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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Estorsione e minacce di morte all’ex sindaco di Brindisi per un lavoro”

Il pm chiede un altro processo per Alessandro D'Errico, 39 anni, disoccupato: "Si presentò armato di pistola". E' stato già condannato a due anni con l'accusa di stalking ai danni di Mimmo Consales dopo l'incendio dell'auto dell'ex primo cittadino

BRINDISI – Rischia di finire di nuovo sotto processo Alessandro D’Errico, 39 anni, il disoccupato di Brindisi già condannato a due anni con l’accusa di stalking ai danni dell’ex sindaco del capoluogo, Mimmo Consales: il pm ha chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale per estorsione e minacce, anche di morte,  riconoscendo l’ex primo cittadino come parte civile.

Palazzo Nervegna-2-3Secondo il pubblico ministero Francesco Carluccio, D’Errico, si sarebbe “presentato davanti a Consales armato di pistola con la minaccia implicita di usare l’arma per ottenere un posto di lavoro”. In un’altra occasione, nei pressi di Palazzo Nervegna dove c’era l’ufficio dell’ex sindaco di Brindisi, “reiterava la stessa chiesta e minacciava (l’allora) primo cittadino dicendogli che lo avrebbe ammazzato e che aveva sbagliato a non farlo prima”.

Nell’impostazione dell’accusa, in tal modo l’imputato “cercava di influire sull’operato del pubblico ufficiale per costringerlo a procurargli un posto di lavoro e compiva atti idonei, diretti in modo non equivoco all’ottenimento di un ingiusto profitto patrimoniale”. D’Errico non sarebbe riuscito nel suo intento “per cause indipendenti dalla sua volontà”. Fatti che sarebbero accaduti a Brindisi “in data anteriore al 4 novembre 2014, quando Mimmo Consales era sindaco pro tempore del capoluogo.

Fonti di prova sono le notizie di reato trasmesse dai carabinieri e dalla Digos, nonché le dichiarazioni rese all’epoca da Consales, che per il pm è parte offesa e come tale potrebbe costituirsi parte civile.

La difesa di D’Errico, affidata all’avvocato Mauro Durante (nella foto in basso), è pronta a replicare, sostenendo che si tratta di due segmenti del reato di stalking legato all’incendio dell’auto di Consales, una Ford Kuga, parcheggiata sotto casa, la notte del 3 novembre 2013. Reato per il quale il disoccupato è stato già giudicato, con rito abbreviato, e condannato a due anni di reclusione. In altri termini, troverebbe applicazione il principio del “ne bis in idem”, ossia non due volte per la stessa cosa, stesso reato.

La sentenza del gup risale al 16 aprile scorso.  In udienza D’Errico chiese la parola per rilasciare dichiarazioni spontanee: confermò di aver aiutato l’ormai ex sindaco nella campagna elettorale del 2012 e di aver ottenuto la promessa di un posto di lavoro che poi non fu mantenuta.

2016-09-05-PHOTO-00004994-2Il penalista, nel corso dell’arringa, sostenne che ci furono  tre chiamate senza risposta partire dal numero in uso all’imputato e rivolte all’ex sindaco e nove sms, nessuna delle telefonate e nessun invio dei messaggi avvenne in ore notturne, come invece aveva riferito Consales. D’Errico, inoltre, conosceva Mimmo Consales ancor prima della sua elezione, perché era a capo di uno dei comitati elettorali che sostenevano la candidatura del giornalista di Telenorba. Si trattava di uno di quelli aperti nel rione Sant’Elia, in un garage a fronte di un affitto di 300 euro.

La circostanza venne confermata in udienza, con l’aggiunta di un particolare legato alla motivazione dell’incendio: non solo Consales non avrebbe tenuto fede alla promessa di trovare un posto di lavoro, ma avrebbe perso la documentazione medica che D’Errico gli aveva personalmente consegnato. Si sarebbe trattato di certificati relativi a una patologia di uno dei figli del disoccupato che, sempre secondo l’imputato, sarebbero stati chiesti da Consales.

Il sostituto procuratore chiese per D’Errico la condanna alla pena di due anni e quattro mesi, il gup ha chiuso il conto della giustizia, al netto della riduzione di un terzo per la scelta del rito alternativo al processo ordinario, a due anni. Senza il beneficio della sospensione della pena, ma con il riconoscimento delle attenuanti generiche a fronte della recidiva contestata.

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