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Cronaca

"Fu un contributo elettorale e non una tangente". Poi le accuse

Consales spiega la sua versione dei fatti, poi attacca i dirigenti comunali, Emiliano, una parte degli ex sostenitori e Nando Marino e mette i piedi nella campagna elettorale

BRINDISI – “Non ho mai venduto la mia persona, il mio onore e quello della città di Brindisi a Luca Screti e alla Nubile firmando atti contrari ai miei doveri: sono stato io a fare la guerra alla società contestando inadempienze per l’impianto di Cdr, ma purtroppo un errore l’ho fatto quando ho accettato il contributo che l’imprenditore mi propose dicendomi che mi avrebbe aiutato in campagna elettorale. Non chiesi quanto, neppure quando, quei 30mila euro li ho avuti dopo aver distrutto la mia vita con l’elezione a sindaco”.

La versione di Consales. Per l’ex sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, non c’è stato alcun accordo corruttivo con Screti. Nessuna tangente, pagata a rate, sulle pelle dei brindisini alle prese con una raccolta dei rifiuti ancora problematica. Nossignore. Ma quei soldi li ha avuti e lo ha ammesso lo stesso Consales, in un contesto ben diverso spiegato prima ai pm e poi al gip che, a quanto pare, sarebbe riconducibile a un  finanziamento, probabilmente illecito non essendoci stata una deliberazione in tal senso da parte della società Nubile.

Anche se sul punto il difensore, Massimo Manfreda, non ha detto niente essendosi limitato a spiegare che potrebbe anche ipotizzarsi una richiesta di modifica del capo di imputazione in una logica di confronto sereno con la Procura che resta convinta della tesi iniziale, contestata nell’ordinanza di arresto eseguita dalla Digos lo scorso 6 febbraio. Ordinanza che rimane in piedi sul fronte dei “gravi indizi” perché non essendoci stato ricorso al Riesame, si è formato il “giudicato cautelare” come ha ricordato lo stesso gip.

La corruzione, quindi, c’era come ipotesi di reato e c’è in concorso con Screti che, al contrario, ha reso ampia confessione ammettendo il versamento della tangente come sostiene lo stesso giudice per le indagini preliminari il quale, da un lato ha accolto la richiesta dei magistrati Giuseppe De Nozza e Savina Toscani di imporre alla Nubile il divieto a contrarre con la Pubblica Amministrazione e a svolgere attività nel settore dei rifiuti per la durata di un anno e dall’altro - a differenza dei pm- ritiene cessate le esigenze cautelari, motivo per il quale ha restituito la libertà a Consales dopo aver preso atto di “parziali ammissioni” non coincidenti con la versione di Screti.

Il gip. Per il gip, in ogni caso, gli elementi che rilevano sono i seguenti: Consales non è più sindaco, il consiglio comunale si è sciolto, c’è stato anche un distacco dal suo partito, il Pd, che nei fatti ha preso le distanze, i suoi coindagati lo hanno accusato (Screti soprattutto) e poi ci sono state anche dichiarazioni di pubblici ufficiali e dirigenti della struttura amministrativa contro  di lui. In altri termini non c’è alcuna capacità di penetrazione o anche solo contattato con gli ambienti del Comune.

Per i pm, invece, il pericolo di una ripetizione della stessa condotta sarebbe ravvisabile se si considera la notevole esposizione debitoria dell’indagato nei confronti di Equitalia per 315.354 euro. La Procura, del resto, ha iniziato a indagare proprio partendo da quel debito, intuendo che potesse esserci qualcosa di poco chiaro in ordine al pagamento di parte delle rate visto che i conti correnti di Consales non sarebbero stati tanti e tali da permettere il saldo. Il processo con concussione e abuso d’ufficio, più la violazione della normativa anti-riciclaggio è in corso e Consales si sta difendendo in Tribunale dove è atteso per il 20 maggio prossimo.

Screti. Il punto è che se Screti ha confessato, la prima volta quando era in carcere, e pensa di patteggiare a tre anni (o giù di lì) Consales starebbe pensando di chiudere il suo conto con la giustizia seguendo la stessa strada processuale, partendo dalla lettura dei documenti acquisiti dal pm, studiati nel periodo della detenzione domiciliare, motivo per il quale ha atteso tre mesi prima di essere interrogato. Ma l’inchiesta sull’impianto di Cdr non è affatto chiusa. Anzi. L’ascolto di persone informate sui fatti è andato avanti in queste settimane per accertare se altri sapessero. Forse dallo stesso interrogatorio di Consales sono emersi spunti interessanti tanto sulla parte politica che di quella dirigenziale, sebbene l’ex sindaco non abbia mai parlato di corruzione.

La tangente. “Se avessi preso una tangente di 30mila euro a fronte di un appalto da 176 milioni di euro in 15 anni, sarei stato davvero l’unico sindaco in Italia a fare una cosa del genere”, ha detto nello studio del suo difensore dopo aver ammesso un errore e ammesso la sofferenza dei giorni agli arresti. “Ho accettato l’offerta che fu lui, Screti a fare, e non mi sarei mai candidato a sindaco, distruggendo la mia vita, se avessi avuto un debito personale con Equitalia: si tratta di questioni legate alla società (News Sas, ndr), risalenti al 1980 per le quali è dal 2010 che ho fatto ricorso in Cassazione e sto ancora aspettando la pronuncia. Lo stesso non può dirsi per altri sindaci arrivato con debiti e andati via con proprietà”.

“Non chiesi neppure di quanto fosse il contributo elettorale proprio perché fu lui a proporlo, non ne seppi nulla, se non quando avvenne il primo pagamento che non c’entra  niente con atti contrati al mio ufficio come si legge nel capo di imputazione, perché quando arrivò la relazione del professore Notarnicola per ben sei volte in Oga chiesi la risoluzione del contratto con Nubile ma non si raggiungeva il numero legale e fu lo stesso prefetto a intervenire”, sostiene Consales che respinge anche l’accusa collegata di aver contribuito ad alimentare la situazione di emergenza. “Falso perché in emergenza è tutta la Puglia e la Regione farebbe bene a decidere cosa fare”.

L’ordinanza e il verbale che non si trova. Alla Regione, inoltre, per Consales è legato uno dei motivi posti alla base dell’ordinanza che lui firmò in favore della Nubile; “C’era il rischio di restituire 13 milioni di euro, fondi europei, impiegati per costruire l’impianto di Cdr mai entrato in funzione per il quale il Comune ha pagato per 11 anni 30mila euro al mese per la custodia”, ha ricordato.

“C’era anche l’ordinanza del ministro Orlando che obbligava alla biostabilizzazione dei rifiuti e chiedemmo alla Regione cosa fare e ci disse di mettere in marcia l’impianto. Lo ha riferito anche il dirigente Campobasso. Ma poi ci sono cose strane nel senso che non c’è o non si trova il verbale di un incontro. Ora se c’era qualcuno che doveva pagare e quello doveva essere Consales, va bene paga Consales, ma non si può dire che io ho favorito la Nubile”.

I dirigenti del Comune. L’ex sindaco a questo punto ha fatto una precisazione sugli atti amministrativi: “Non li ho preparati io, ma gli uffici e l’ho detto al pm che chiedeva di chi fosse la firma sulla lettera del settore Affari generali dopo che era arrivata l’informativa Antimafia. Due dirigenti del Comune, Francesco Dileverano e Pietro Cafaro, riconoscono la firma di Costantino Del Citerna”. Non solo. “Fui io a chiedere come mai l’avvocato Sticchi Damiani domandava se ci fossero i presupposti per contestare gravi inadempienze a Nubile e l’ufficio legale e il vice segretario generale mi dissero di no”.

Quanto, poi, alla determina con cui a dicembre 2015 furono liquidati gli stipendi ai lavoratori Nubile la verità di Consales è questa: “Avevo il presidio dei dipendenti che chiedevano di mangiare essendo indietro di quattro stipendi, per cui chiesi ai dirigenti e al segretario generale se si potesse fare qualcosa per quei poveretti e dissero di sì, dopo avermi ricordato che il Comune doveva pagare a Nubile 500mila euro per canoni. L’amministrazione pagò il 60 per cento di due mensilità per 27 persone, due le depennammo perché non erano fisicamente presenti nell’impianto. In che modo avrei favorito Nubile?”, domanda Consales.

Sulla struttura dirigenziale, qualche parola Consales l’ha spesa: “Il problema del Comune di Brindisi è il Comune perché ho provato a trasferire funzionari ma mi sono scontrato con vincoli sindacali e ricorsi . Vedasi il tentativo di smontare l’ufficio Patrimonio Casa, qui ci sono presupposti per uno scandalo del triplo di quello di Roma”.

“Ha ragione il candidato dei grillini quando dice che non c’è bisogno di un super eroe ma di una squadra: fino a quando non si cambia la struttura non è possibile. Del resto vedasi la storia dello sforamento del patto di stabilità sul quale ho avuto dai dirigenti quattro versioni differenti, facendo anche una pessima figura con il Governo. Ma dall’ufficio Ragioneria sostenevano che non c’era stato sforamento e invece c’era eccome”.

Il Negroamaro. “A proposito, ho denunciato al pm che il Negroamaro Wine Festival è una storia strana perché nonostante non fosse completa la rendicontazione, il dirigente del settore Attività produttive Nicola Zizzi firmò la determina per la liquidazione del contributo, mai peraltro pubblicata all’albo a differenza delle altre manifestazioni per le quali si è sempre chiesta. E l’altra dirigente, Mirella Destino, firmò per il pagamento. Chiesi provvedimenti disciplinari anche perché in quel periodo arrivavano decreti ingiuntivi di fornitori e mi chiedevano dove fosse Francesco Renna. Adesso si ricandida nel Pd, auguri”.

Gli ex ricandidati. Auguri anche a un altro candidato del Pd, Antonio Elefante, l’unico tra gli uscenti a essere in lista: “Venne a sollecitarmi il rinnovo con Aimeri, per i rifiuti, ma ebbi pressioni anche da altri consiglieri sia di maggioranza che di opposizione. molti dei quali si ricandidano, purtroppo. “A proposito, so che gli assessori Giuseppe De Maria e Cosimo D’Angelo si ricandidano anche loro sostenendo di non aver firmato le delibere di Giunta in materia di rifiuti e urbanistica: dimenticano di aver sempre condiviso l’orientamento, così come mai hanno dissentito i 18 consiglieri di maggioranza”.

“Io non mi vergogno delle decisioni assunte, abbiamo lavorato bene, basti pensare alle imposte recuperate, solo per l’Enel per Ici sei milioni e mezzo, per Tarsu altri due. Ma sapevo che prima o poi quelli che erano con me mi avrebbero abbandonato, tanto che con la mia compagna, Gabriella, facevamo una specie di gioco su chi mi avrebbe tradito. Pazienza. Io di certo i brindisini non li ho traditi, ma adesso con la politica ho chiuso: mi piacerebbe tornare a fare il giornalista, ma devo aspettare le decisioni dell’Ordine che mi ha sospeso”.

Intanto, guardando alle elezioni, un’idea su chi votare Consales se l’è fatta: “Non lo dico per non condizionare il sindaco che voterò”, ha detto anche se è facilmente intuibile quale sarà la sua scelta. “Sono pronto al passaggio di consegna per spiegare cosa secondo me andrebbe ripreso, come per esempio, il protocollo per la facoltà di Farmacia, altra cosa di cui mi pare che la Regione si sia lavata le mani”.

Emiliano. Già, la Regione, al secolo il governatore Michele Emiliano segretario regionale del Pd: “Il 20 dicembre mi è stata rinnovata la tessera, il 23 con il commissario cittadino Sandra Antonica andammo negli uffici della presidenza a Bari ed Emiliano disse che se avessi messo fuori dalla giunta gli assessori Pasquale Luperti e Antonio Monetti, mi avrebbe appoggiato per la ricandidatura. Gli chiesi un motivo, uno, politico per sostituirli e non ne ebbi nessuno, né posso immaginare che per Luperti c’era un riferimento alla famiglia perché sapeva bene chi fosse. E’ la stessa persona dell’inizio, degli incontri precedenti”.

Marino. “Spiace, poi, che l’amico Nando Marino abbia dichiarato che lui farà partecipare i magistrati: è stata un’uscita poco felice, eppure anche lui disse che mi avrebbe sostenuto per il secondo mandato. In ogni caso, ero e resto grande tifoso del basket ma mi permetto di ricordare che ebbi modo di incontrarlo quando era preoccupato per la riduzione del contributo di Enel alla squadra, da un milione e 700mila a seicentomila euro e insieme andammo dalla società. Marino disse che la squadra avrebbe giocato l’ultima partita in queste condizioni. In bocca al lupo anche a lui”.

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