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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Incastrò 'pusher': pm, potrebbe ritrattare

BRINDISI - Lo hanno minacciato, lo ha dichiarato e denunciato lui in prima persona. Perché con le sue indicazioni ha fornito ai carabinieri elementi tali da consentire l’arresto di cinque persone, l’iscrizione nel registro degli indagati di 22 altri presunti “pusher” di cocaina ed eroina, tutti di Brindisi: il gip di Brindisi, Giuseppe Licci, ha disposto per il 6 dicembre prossimo l’incidente probatorio, su richiesta del pm Iolanda Daniela Chimienti.

BRINDISI - Lo hanno minacciato, lo ha dichiarato e denunciato lui in prima persona. Perché con le sue indicazioni ha fornito ai carabinieri elementi tali da consentire l’arresto di cinque persone, l’iscrizione nel registro degli indagati di 22 altri presunti “pusher” di cocaina ed eroina, tutti di Brindisi: il gip di Brindisi, Giuseppe Licci, ha disposto per il 6 dicembre prossimo l’incidente probatorio, su richiesta del pm Iolanda Daniela Chimienti. La testimonianza da acquisire in anticipo rispetto al processo (eventuale) è quella del teste chiave, Gianluca Sancesario, persona che faceva inizialmente parte del gruppo di presunti “pusher” per lo più di cocaina, ma che a un certo punto decise di rivolgersi ai carabinieri e denunciare tutto. Aveva paura di ritorsioni per alcune vicende che lo riguardavano e che lo facevano sentire in pericolo. Secondo i magistrati vi è il timore concreto che, proprio per le intimidazioni subite, possa essere condizionato o addirittura ritrattare. Sancesario ha chiesto di accedere a un sistema di protezione, gli viene assicurata una certa vigilanza. In carcere ci sono finiti Vincenzo D’Ignazio 35 anni, Francesco D’Urso 33 anni, Giuseppe Di Bello, 34 anni, Roberto Maggio, 37 anni e Cosimo Santoro, 53 anni.

Secondo l’accusa il gruppo discuteva di droga anche davanti ai propri figli ancora bambini. Le indagini non sono ancora concluse, non c’è stata ancora richiesta di rinvio a giudizio ma il pm, considerato che il clima è piuttosto teso, ha deciso di chiedere l’anticipazione di una prova del futuro ed eventuale processo: vuole “congelare” la deposizione, prima che possa mutare qualcosa. Secondo quanto fu accertato la droga veniva ceduta a gente di tutte le fasce sociali e di tutte le età, anche a chi poi la rivendeva. Ai cosiddetti “assuntori-spacciatori”, categoria “emergente”, probabilmente condizionata dalla crisi. Ché per permetterti il vizietto, finisci per dover spacciare. Secondo l’accusa i 5 arrestati e i 22 indagati avrebbero continuato a lungo e forse l’avrebbero anche fatta franca se il 25 ottobre del 2010 presso la caserma dei carabinieri non si fosse presentato un soggetto. Gianluca Sancesario, che faceva parte del gruppo delinquenziale ma che per paura di ritorsioni, per alcune vicende, chiese protezione. L’uomo raccontò tutto: che Salvatore Mazzarella forniva la droga che lui rivendeva ad abituali acquirenti. I carabinieri misero sotto intercettazione i componenti di questa specie di associazione dedita allo spaccio, scoprendo che laddove si vedevano comitive di famiglie a cena, in gita o a bere un aperitivo al bar, c’era un grosso giro di cocaina. Le indagini si sono chiuse nel 2011. In meno di un anno di attività investigativa, grazie agli scambi telefonici, i militari dell’Arma hanno potuto inoltre catturare altri soggetti cogliendoli in flagranza di reato, sequestrare ingenti quantitativi di cocaina ed eroina e di togliere di mezzo anche un’arma. Una pistola semiautomatica marca Zavasta calibro 8. Era nascosta in un armadio di una rinomata villa posta sul litorale brindisino, “Villa Ferrero”, dove durante la stagione estiva vengono organizzate feste private. L’indagine, però, non è conclusa.

 

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