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Cronaca

Esplosione Sanofi: a giudizio appaltatrice

BRINDISI - Tutti a processo coloro i quali non hanno deciso di ricorrere a formule alternative: dopo i sei patteggiamenti del 28 novembre scorso (cinque persone più la Sanofi Aventis) oggi si è celebrata l’udienza preliminare a carico di altre tre persone fisiche.

BRINDISI - Tutti a processo coloro i quali non hanno deciso di ricorrere a formule alternative: dopo i sei patteggiamenti del 28 novembre scorso (cinque persone più la Sanofi Aventis) oggi si è celebrata l’udienza preliminare a carico di altre tre persone fisiche, più una persona giuridica, imputate per omicidio colposo per la morte di Cosimo Manfreda, causata da un incidente sul lavoro avvenuto all’interno della sede di Brindisi della multinazionale Sanofi Aventis, avvenuto il 10 giugno del 2010.

Il gup di Brindisi, Giuseppe Licci ha rinviato a giudizio i dipendenti della ditta che stava eseguendo il lavori di pulizia del serbatoio interno allo stabilimento, tutti assistiti dall’avvocato Giancarlo Camassa, convinti di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti nel corso di un processo: si tratta di Cosimo Giovanni Polito, 56 anni, di Erchie ma residente a Brindisi; Pietro Saponaro, 56 anni, di Latiano, residente a Brindisi; Daniela Spinelli, 54 anni, di Brindisi, e la Cof&Co nella persona del legale rappresentante.

Per altri cinque il gup ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Antoniio Costantini: si tratta di Salvatore Ignoni, 65 anni, di Mesagne; Carlo Rizzo, 39 anni, di Roma; Vincenzo Lioce, 39 anni, di Terlizzi, residente a Molfetta; Francesco Renna, 54 anni, di San Pietro Vernotico, e Maria Lasaponara, 62 anni, di Napoli, residente a Brindisi.

Hanno invece patteggiato Gennaro Di Lemma, 65 anni, di Roma, direttore all’epoca dei fatti dello stabilimento brindisino della multinazionale farmaceutica, difeso dagli avvocati Gaetano Centonze e Giacomo Gualtieri, condannato a un anno e otto mesi di reclusione; Giancarlo Guidotti, 60 anni, di Brindisi, dipendente della Sanofi, assistito dall’avvocato Maria Antonietta Spalluti, condannato a un anno e otto mesi; Roberto Cerreta, 56 anni, napoletano, dirigente dello stabilimento, difeso dall’ avvocato Adolfo Sartorio, un anno di reclusione; Gianluca Scivales, 42 anni, di Brindisi, responsabile dell’Area manutenzione della Sanofi, difeso da Sartorio, un anno di pena; Romeo Cellini, 60 anni, nativo di Ruffano, residente a Brindisi, dirigente dello stabilimento di Brindisi, difeso dall’avvocato Stefano Di Maggio, un anno e dieci mesi.

C’è infine la Sanofi Aventis Spa, difesa dall’ avvocato Giuseppe Bana, che ha versato allo Stato 685mila euro, la somma fra la pena pecuniaria di 300 mila euro con la confisca di 385 mila euro per i lavori in materia di sicurezza sul lavoro che avrebbero dovuto essere compiuti. Fu l’esplosione di un silos sulla cui estremità l’uomo stava lavorando a causare la tragedia. Il serbatoio si scoperchiò, Manfreda fu sbalzato in aria, poi precipitò a terra da un’altezza di diversi metri. Il processo inizierà il 7 marzo prossimo.

 

 

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