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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Fasano

Sindaco e consigliere regionale sospesi: fissato l'appello, data determinante

Ogni speranza di riabilitazione politica è riposta in una data, il 10 novembre 2014, tanto per il sindaco in stand by di Fasano, Lello Di Bari, del Pdl, quanto per il consigliere regionale del Pd anch'egli sospeso, Fabiano Amati.

FASANO - Ogni speranza di riabilitazione politica è riposta in una data, il 10 novembre 2014, tanto per il sindaco in stand by di Fasano, Lello Di Bari, del Pdl, quanto per il consigliere regionale del Pd anch’egli sospeso, Fabiano Amati. E’ stata infatti fissata l’udienza dinanzi alla Corte d’Appello di Lecce nel corso della quale si tornerà a parlare di quei fatti per cui il gup di Brindisi, Maurizo Saso, il 13 febbraio scorso, aveva emesso sentenza di condanna a un anno e otto mesi per Amati (difeso dall’avvocato Massimo Manfreda) e a otto mesi per Lello Di Bari (difeso da Leonardo Musa), con pena sospesa e sconto previsto dal rito abbreviato. Erano stati ritenuti responsabili a vario titolo di  abuso d’ufficio e falso.

Le irregolarità sarebbero consistite in favori fatti a parenti dall’ex assessore regionale che all’epoca dei fatti, nel 2009, era solo consigliere comunale di opposizione a Fasano. Fu un esposto a dare impulso all’inchiesta condotta dal pm Valeria Farina Valaori che aveva chiesto la condanna a pene pari a tre anni per Amati e due anni per Di Bari. Secondo l’accusa, Amati non avrebbe potuto occuparsi di quel progetto, che invece curò su delega del sindaco, a causa della presenza di immobili di proprietà della sua famiglia proprio nel centro storico.

Non è tanto la questione giudiziaria però in questo caso ad affannare i due imputati. Affrontare un processo è pur sempre una battaglia dura e non indolore. Essere condannati, pur se ricompreso nei rischi che corre il pubblico amministratore, non è un’avventura che si vive con leggerezza. Ma la questione più importante tanto per Di Bari, quanto per Amati, che transita nelle aule di giustizia, è il prosieguo della carriera politica. La legge Severino ha infatti determinato una netta svolta in sede amministrativa per coloro i quali da rappresentanti delle istituzioni locali si ritrovano ad essere riconosciuti da un giudice responsabili di un qualche delitto contro la pubblica amministrazione. Vengono sospesi, infine se la condanna passa in giudicato, decadono. 

Lello Di Bari è stato sospeso da sindaco il 24 marzo 2014. Lo stop forzato dalla carica di primo cittadino l’ha decisa il prefetto. E’ stato eletto sindaco nel 2012, al suo posto ora a reggere l’esecutivo della città di Fasano c’è il vice, Gianleo Moncalvo. La consiliatura termina nel 2017, quindi in caso di assoluzione Di Bari tornerebbe in carica senza alcun problema. In caso di condanna resterebbe nelle medesime condizioni in cui si trova oggi, ad attendere il verdetto definitivo.

Per Amati, sospeso con qualche settimana di ritardo perché per la sua carica le procedure sono più complesse, l’iter è però lo stesso, ma egli si trova in tutt’altra condizione. Dovesse essere assolto in appello, tornerebbe in consiglio regionale. Sarebbe il via libera anche per la ricandidatura alle Regionali per il 2015. Ma in caso di conferma della condanna, allora si creerebbe per lui un doppio problema: resterebbe fuori dai giochi probabilmente fino all’avvio della campagna elettorale. E se anche non vi fossero impedimenti formali alla sua ri-discesa in campo, da “sospeso” vi sarebbero in tutta probabilmente questioni formali e sostanziali, oltre che di opportunità, ad impedirgli di rimettersi in gioco, quantomeno nelle liste del Partito democratico. Insomma, il 10 novembre 2014, sarà data determinante. La data che potrebbe segnare il destino politico del sindaco di Fasano oltre che dell'avvocato (civilista), consigliere regionale a riposo. 

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