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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Fisco e tangenti, gli ispettori ora vogliono il rito alternativo. Intanto scarcerati

BRINDISI - Sono stati scarcerati i quattro dipendenti dell’Agenzia delle entrate di Ostuni arrestati lo scorso settembre. Lo ha disposto il giudice per le indagini preliminari nell’udienza tenutasi questa mattina. Udienza aggiornata al 27 maggio prossimo in quanto gli imputati Antonio Scalera, 33 anni, mesagnese, assistente tributario, e Alfredo Cisternino, 53 anni, ostunese, coordinatore tributario (difesi dagli avvocati Vittoriano Bruno e Amilcare Tana) hanno avanzato richiesta di riti alternativi.

BRINDISI -  Sono stati scarcerati i quattro dipendenti dell’Agenzia delle entrate di Ostuni arrestati lo scorso settembre. Lo ha disposto il giudice per le indagini preliminari nell’udienza tenutasi questa mattina. Udienza aggiornata al 27 maggio prossimo in quanto gli imputati Antonio Scalera, 33 anni, mesagnese, assistente tributario, e Alfredo Cisternino, 53 anni, ostunese, coordinatore tributario (difesi dagli avvocati Vittoriano Bruno e Amilcare Tana) hanno avanzato richiesta di riti alternativi.

Nessuna richiesta, almeno per il momento, è stata fatta dagli avvocati Aldo e Mario Guagliani, difensori di Salvatore Santoro, 58 anni, cegliese, collaboratore tributario, e di Giovanni Pizzolla, 49 anni, di San Michele Salentino, operatore tributario.

La quinta persona che fu arrestata per questa vicenda di mazzette aveva già riacquistato la liberta mesi fa: Vincenzo Sgura, 50 anni, ostunese, direttore tributario di servizio,  aveva, infatti, ottenuto il patteggiamento chiudendo il conto con la giustizia con la condanna a due anni e dieci mesi.

L’accusa per tutti è di concussione. Singoli episodi ricostruiti dopo una denuncia presentata ai finanzieri della compagnia di Ostuni da un cittadino di Carovigno che, stando all’accusa, aveva ricevuto richieste da alcuni degli imputati per addomesticare i controlli.

Con l’ausilio delle intercettazioni telefoniche gli investigatori e il magistrato titolare delle indagini riuscirono a completare il quadro. Denaro, cappotti in cachemire (da questi prese il nome l’operazione “Cachemire”), pranzi luculliani presso ristoranti che avevano o dovevano ricevere visite da parte degli addetti dell’Agenzia delle entrate.  Verifiche ammorbidite su tutto il territorio di competenza dell’Ufficio di Ostuni. Un giro di malaffare di colletti bianchi da far accapponare la pelle.

Il pubblico ministero Antonio Negro, assemblato il quadro probatorio, chiese i provvedimenti restrittivi e il giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò li emise. Cinque agli arrestati e due a piede libero.

Sgura dopo qualche giorno, dinanzi al gip, ammise le proprie responsabilità, patteggiò la pena e fu scarcerato. Gli altri si avvalsero della facoltà di non rispondere. Dopo qualche tempo lasciarono il carcere per gli arresti domiciliari. Oggi l’udienza che ha ridato a tutti la libertà.

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