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Flash/ Postini infedeli: sei arresti

BRINDISI – Avrebbero a lungo rovistato tra la corrispondenza, a caccia di documenti e oggetti di valore. La banda dei postini infedeli è stata scoperchiata all’alba di oggi, nell’ambito dell’operazione cellophane. A partire dalle prime ore del mattino, il personale della Sezione di Brindisi del Compartimento di polizia postale e delle Comunicazioni per la Puglia ha eseguito 6 misure restrittive su ordinanza (4 arresti domiciliari e 2 in carcere) ad altrettanti dipendenti di Poste Italiane. Nei guai alcuni addetti al servizio smistamento della corrispondenza di Brindisi. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura brindisina.

BRINDISI – Avrebbero a lungo rovistato tra la corrispondenza, a caccia di documenti e oggetti di valore. La banda dei postini infedeli è stata scoperchiata all’alba di oggi, nell’ambito dell’operazione cellophane. A partire dalle prime ore del mattino, il personale della Sezione di Brindisi del Compartimento di polizia postale e delle Comunicazioni per la Puglia ha eseguito 6 misure restrittive su ordinanza (4 arresti domiciliari e 2 in carcere) ad altrettanti dipendenti di Poste Italiane. Nei guai alcuni addetti al servizio smistamento della corrispondenza di Brindisi. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura brindisina.

Nella rete sono finiti 5 uomini ed una donna:  Francesco Meuli (63 anni, di Brindisi), Giuseppe Miccoli (53 anni, di Sandonaci),  Giuseppe Peluso (51 anni, di Brindisi), Guido Cirillo (57 anni, di Sandonaci), Giuseppe Macchia (57 anni, di Brindisi);  Daniela Santoro (59 anni,  di Brindisi).

Diversi i reati contestati: peculato continuato ed aggravato commesso da incaricato di pubblico servizio) e Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza, continuata ed aggravata, commessa da persona addetta al servizio postale). L’accusa: con più azioni perpetrate in tempi diversi, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, e violando con lo stesso comportamento diverse disposizioni di legge, agendo nella qualità di incaricati di pubblico servizio (dipendenti di Poste Italiane S.p.A. con mansioni di addetti allo smistamento della corrispondenza),  si sarebbero impossessati di corrispondenza, documenti e valori vari, contenuti in buste e plichi inviati per posta, di cui erano venuti in possesso in ragione del loro ufficio di addetti alla linea di produzione e smistamento. Corrispondenza che dopo essere stata violata, spesso sarebbe stata soppressa o distrutta.

Per tutti l’aggravante è di aver commesso i reati contestati con abuso di prestazione d’opera. Le indagini, avviate dalla polizia postale, sarebbero maturate tra il maggio e il giugno scorso. Le misure cautelari sono state chieste solo per il reato di peculato, in quanto la violazione di corrispondenza è punita dalla legge con una pena la cui entità è inferiore a quella richiesta per l’applicazione di misura cautelare personale.

La Procura ha ritenuto di contestare ai dipendenti infedeli il reato di peculato (valutazione condivisa dal Gip.)  nonostante l’ente Poste abbia carattere di società per azioni dal 1996. Per ma magistratura inquirente il servizio svolto  deve essere considerato pur sempre di natura pubblica, in quanto assicura e tutela l’interesse pubblico alla libertà e segretezza delle comunicazioni, che è di rilievo costituzionale.

L’indagine ha avuto inizio su segnalazione del Direttore del Cpd di Brindisi di Poste Spa, che nel febbraio 2011 ha denunciato un vistoso incremento del danneggiamento di corrispondenza contenente gadget ed oggetti di valore. Episodi verificatisi all’interno degli uffici Cpd. Là dove fu rinvenuta, celata nel cestino della raccolta rifiuti del reparto smistamento corrispondenza, anche una busta mezzo foglio lacerata e priva del contenuto.

Tali elementi fecero sorgere seri e ragionevoli sospetti circa la possibile presenza, all’interno del Cpd di alcuni operatori infedeli. Impiegati che, al fine di assicurarsi un ingiusto profitto, approfittando delle mansioni rivestite di addetti alla lavorazione della posta, erano soliti appropriarsi della corrispondenza loro affidata per la lavorazione, avviandola poi alla consegna aperta e/o priva di contenuto, oppure distruggendola, in ogni caso sottraendone il contenuto di valore.

Ad incastrare il gruppo avrebbe contribuito le immagini immortalate da alcune telecamere piazzate dagli inquirenti presso gli uffici di Poste Ferrovia, all’interno dei locali del Cpd, dove le operazioni di illecita sottrazione della corrispondenza pare si verificassero con allarmante frequenza.

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