rinvenuta in larga quantità sui vestiti di Ferraro e sui guanti abbandonati da Laritonda nella fuga.

Laritonda e Lauro sono stati rintracciati nelle loro abitazioni, Ferraro, invece, essendo ancora ricoverato in una clinica di Bari è stato raggiunto dai militari della compagnia carabinieri di Bari San Paolo che l’hanno sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la stessa struttura. Le indagini dell’Arma continuano per accertare il movente. 

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