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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

"Femminicidio, il decreto non basta"

BARI - Il consigliere regionale Franco Pastore, del gruppo misto - Psi, in un intervento sul tanto atteso decreto legge sul contrasto al femminicidio, evidenzia la necessita di creare strumenti concreti per poter contrastare il fenomeno.

BARI - Il consigliere regionale Franco Pastore, del gruppo misto - Psi, in un intervento sul tanto atteso decreto legge sul contrasto al femminicidio, evidenzia la necessita di creare strumenti concreti per poter contrastare il fenomeno. Per il consigliere la legge sembrerebbe un prodotto di “tecnici” e non un provvedimento creato basandosi sul confronto con chi affronta sul campo situazioni di violenza.

Il nostro è un Paese per molti versi ancora profondamente maschilista, in cui solo nel 1981 è stato eliminato il “delitto d’onore” come reato, infatti fino a quell’ anno le nostre leggi prevedevano una pena lieve per gli uomini che uccidevano donne che avevano leso il loro onore.

A conferma di ciò le 113 donne uccise in meno di un anno, 73 delle quali dai loro partner. Per non parlare del numero sempre più alto di donne ferite, il più recente tra questi casi è quello riportato oggi da tutti i telegiornali, la storia di una quarantaseienne raggiunta stamani in uno spogliatoio da un uomo con volto coperto e sfigurata dall’ acido.

Dinanzi a questi dati il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri appare un passo decisivo verso una soluzione, ma l’ aver approvato la legge non è abbastanza, serve qualcosa di più concreto. Questo il parere del consigliere Pastore il quale ha riferito anche “L’approvazione del decreto legge in materia di sicurezza e di contrasto alla violenza di genere e’ senza dubbio un provvedimento positivo per il Paese e per il quale non si poteva più indugiare.

Ma le due cose debbono essere ben distinte. Affrontare la violenza sulle donne come una questione di sicurezza, farebbe apparire questo problema come riduttivo e pericoloso, non facendone cogliere la gravità.” Pastore continua mostrandosi contrario al solo inasprimento delle pene, soluzione fallimentare visto che si sta parlando di uomini disposti a tutto, pur di far valere il proprio potere.

Per quanto riguarda l’ irrevocabilità della querela poi, egli richiama all’ attenzione quelle donne che non denunciano, donne che una volta in ospedale, terrorizzate, inventano storie pur di nascondere la crudele realtà in cui vivono. Inoltre sarebbe necessario un sistema di protezione della persona offesa, che la assista e la protegga, dopo aver querelato l’aggressore, sistema naturalmente assente in Italia.

E poi ci si chiede quali garanzie e quali risorse economiche offrirebbe, questa legge, anche alla rete di operatori, alle forze dell’ordine, ai centri antiviolenza, ai servizi sociali e sanitari, perché le donne siano tutelate realmente.

Quindi il consigliere conclude “Non basta la norma, servono gli strumenti per renderla praticabile e serve il coinvolgimento di tutti gli attori sociali perché si crei, di fatto, un modo diverso, nuovo, civile e integrato, che parta dalla scuola, di monitoraggio e responsabilità sociale per contrastare il fenomeno del femminicidio, della violenza di genere”.

Qualcuno ha detto che la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci, si spera che questo decreto, con gli strumenti di cui necessita sia un buon inizio per creare “capaci” cittadini.

 

 

 

 

 

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