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Cronaca

Servizi sociali, l’inchiesta si allarga al piano di zona

Acquisite dai finanzieri copie di delibere, determine, bandi e affidamenti dal 2014 e tutta la documentazione sui rimborsi per spese sanitarie negli ultimi due anni.L'assessore Lettori: "Verifica a garanzia della serenità dei cittadini"

BRINDISI – Si allargano le maglie dell’inchiesta della Procura sui servizi sociali gestiti dal Comune di Brindisi, per consentire la verifica anche delle attività che rientrano nel piano di zona, nel quale il capoluogo viaggia in tandem con San Vito dei Normanni, e dei rimborsi per le spese sanitarie sostenute dalle famiglie.

Le indagini

Finanza al Comune - Caso Cala Materdomini 3-2L’attività di acquisizione dei documenti prosegue per raccogliere tutte le tessere del puzzle che inizierebbe dal 2014 sino ad arrivare al 2018: la delega è stata assegnata ai finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria e già ieri mattina c’è stata la prima richiesta di copia documenti formalizzata a Palazzo di città. Probabilmente ne seguiranno altre. Tutto dipende dall’esito degli accertamenti chiesti dalla Procura di Brindisi, titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Antonio Negro.

Non ci sono indagati e non ci sono neppure ipotesi di reato, al momento, ma evidentemente c’è stato qualcosa che ha portato a un’accelerazione delle indagini, rendendo necessaria la tappa al Comune con conseguente ampliamento del raggio d’inchiesta.

Dal Palazzo, a 24 ore dalla visita dei finanzieri, non si registrano dichiarazioni ufficiali. Silente resta il canale della comunicazione ufficiale, così come quello più social e popolare al quale spesso, di recente, il sindaco Riccardo Rossi, ha fatto ricorso per comunicare il proprio pensiero.

L'assessore ai Servizi sociali

isabella lettori-3Dichiarazioni, invece, arrivano dalkassessore ai Servizi sociali, Isabella  Lettori, al quale il primo cittadino ha affidato la delega dopo le dimissioni della vice sindaco Rita Ortenzia De Vito: "Abbiamo preso atto dell'attività svolta dalla Guardia di Finanza e crediamo che le verifiche in essere siano una garanzia per la tranquilità dei cittadini utenti", dice Lettori, entrata sei mesi fa nella Giunta. "Aspettiamo che la magistratura concluda le indagini e assuma le decisioni conseguenti, nella certezza che questa Amministrazione ha sempre agito nella legalità e con trasparenza, per rispondere a tutte le istanze dei brindisini. E' in settore trincea quello dei Servizi sociali: ogni giorno ci sono emergenze che vengono fronteggiate dal personale, peraltro sotto organico. Nonostante questo tutti i dipendenti svolgono un lavoro eccezionale, con umanità oltre che con professionalità".

Evidente, ad ogni modo, appare la connessione tra gli accertamenti in corso e l’oggetto del memoriale presentato in Procura dall’ormai ex vice sindaca, a distanza di pochi giorni dalla conferenza stampa nel corso della quale esternò alcuni dei suoi dubbi sulla gestione complessiva del settore che le era stato affidato, su indicazione del Partito democratico e del segretario cittadino, Francesco Cannalire.

Il piano sociale di zona

La conferenza stampa di Rita De Vito-2-2-3De Vito parlò espressamente del piano sociale di zona: “Fu un incubo, la goccia che fece traboccare il vaso”, disse.  “Non ho padroni, non sono e non sarò mai una yes woman, non mi piego a clientelismi e quando c’è qualcosa che non va, la mia onestà mi impone di non tacere”, disse. E spiegò ai giornalisti: “Non potevo stare in silenzio di fronte al muro di gomma con il quale mi sono scontrata nei Servizi sociali del Comune di Brindisi sin da subito, sino ad arrivare al Piano sociale di zona. Ero un fantasma, nessuno mi ascoltava”, lamentò.

 “Rischiavamo persino il commissariamento dalla Regione Puglia per inadempimento dei Servizi sociali. Il termine ultimo per presentare la documentazione era il 4 ottobre, ma nella bozza lasciata dal sub commissario c’erano delle criticità. Ho studiato tanto, il dirigente era in ferie, due settimane, io ho lavorato e sostituito il sindaco anche a Ferragosto per consentire a lui di rilassarsi con la sua famiglia. Se la struttura non mi ascoltava, cosa potevo fare? Ho scritto e protocollato, ho fatto vedere la lettera a Cannalire e di nuovo una reprimenda”.

Fin qui la conferenza stampa. A distanza di qualche giorno, De Vito consegnò in Procura un dossier e, stando a indiscrezioni, di recente sarebbe stata anche ascoltata in qualità di persona informata sui fatti, probabilmente per consegnare alcuni chiarimenti su determinati aspetti.

I rimborsi per spese sanitarie

finanza al comune palazzo di città-2Per la prosecuzione dell’inchiesta, inoltre, sarebbe stata chiesta l’acquisizione degli atti relativi ai rimborsi delle spese sanitarie che il Comune, tramite il settore Servizi sociali, ha riconosciuto alle famiglie in possesso dei requisiti di reddito negli ultimi anni. Elenco dei beneficiari con annessi importi e documenti presentati dai richiedenti.

Si tratta della stessa voce che nel bilancio di previsione 2019, il primo dell’Amministrazione Rossi, è stata tagliata in conseguenza delle difficoltà economico-finanziarie dell’Ente. La delibera della Giunta risale al 3 aprile scorso e prevede tre strategie per contenere la spesa sociale, lasciando intatto lo standard qualitativo.

La prima comporta una “ulteriore verifica della situazione socio-familiare dei minori ricoverati nelle strutture, al fine di valutare – ove possibile – il rientro in famiglia”. In alternativa, il Comune pena a “forme di affido familiare con eventuale aumento del contributo previsto dall’attuale regolamentazione”.

La seconda azione si riferisce alla “revisione del regolamento per l’accesso alla prestazioni sociali e per la compartecipazione degli utenti ai costi degli interventi e dei servizi”. In tale ottica, stando alla decisione della Giunta, “le prestazioni economiche per problemi di salute possono essere erogate in presenza di spese per motivi sanitari, già sostenute e documentate, nei limiti di 300 euro annui e nel valore massimo di Isee pari a 5mila euro”. Dovrà, infine, essere rivisto l’accesso differenziato per fasce di reddito ai fini della fruizione dei servizi per disabili e anziani.

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