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Cronaca

Esplosione nel negozio: denunciata un'altra persona conosciuta dalla vittima

I carabinieri hanno denunciato una terza persona che si presume possa essere coinvolta nell'esplosione che ha distrutto il negozio di calzature "Pinko Pallino" di via San Francesco D'Assisi, nel centro di Francavilla Fontana, uccidendo il proprietario, il 28enne Antonio Rizzo. Si tratta di un conoscente della vittima, residente a Francavilla

FRANCAVILLA FONTANA – I carabinieri hanno denunciato una terza persona che si presume possa essere coinvolta nell’esplosione che ha distrutto il negozio di calzature “Pinko Pallino” di via San Francesco D’Assisi, nel centro di Francavilla Fontana, uccidendo il proprietario, il 28enne Antonio Rizzo. Si tratta di un conoscente della vittima, residente a Francavilla. Gli investigatori sono giunti sulle sue tracce nel corso dei controlli sulla cerchia di amici e parenti del commerciante avviati subito dopo l’identificazione del cadavere.

La prima svolta investigativa era arrivata già nella mattinata di ieri (30 settembre) con l’arresto del 27enne Saverio Candita, prelevato dai militari in un’abitazione di Torre Santa Susanna. Le forze dell’ordine lo hanno trovato steso sul letto, con il volto e le braccia bendate. L’uomo, da quanto appurato dai carabinieri, sarebbe corso da una stretta parente, infermiera di professione, subito dopo l’attentato, per farsi curare le ustioni rimediate in seguito alla deflagrazione (la donna, proprio alla luce del vincolo di parentela con Candita, non risulta indagata).

Il 27enne, titolare di un’attività commerciale in provincia di Taranto, è stato prima accompagnato in ospedale per le cure del caso e poi, sempre nella giornata di martedì, condotto nella casa circondariale di Brindisi.

Ormai non vi sono dubbi sul fatto che sia stato lo stesso Rizzo a provocare l’esplosione per intascare i soldi dell’assicurazione. Dalla documentazione esaminata dai militari della locale compagnia diretti dal capitano Nicola Maggio, in sinergia con i colleghi del Norm al comando del tenente Rampino e quelli del Reparto operativo coordinati dal colonnello Alessandro Colella, è emerso che l’attività commerciale, intestata alla moglie di Rizzo, Marika Giuliano, aveva una copertura assicurativa anche in caso di danni causati da incendio.

La dinamica dei fatti, però, non è del tutto chiara. Le immagini riprese dalle telecamere presenti in zona sono tuttora al vaglio degli inquirenti, coordinati dal Pm Antonio Costantini. Non si sa ancora chi abbia materialmente cosparso di benzina il locale (sul posto è stata trovata una tanica della capacità di 30 litri) per poi appiccare il fuoco.

Il liquido infiammabile, evaporando in un ambiente chiuso, si è trasformato in una vera e propria bomba che avrebbe potuto radere al suolo il palazzo se l’esplosione avesse danneggiato i tubi del gas. Le otto famiglie residenti nello stabile dovranno trascorrere un’altra notte dai parenti. Il malfunzionamento dell’impianto idrico e di quello elettrico, infatti, rendono lo stabile inagibile, anche se pare non sussista il pericolo di crollo. 

Nelle prossime ore, intanto, verrà conferito l’incarico per l’esame autoptico. Rizzo non è stato investito dalle fiamme. La morte (ma questo dovrà stabilirlo con certezza il medico legale) sarebbe sopraggiunta a causa dell’onda d’urto che ha travolto il commerciante nel seminterrato della palazzina, fra i box auto e un vano di pertinenza del negozio. 

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