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Cronaca Francavilla Fontana

Estorsioni Francavilla, il caso alla Dda

FRANCAVILLA FONTANA – Si aggrava la posizione del 24enne di Francavilla Fontana Alfonso Leo, figlio del noto personaggio di spicco della Scu, Gaetano, arrestato il 16 ottobre scorso, su disposizione del pubblico ministero Raffaele Casto, per estorsione pluriaggravata, consumata e tentata, continuata in concorso con ignoti, per aver estorto circa 350mila euro a quattro commercianti di Francavilla Fontana.

FRANCAVILLA FONTANA  – Si aggrava la posizione del 24enne di Francavilla Fontana Alfonso Leo, figlio del noto personaggio di spicco della Scu, Gaetano, arrestato il 16 ottobre scorso, su disposizione del pubblico ministero Raffaele Casto, per estorsione pluriaggravata, consumata e tentata, continuata in concorso con ignoti, per aver estorto circa 350mila euro a quattro commercianti di Francavilla Fontana.

Gli investigatori hanno accertato che l'estorsione è stata compiuta con “metodo mafioso”, un aggravante che si va ad aggiungere all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 12 ottobre scorso dal gip Maurizio Saso. Trattandosi di un reato di tipo mafioso, così come è stato accertato anche per via della parentela con Gaetano Leo, il fascicolo delle indagini è passato dalla procura di Brindisi alla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e il pubblico ministero ora titolare delle indagini Guglielmo Cataldi ha ottenuto una nuova ordinanza di custodia cautelare comprensiva dell'art 7 del dl 175/91, l'aggravante del metodo mafioso.

Il provvedimento è stato notificato a Leo dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. I fatti di cui è accusato il 24enne francavillese risalgono ad aprile 2010 quando, a partire da giorno 16, quattro commercianti di capi di abbigliamento del posto si recarono presso la caserma dei carabinieri di Francavilla, al comando del capitano Giuseppe Prudente, per denunciare il ricevimento di una lettera a carattere minaccioso.

“Assicurazione sulla vita per voi e la vostra famiglia durante questi anni avete fatto tanta fortuna economicamente e noi vi ammiriamo per questo perché siete una persona seria e intelligente perciò avete bisogno di noi. Quindi vi chiediamo di aderire alla nostra assicurazione che assicura solo persone in gamba e con un piccolo versamento assicuriamo la tranquillità della vostra famiglia moglie figli. Entro 24 ore fate il versamento contrariamente sarete responsabili di ciò che accade a voi e alla vostra famiglia mi raccomando a non sbagliare strada lo dico per voi.”

Questo il testo della missiva, era accompagnato in tutti e quattro i casi da cartucce di fucile da caccia calibro 12. Al primo commerciante l'estorsore chiedeva 15mila euro, al secondo 50mila, al terzo 80mila e al quarto 200mila. I carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana avviarono l'operazione denominata “Il postino” conclusasi a ottobre con l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 24nne Alfonso Leo.

Personaggio già noto alle forze dell'ordine. Sul capo di Alfonso Leo pendono numerosi precedenti penali: nel 2011 fu arrestato insieme ad altri complici perché trovato in possesso di oltre un chilo di sostanza stupefacente, è destinatario del provvedimento di Daspo, non poteva partecipare a manifestazioni sportive per essersi reso responsabile di atti di violenza, era stato ritrasferito in carcere perché sorpreso a chattare con un detenuto mentre era sottoposto agli arresti domiciliari.

I carabinieri di Francavilla Fontana sono risaliti a Leo quale autore delle estorsioni ai quattro commercianti in seguito a un'intercettazione telefonica disposta nell'ambito dell'indagine sull'omicidio dell'imprenditore Vincenzo Della Corte di Francavilla, ucciso a fucilate a ottobre di due anni fa.

Nel dettaglio Leo compare in un'intercettazione di persone che parlavano all'interno dell'Audi A6 di proprietà di Maurizio Parisi il quale, da quanto si legge nell'ordinanza “Appariva sin da subito essere in contatto, fra gli altri, con Alfonso Leo, figlio di Leo Gaetano, con il quale intratteneva rapporti di amicizia e di illeciti interessi, in particolare il commercio di sostanze stupefacenti. Nel corso dell'attività di intercettazione viene captata una conversazione ambientale dove Leo Alfonso di autoaccusa di essere l'esecutore materiale delle estorsioni avvenute a danno di commercianti nell'aprile del 2010 unitamente a tale Matteo non ancora identificato”.

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