Estorsioni della Scu, gli indagati ai domiciliari si difendono davanti al gip
Si sono svolti oggi, martedì 28 giugno, gli interrogatori di quattro arrestati, che hanno scelto di rispondere alle domande. Il blitz risale al 21 giugno
Al contrario degli indagati ristretti in carcere, i quattro ai domiciliari - arrestati il 21 giugno durante il blitz seguito all'inchiesta "Nexus" - hanno deciso di rispondere alle domande poste durante l'interrogatorio di garanzia. Si è tenuto oggi, martedì 28 giugno, davanti al gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine. L'indagine denominata "Nexus" è stata condotta dalla sezione operativa del Norm della compagnia dei carabinieri di Brindisi. Martedì 21 giugno 2022, dieci persone sono state arrestate, ma gli indagati sono 21 complessivamente.
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Simona Sciarra (48 anni, di Brindisi), difesa dagli avvocati Giuseppe Guastella e Cosimo Lodeserto, ha negato gli addebiti. Lei avrebbe ricoperto il ruolo di "messaggero". E' la compagna di Ivano Cannalire. Durante i colloqui in carcere avrebbe ricevuto istruzioni e pizzini, sempre sulle attività estorsive. Orlando Cosimo detto "Dino" Cannalire (40 anni, di Brindisi) e Tiziano Cannalire (32 anni, di Brindisi), entrambi difesi dall'avvocato Ladislao Massari, hanno risposto alle domande poste dal gip. Infine, anche Alessandro Gasbarro (42 anni, nato a Mesagne, residente ad Erchie) ha risposto, chiarendo la propria posizione. Il suo legale, Giacomo Enrico Cervellera, ha chiesto la revoca della misura dei domiciliari.
Martedì 21 giugno 2022, come detto, dieci persone sono state arrestate, ma gli indagati sono 21 complessivamente. I militari hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine. L'intera attività d'indagine è stata coordinata dai pubblici ministeri Giovanna Cannarile della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e da Giovanni Marino della Procura della Repubblica di Brindisi. Il core business del gruppo per gli investigatori sono le estorsioni: le mire del sodalizio erano ben definite e caldeggiate dal presunto boss, Ivano Cannalire (detenuto in carcere). I reati dei quali sono accusati sono, in particolare, rapine, estorsioni, furti e ricettazione, commessi in concorso negli anni 2014, 2015 e 2018.