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Cronaca Carovigno

Attentati/ Carovigno prigioniera di troppe ombre, ma non reagisce

Tutto sembra scivolare sulla pelle della società locale senza suscitare reazioni, come se in questa cittadina funzionasse un meccanismo occulto che tutto tacita e assorbe. La vita politica dei decenni passati è solo un lontano ricordo. La sinistra che aveva a lungo amministrato Carovigno è ridotta al lumicino e non è neppure più opposizione

CAROVIGNO – Tutto sembra scivolare sulla pelle della società locale senza suscitare reazioni, come se in questa cittadina funzionasse un meccanismo occulto che tutto tacita e assorbe. La vita politica dei decenni passati è solo un lontano ricordo. La sinistra che aveva a lungo amministrato Carovigno è ridotta al lumicino e non è neppure più opposizione, visto che l’unico consigliere del Pd, Corrado Tarantino (ex segretario provinciale), è stato designato alla presidenza dell’assemblea consiliare. Il resto è fuori dalla porta: Sel, Rifondazione, Partito Comunista mettono insieme una manciata di voti. 

Tutto scivola e si perde subito dietro le quinte di una situazione politica fondata sullo scontro personale: anche la catena di attentati che si susseguono da mesi, apparentemente senza collegamenti, ma forse riconducibile ad un’unica matrice che dovrebbe preoccupare, destare inquietudine e una risposta civile. Invece nulla. Come se la sequenza di incendi fosse una consuetudine accettabile. Tutto ciò in una città che, nella lunga notte dell’ultimo spoglio elettorale per le comunali, anch’esse macchiate da segnali criminosi non ancora ufficialmente decifrati, era tutta in strada nel cuore della notte, coinvolta nella frenesia del duello all’ultimo voto. 

Tuttavia le vicende malavitose che si susseguono non destano coscienze né provocano richieste di legalità e di chiarezza sui retroscena. Si vive alla giornata, si trascura il turismo che pure doveva essere la bandiera del rilancio del territorio di Carovigno. Ma sulla costa, se un turista decide di lasciare l’ombrellone per fare quattro passi fuori dalla spiaggia attrezzata, trova solo incuria e rifiuti. Non si fa turismo solo con Torre Guaceto e qualche residence. 

Ora è aperto il fronte contro l’impianto di compostaggio nell’area di Serranova, ma non ci sono forze politiche di Carovigno alla testa, bensì cittadini di Brindisi e San Vito. Tutte le battaglie combattute da sparute minoranze ambientaliste (che avrebbero dovuto raccogliere ben altri consensi), sono state perse: dalla lama della Mezzaluna sino a quella di Pantanaggianni. Bisogna risalire a quella per la difesa di Torre Guaceto per trovare un successo, mentre l'ultimo ricordo di movimento popolare a Carovigno riporta ai tempi dell’opposizione ad una centrale nucleare tra Specchiolla e Pennagrossa (ma anche allora c’era anche un movimento che spingeva invece in senso contrario).

E' meglio una divisione netta in piazza, della palude che tutto ingoia, dagli scandali agli attentati. In cambio di cosa? Non c’è uno straccio di analisi politica su ciò che accade a Carovigno, mentre non si sa invece se gli investigatori si stiano avvicinando, per le loro competenze, a qualche soluzione. Ma per ora questa è l’unica città della provincia dove, di fronte al manifestarsi di queste minacce, nulla si è mosso.

Si potrebbe perlomeno partire dalla convocazione di un consiglio comunale monotematico per prendere coscienza di cosa stia accadendo. Il sindaco Mimmo Mele, contattato da BrindisiReport, dichiara di essere “assolutamente favorevole” a questa idea. “Stiamo aspettando – afferma il sindaco - la presenza di autorevoli personaggi politici e delle forze dell’ordine. Quella di un consiglio monotematico è stata Mimmo Mele-2un’idea del primo momento. Adesso andrà concordata con prefetto e forze dell’ordine”.  

Mele si dice preoccupato per gli atti intimidatori ai danni di amministratori comunali, e non, che da mesi avvelenano il clima politico di Carovigno. “Non ho elementi – dichiara il sindaco - per dire se ci sono legami con le vicende riguardanti l’impianto di compostaggio. Il clima che si è creato in questa città da parte dell’opposizione è ingiustificato rispetto alla scelta strategico-politica che spetta alla maggioranza fare. Poi saranno gli anni a definire se questa scelta è stata fatta per il bene dell’ambiente”.  

Mele parla di malumori legati al taglio di una serie di privilegi. “Oggi  - spiega il primo cittadino - registro un bilancio con 995 mila euro di spesa corrente in meno. Significa che questa amministrazione ha tolto tutti i tipi di privilegi. E  quando si tolgono dei privilegi, qualcuno reagisce in maniera spropositata. Le intimidazioni sono da condannare in modo più assoluto, ma allo stesso tempo le rigettiamo. Chi decide di fare l’amministratore, purtroppo, deve mettere in conto anche questi fatti, sicuramente influenzati dal clima politico”. 

Mele resta convinto della decisione di realizzare l’impianto di compostaggio in contrada Gabellotti-Argentieri, vicino Autigno e Formica. “Si tratta – dichiara il sindaco - di una scelta concordata con l’amministrazione comunale di San Vito dei Normanni. Il sito individuato è distante dai centri abitati. Il nostro atteggiamento è stato straordinariamente democratico, anche nei confronti della cittadinanza. Chiedo naturalmente che la stessa correttezza che noi usiamo, venga usata anche dall’opposizione, che purtroppo, ripeto, sta alzando il livello dello scontro”. 

Salvatore Tomaselli, senatore del Pd, rimarca come “la reiterazione di quei fatti ripetuti crei le condizioni per un allarme diffuso”. “E’ chiaro – afferma Tomaselli - che c’è un qualche clima che sta favorendo questi atti intimidatori. Quanto siano collegati allo scontro politico che in quella città Salvatore Tomaselli-3-2è ancora molto forte o quanto, come qualcuno asserisce, ad alcune scelte che il Comune vuole fare,  questo lo diranno gli inquirenti. Da parte mia c’è la più assoluta condanna”. Il senatore, ovviamente, non si sbilancia sulla matrice delle intimidazioni.  “Se possa esserci un legame con l’impianto di compostaggio – dice Tomaselli - non lo so. Lo diranno gli inquirenti, che stanno lavorando alacremente. Mi auguro che nei prossimi giorni vengano fuori anche delle risposte”. 

Risposte che non potranno che arrivare dalle forze dell’ordine, con cui il senatore dice di essere in contatto  da giorni. “Ho parlato a lungo col prefetto. So  - afferma il senatore - che stanno seguendo attentamente queste vicende. Aspettiamo l’esito dell'indagine, che so essere molto particolareggiata. Siamo comunque vicini agli amministratori locali che hanno subito atti intimidatori, a prescindere dalla loro posizione politica.  Spero anche che all’interno del consiglio comunale, le forze politiche dicano una parola chiara di rifiuto e di condanna di questi episodi”. “Lo scontro politico  - conclude Tomaselli - rimanga nell’alveo del legittimo confronto di idee. E anche le scelte amministrative siano ricondotte nell’alveo politico-amministrativo”. 

Tonino Mosaico, segretario regionale del Partito comunista di Marco Rizzo, da sempre in prima linea su diverse questioni ambientali particolarmente sentite a Carovigno (depuratore e fogna su tutte), attribuisce  all’assenza delle istituzioni la colpa dei fatti di questi giorni. “La politica non esiste. La classe dirigente di Carovigno – dichiara Mosaico - non fa il suo dovere, in quanto non affronta i problemi del paese in termini politici. Carovigno è diventata una democrazia di mercato, in cui chi ha i soldi compra i voti e chi ha i voti li vende. Non esiste più un ideale in base al quale Tonino Mosaico-2affrontare i problemi. L’unico problema di cui non si parla è il depuratore e il depuratore significa ambiente. Si tende a realizzare strutture private e non pubbliche”

Mosaico spiega di essere favorevole alla realizzazione dell’impianto di compostaggio, ma a certe condizioni. “Abbiamo seguito le indicazioni dei Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) di Lecce e di Bari – afferma ancora il segretario regionale del Pci - che dicono che gli impianti di compostaggio vanno bene se non sono un business, contestando quindi la scelta di un impianto di grosse dimensioni. Ogni paese dovrebbe farselo per conto suo. Qualcuno deve spiegare a cosa serve fare la differenziata se poi non puoi riutilizzare l’umido”.

“Nell’ultimo consiglio comunale, invece – prosegue Mosaico - ho sentito qualcuno dire che l’impianto di compostaggio è una fabbrica di morte e che produce tumori. Questo succede perché manca il vero ambientalismo e fra il pubblico c’era qualcuno assoldato per battere le mani. Ormai c’è una contrapposizione non politica, ma personale, della gestione del potere”. “In consiglio comunale – conclude Mosaico - le forze politiche si stanno contrapponendo l’una con l’altra perché non stanno trovando l’accordo su chi deve gestire gli appalti dei lavori. Non credo che chi vada in quel consiglio sappia quello che dice. Per questo, ne auspico uno monotematico. Se lo si fa, vedremo cosa diranno i diretti interessati”. 

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