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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fanghi di dragaggio ex Belleli negli uliveti: 10 persone e tre società a giudizio

Dieci persone e tre società a processo dal 28 maggio prossimo, su decreto di citazione diretta in giudizio firmato dal pm Giuseppe De Nozza, per i fanghi di dragaggio dell'ex sito Belleli tra uliveti e vigneti tra Mesagne, San Vito e Brindisi

BRINDISI – Tutti a processo con decreto di citazione diretta a giudizio firmato dal pm Giuseppe De Nozza dieci imputati e tre società collegate ad alcuni di essi, per responsabilità amministrative, coinvolti nella vicenda dei fanghi di dragaggio dell’ex sito produttivo di Belleli Offshore nel porto industriale di Taranto, che invece di essere trasferiti e stoccati in discariche autorizzate, finirono negli uliveti in territorio di Mesagne e di Brindisi. La prima udienza del processo è fissata davanti al giudice monocratico della sezione penale del Tribunale di Brindisi per il 28 maggio prossimo.

I reati sono quelli di concorso in gestione di discariche non autorizzate, di falso in scritture private e di trasporto illegale di rifiuti speciali pericolosi e non che viaggiavano con Ddt (documento di trasporto) attestante una diversa natura dei carichi. Per le aziende, si tratta di omessa adozione di misure organizzative idonee ad evitare gli illeciti contestati. Le indagini, lunghe e complesse, furono condotte dai carabinieri del Noe di Lecce, comandati dal maggiore Nicola Candido.

Due, soprattutto, le fasi salienti delle indagini: i blitz del 25 marzo e del 24 aprile 2013, in due distinti siti agricoli, il promo in territorio di Brindisi ma al confine con San Vito dei Normanni, in contrada Mascava, l’altro nei pressi di Mesagne. In quella circostanza, il personale del Noe, che già da febbraio seguiva le direttrici del traffico di fanghi dal porto di Taranto, colse sul fatto i responsabili dei reati ambientali contestati mentre scaricavano il materiale di dragaggio tra oliveti e vigneti, in area peraltro sottoposte a vincolo paesaggistico, e senza preoccuparsi delle contaminazione delle falde sottostanti.

I fanghi BelleliIn una circostanza, addirittura, due degli indagati truffarono uno dei proprietari dei terreni, convincendolo a pagare loro i fanghi sversati perché gli stessi, gli assicurarono, erano ottimi per preparare i terreni alla coltivazione di ulivi e vigneti. Ma ecco le persone e i soggetti giuridici rinviati a giudizio dal pm Giuseppe De Nozza con decreto. Le società sono l’impresa Montanaro Vincenzo – Piattaforma recupero inerti di Mesagne, zona industriale; la Autotrasporti Carlucci Srl con sede legale a San Vito dei Normanni; la Cbmc Srl con sede legale in Taranto.

Le persone che saranno processate dal 28 maggio a Brindisi: Francesco e Massimiliano Vinci, entrambi di San Vito dei Normanni, di 48 e 37 anni; Anthony Gatti, 33 anni, di San Vito dei Normanni; Maurizio Carlucci, 36 anni, di San Vito dei Normanni; Vincenzo Montanaro, 52 anni, di Mesagne; Vito Messi, 51 anni, di Massafra; poi Gino, Maria Francesca, Francesco Alessandro Campana, di 64, 37 e 34 anni, di Mesagne; Antonio Montanaro, 78 anni, di Mesagne.

I ruoli, in questa storia che deve rammentare a tutti che non c’è solo una “terra dei fuochi”, al Sud, come questa indagine del Noe dimostra, e come dimostrano le discariche di veleni scoperti sempre dai militari del Nucleo di tutela ecologica nel Basso Salento e nel Tarantino. I Vinci, Carlucci, Gatti, Vincenzo Montanaro e Messi rispondono di concorso continuato nell’esercizio di attività di discarica non autorizzata di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (vari comma dell’articolo 256 del Testo unico sull’Ambiente)

I Vinci come comproprietari di aree destinate allo stoccaggio e compattamento dei fanghi in territorio di Brindisi e dell’impresa omonima di autotrasporti. Massimiliano Carlucci per aver trasportato con gli automezzi della sua impresa i rifiuti dalla piattaforma di Vincenzo Montanaro ai terreni dei Vinci. Anthony Gatti, camionista, fu bloccati dal Noe mentre scaricava fanghi l’11 marzo del 2013 in uno degli uliveti sorvegliati dai carabinieri. Vincenzo Montanaro e Vito Messi, dipendente della Cbmc rispondono anche di concorso in falso in scrittura privata per aver taroccato due contratti in cui figuravano contraenti imprese estranee.

C’è l’attività di gestione di rifiuti speciali pericolosi e non che viaggiavano, come già detto, con Ddt falsi; quella di gestione di discariche non autorizzate, dove furono trovate 11mila tonnellate di fanghi di dragaggio provenienti dalle bonifiche del sito Belleli Offshore nel porto di Taranto, ma anche materiale di demolizione di strutture industriali del petrolchimico utilizzati per lavorazioni inquinanti, terre di scavo, ferraglie, plastiche. Tutto a ridosso di uliveti e altre coltivazioni.

Vincenzo Montanaro risponderà anche del particolare reato di smaltimento di rifiuti speciali in aree agricole senza precauzioni per impedire l’inquinamento della falda sottostante, e assieme ad Antonio Montanaro di concorso continuato in truffa ai danni di Fabrizio Distante di Mesagne, conduttore di una azienda agricola, al quale furono ceduti a titolo oneroso fanghi di dragaggio convincendolo che erano utili per concimare i terreni destinati ad uliveti e vigneti, perciò causandogli un grave danno ambientale ed economico (per ricoltivare quei terreni bisognerà bonificarli).

I tre Campana in concorso con Vincenzo Montanaro sono imputati di concorso in gestione di discarica non autorizzata, per aver consentito lo stoccaggio dei fanghi sulle loro proprietà agricole, fatto scoperto il 24 aprile 2013.

La lista delle parti offese è lunga: il Ministero dell’Ambiente, i Comuni di Mesagne e di Brindisi, la Provincia di Brindisi, la società Sjs Buildings Srl di Taranto, Gianfranco Capriulo titolare di una impresa individuale a Massafra, Cristina Capriulo legale rappresentante della Cbmc di Taranto, la cui firma con quella di Salvatore Del Prete di Massafra (ditta individuale) fu apposta in calce ai falsi contratti di trasporto concertati da Montanaro e Messi, il già citato Fabrizio Distante ed infine Italia Nostra sezione Salento Ovest.

I difensori: Ladislao Massari, Giampaolo Sechi, Angelo Massaro, Massimo Manfreda, Andrea Sticchi Damiani, Vittoriano Bruno, Alessandro Iacobellis, Ferruccio Gianluca Palazzo, Massimo Murri, Giovanni Pomarico. Per la parte lesa Fabrizio Distante l'avvocato di parte civile è Raffaele Missere.

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