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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

“Farmacie, mancavano degli assegni: presentai denuncia in Procura”

Sentito nel processo Gianluca Quarta, ex liquidatore: imputato l'ex amministratore Maria Teresa Cavaliere, accusata di peculato in relazione a 217 mila euro, calunnia e di falsa dichiarazione per aver detto di essere laureata. Parte civile anche il Comune di Brindisi che chiede danni per mezzo milione di euro. Ascoltato Mangiameli, ex revisore dei conti

BRINDISI – Quando venni nominato liquidatore della società Servizi Farmaceutici mi accorsi che c’era più di qualcosa che non quadrava nei conti a partire dal fatto che mancavano alcuni blocchetti di assegni: erano stati emessi per pagare fatture, ma i fornitori continuavano a chiedere come mai non c’era stato alcun pagamento. Per questo motivo decisi di presentare denuncia in Procura”.

Gianluca Quarta, liquidatore di Servizi Farmaceutici Brindisi-2Questa mattina, davanti al Tribunale di Brindisi, l’ex liquidatore della partecipata del Comune, Gianluca Quarta (nella foto), poi nominato amministratore unico della stessa, ha confermato per intero la relazione che lui stesso scrisse e depositò alla polizia giudiziaria chiedendo di accertare cosa fosse successo e se ci fossero state condotte penalmente rilevanti nella tenuta della contabilità.

E’ stato ascoltato in qualità di testimone del pm, Raffaele Casto, titolare del fascicolo d’inchiesta da cui è scaturito il processo incardinato dinanzi al collegio presieduto dal giudice Cucchiara: imputato è l’ex amministratore unico, Maria Teresa Cavaliere, difesa dall’avvocato Ubaldo Macrì, rinviata a giudizio con l’accusa di peculato in relazione alla contabilità e ai bilanci della società chiusi in perdite, a cui sono state aggiunte quelle di calunnia pluriaggravata ai danni di Quarta perché avrebbe incolpato il suo successore alla guida della società di aver firmato al suo posto, arrivando a sporgere querela. La denuncia firmata da Cavaliere venne archiviata per infondatezza della notizia di reato, da qui l’accusa mossa nei suoi confronti. L’imputato deve difendersi anche di false dichiarazioni poiché in sede di indagini preliminari, quando venne ascoltata dai militari della Guardia di Finanza, dichiarò di essere laureata in Farmacia, circostanza rivelatesi non veritiera.

La farmacia comunale di BrindisiCavaliere ha già fatto sapere di essere pronta a sostenere l’esame dell’imputato e questa mattina era presente in udienza, così come ha fatto dall’inizio del processo al quale partecipano come parti civili Gianluca Quarta, rappresentato dall’ avvocato Simona Barbaro, e il Comune di Brindisi, con la penalista Vita Cavaliere.

Quarta ha chiesto il risarcimento di danni di natura patrimoniale per 220mila euro, a cui vanno ad aggiungersi quelli di immagine non quantificati nell’istanza e rimessi alla valutazione del Tribunale. L’Amministrazione cittadina ha presentato un conto per mezzo milione di euro.

Stando agli elementi raccolti dal pubblico ministero, nei tre anni di gestione affidata a Cavaliere, la società Servizi Farmaceutici avrebbe procurato un danno patrimoniale al Comune di Brindisi di oltre 217mila euro, emerso dopo la denuncia di Quarta che oggi ha avuto modo di spiegare le ragioni dell’esposto.

Ha riferito al pm e al Tribunale di essere stato nominato per la liquidazione della partecipata, dall’Amministrazione di centrodestra guidata dall’allora sindaco Domenico Mennitti. “Chiesi subito i documenti contabili, ma niente”, ha detto in aula. “Ne mancavano alcuni, per cui sollecitai prima verbalmente e poi per iscritto. Anche perché nel frattempo mi ero reso conto che mancavano degli assegni che erano stati emessi per pagare delle fatture, ma i fornitori sostenevano di non essere stati pagati”.

“In una situazione del genere decisi di scrivere al Collegio ei revisori dei conti che all’epoca era presieduto da Vittorio Dell’Atti e di informare lo stesso sindaco, quindi di procedere con una denuncia”.

Accertamenti fiscali della Guardia di FinanzaSecondo l’accusa, fino  a gennaio 2013, nonostante fosse stato già nominato Quarta, l’ex amministratore avrebbe sottratto diversi assegni bancari: quattro da 8.300 euro ciascuno erano stati post datati per pagamenti ad una società farmaceutica che forniva merce alle due farmacie comunali. Risulterebbero, inoltre, sottratti i maestrini contabili riferibili al bilancio 2012, oltre a 20mila euro formalmente per “acconti a fornitori”, quasi 7mila per giacenze di cassa, 52mila euro per una società  che ha dichiarato di non aver  ricevuto il denaro nel 2010, 69mila nel 2011, 45mila nel 2012.

Le verifiche delegate ai finanzieri avrebbero portato a sollevare subbi anche rispetto ai compensi dell’ex amministratore perché  avrebbe dovuto rinunciare al 30 per cento  per tutte le annualità in cui i bilanci erano in perdita, cioè tutti e tre.  

Profili di natura squisitamente tecnica sono stati illustrati dal commercialista Massimo Mangiameli, ex componente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Brindisi, ascoltato in qualità di teste del pm al pari del luogotenente Nastria che ha condotto le indagini.

La prossima udienza prevista prima della pausa estiva sarà dedicata all’ascolto di altri testimoni della pubblica accusa, tra i quali c’è il capo di Gabinetto del sindaco, allora come ora Angelo Roma.

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