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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Estorsioni sul fotovoltaico, domiciliari per Giovanni Buccarella

TUTURANO – Arresti domiciliari per Giovanni Buccarella, 83 anni, di Tuturano. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria l’1 giugno scorso perché ritenuto responsabile di estorsione in concorso con Cosimo Giardino Fai, 50 anni, di Tuturano, arrestato mentre intascava il pizzo dal responsabile di una impresa siciliana. Buccarella ha ottenuto i domiciliari per le sue gravi condizioni di salute a seguito della richiesta motivata da una consistente certificazione medica dai suoi difensori, avvocati Cosimo Lodeserto e Domenico Valletta e dai risultati della perizia disposta dal Giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati.

TUTURANO – Arresti domiciliari per Giovanni Buccarella, 83 anni, di Tuturano. Sottoposto a fermo di polizia giudiziaria l’1 giugno scorso perché ritenuto responsabile di estorsione in concorso con Cosimo Giardino Fai, 50 anni, di Tuturano, arrestato mentre intascava il pizzo dal responsabile di una impresa siciliana. Buccarella ha ottenuto i domiciliari per le sue gravi condizioni di salute a seguito della richiesta motivata da una consistente certificazione medica dai suoi difensori, avvocati Cosimo Lodeserto e Domenico Valletta e dai risultati della perizia disposta dal Giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati.

Il fermo dell’anziano pregiudicato, padre di Salvatore, il boss della Sacra corona unita detenuto da anni, fu convalidato e trasformato in custodia cautelare. Fu dapprima rinchiuso nel carcere di Opera, situato nella cintura milanese, poi era stato trasferito a Lecce, ed ora il Tribunale di sorveglianza di Lecce, verificando l’incompatibilità delle sue condizioni fisiche con la vita carceraria, gli ha concesso i benefici degli arresti domiciliari.

Il gip Maritati aveva già concesso la scorsa settimana gli arresti domiciliari per la vicenda dell’estorsione. Ma il tuturanese stava scontando una pena definita di sette mesi per violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. Valletta, difensore in quest’altro procedimento, ha presentato al Tribunale di sorveglianza l’ordinanza di arresti domiciliari per il processo per estorsione, allegando la perizia fatta effettuare da Maritati. Il Tribunale, acquisito il parere della direzione medica del carcere, ha concesso i domiciliari anche per questa seconda vicenda.

Era l’1 luglio quando i carabinieri del Reparto operativo di Brindisi, confondendosi con gli operai della impresa Eds Infrastrutture di Terme Vigliatore, in provincia di Messina, bloccarono Fai subito dopo avere intascato 1.500 euro da Giovanni Buglisi, siciliano, responsabile logistico dell’azienda. I carabinieri erano intervenuti dopo la denuncia di Buglisi e del capo cantiere Antonino Bucolo. Secondo l’accusa i contatti di Fai e Buccarella con i siciliani erano iniziati a metà maggio. I due si erano recati nel cantiere che in territorio di Tuturano stava effettuando i lavori per la realizzazione di un impianto per la realizzazione di energia fotovoltaica. Offrirono la loro protezione dietro pagamento mensile di tremila euro e un arretrato di ottomila euro.

Buccarella era stato presentato come il padre del boss, e ai siciliani era stato detto che se non avessero aderito alla loro richiesta “avrebbero dovuto prendere i mezzi e andare via”. Ci furono vari incontri: il 18, il 19, il 20 e il 26 maggio. Buglisi e Bucolo si rivolsero ai carabinieri e fu deciso di aderire alla richiesta di pagamento. Fu fissato il giorno: 1 giugno. Quando Fai si presentò ad incassare c’erano anche i carabinieri.

Buccarella fu rintracciato nella sua abitazione. Buccarella si difese sostenendo che era andato a parlare con loro per consigliare di realizzare l’impianto in una zona migliore.

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