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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Estorsioni tra pregiudicati, due fermi

BRINDISI – Ci sono voluti solo due mesi esatti alla Squadra mobile di Brindisi per chiudere il cerchio attorno ai protagonisti di una vicenda in cui la vittima di un minaccioso pressing estorsivo è un personaggio della malavita locale con precedenti per rapina e reati contro il patrimonio, ed i suoi persecutori – almeno tre – non sono da meno, uno addirittura con una condanna per omicidio da finire di scontare. E tutto nasce, a quanto dicono gli investigatori, dal rifiuto da parte della vittima di acquistare un telefonino da 800 euro per uno degli ex compari, e da un precedente litigio con tanto di minaccia a mano armata per un furto compiuto dagli stessi a casa della nonna della vittima. Stamani, comunque, la polizia ha eseguito due fermi mentre un terzo sospettato non era in casa, ma in vacanza.

BRINDISI – Ci sono voluti solo due mesi esatti alla Squadra mobile di Brindisi per chiudere il cerchio attorno ai protagonisti di una vicenda in cui la vittima di un minaccioso pressing estorsivo è un personaggio della malavita locale con precedenti per rapina e reati contro il patrimonio, ed i suoi persecutori – almeno tre – non sono da meno, uno addirittura con una condanna per omicidio da finire di scontare. E tutto nasce, a quanto dicono gli investigatori, dal rifiuto da parte della vittima di acquistare un telefonino da 800 euro per uno degli ex compari, e da un precedente litigio con tanto di minaccia a mano armata per un furto compiuto dagli stessi a casa della nonna della vittima. Stamani, comunque, la polizia ha eseguito due fermi  mentre un terzo sospettato non era in casa, ma in vacanza.

Tutto comincia l’11 maggio scorso quando, nei pressi della casa di uno dei protagonisti nel quartiere Commenda, Francesco Sammarco, 28 anni, specialità rapine in altre regioni, si trova contro un gruppo di elementi come lui, tra i quali Davide Fontò di 28 anni e Alessandro Polito di 31 anni, 14 dei quali trascorsi in  galera per l’omicidio dell’ex contrabbandiere e venditore di meloni Damiano Cesarea, che ammazzò usando un grosso blocco di pietra. Polito – per inciso – si trovava in casa, perché obbligato a ciò dal regime degli arresti domiciliari, e da lui va Sammarco a protestare per il furto, minacciando l’altro con una semiautomatica Beretta calibro 7,65 bifilare, inserendo il colpo in canna e puntandola contro la panza del suo avversario. Ma poi è costretto a fuggire per l’intervento di amici di Polito, si apre un varco, e salta a bordo di una Smart, auto che in questa vicenda ha un ruolo importante. E fugge senza trattenersi oltre.

Ma gli altri non lo mollano. Sammarco lo sa, e quando raggiunge una stazione di servizio tra Brindisi e San Pietro Vernotico decide nientemeno che di chiamare la polizia in soccorso. La comunicazione si interrompe perché sopraggiungono gli ex amici incavolati neri per la faccenda della pistola, e mettono mano a spranghe e mazze di vario genere. Scatta un pestaggio di prima qualità, al quale Sammarco riesce ancora a sfuggire, buttandosi nelle campagne. Poi richiama la polizia e questa volta riesce a pilotarla in zona. Il personale della Mobile e una squadra di vigili del fuoco chiamata a supporto per ogni evenienza (del tipo, corpo gettato in qualche cisterna o anfratto), trovano finalmente Francesco Sammarco mentre vaga nelle campagne lungo la superstrada 613 Brindisi – Lecce.

Scampato il pericolo, Sammarco viene arrestato per porto e detenzione illegale di arma da fuoco. Inoltre, il brindisino decide di non fare i nomi degli aggressori. Ma quella gente non lo lascia in pace. Anzi.   Decide di metterlo sotto estorsione. Prima, a  titolo di risarcimento per la minaccia contro Sandro Polito, a  Sammarco viene e chiesto l’acquisto di un cellulare molto costoso. Lui rifiuta, ma a quel punto gli vengono  chiesti 12mila euro sull’unghia, ma invano. Allora la richiesta scala a 4mila euro più la famosa Smart, che appartiene alla madre di Sammarco. E a quel punto Fontò, Polito e company riescono nell’intento, incassando un anticipo di 1500 e la vettura, il cui passaggio di proprietà viene imposto pena ritorsioni. La vettura viene intestata a Davide Fontò, che non ha neppure la patente di guida.

Ci sono però altri 2500 euro da saldare e le pressioni e le minacce proseguono, sino a quando il 7 luglio Francesco Sammarco non si decide a rivolgersi per la seconda volta alla polizia, ma questa volta i nomi li fa, e il pm Valeria Farina Valaori ne decreta il fermo per tentata estorsione ed estorsione continuata. I giorni cruciali sono quelli che partono dal 27 giugno e arrivano al 10 luglio. Il 27 e il 28 giugno Sammarco riceve la richiesta della consegna di 12mila euro, cui non aderisce malgrado venga ribadita il 28 ed il 30 giugno gli venga prospettata l’appropriazione forzata della Smart intestata alla madre ma in uso alla fidanzata Vanessa, e vengano profferite minacce di gravi ritorsioni nei confronti della ragazza.

Infatti il 30 giugno Polito telefona a Vanessa e le ordina di portare la Smart sotto casa sua. Lei resiste: “Allora va bene, Vanessa, abbiamo capito. Non voglio più la macchina, ci dovete dare 4mila più la Smart”. Il giorno successivo, l’1 luglio, a casa di Sammarco si presenta Davide Fontò avvisando che il giorno dopo devono essere pronti i soli e la Smart, perché Sandro ha deciso che deve intestarsela lui. Il due luglio avviene il passaggio di proprietà, ma le monacce non cessano perché polito manda a dire che vuole entro mezzanotte anche i 4mila euro. Sammarco non riesce a racimolare più di 1500 euro e li consegna al terzo sospettato, quello ancora irreperibile, passa a ritirare il 3 luglio. Quel giorno e il 6 luglio il gruppo preme su Sammarco per ottenere i 2500 euro mancanti.

Ma il 7 luglio Francesco Sammarco si presenta alla Squadra Mobile e racconta tutto. Il nuovo funzionario, il vice questore Alberto Somma, e la sezione antiracket diretta dall'ispettore Giancarlo Di Nunno preparano l'operazione d'intesa con il pm. All'alba di oggi il blitz. Ora si attendono gli interrogatori di convalida da parte del giudice delle indagini preliminari.

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