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Cronaca

Franca e Benedetta, in tanti all'addio

CAROVIGNO - Un bacio alla piccola bara bianca, un bacio anche a quella della madre, l’una accanto all’altra, davanti all’altare: Antonio, padre ed ormai ex marito, ha portato in spalla il piccolo feretro della figlioletta, all’uscita dalla chiesa.

CAROVIGNO - Un bacio alla piccola bara bianca, un bacio anche a quella della madre, l’una accanto all’altra, davanti all’altare: Antonio, padre ed ormai ex marito, le ha salutate entrambe così prima di portare in spalla il piccolo feretro della figlioletta, all’uscita dalla chiesa. Per l’addio a Franca e Benedetta la chiesa di Santa Maria del Soccorso, a Carovigno, era strapiena. Non c’era posto per tutti, in molti hanno dovuto assistere alla funzione all’esterno, perfino assiepati sul marciapiedi antistante l’ingresso. Tra tutti, il sindaco, senatore Vittorio Zizza.

Seduti nelle prime file i genitori di Franca, nonni della piccola Benedetta. Le sorelle della giovane madre vittima, insieme a sua figlia, della sua stessa disperazione. Accanto, poco distante, il papà della bimba di 3 anni, Antonio, sorretto dai suoi famigliari. Il parroco, don Costantino Baccaro, durante l’omelia ha invitato la gente ad aprire al prossimo il proprio cuore. “Siamo qui per curiosità più che per pietà umana” ha subito detto, per poi parlare di speranza, di tenerezza, citando papa Francesco. “Questa famiglia, una volta a casa, sentirà il vuoto”, ha detto invitando i presenti a stringersi attorno a loro in un abbraccio sincero.

La cerimonia è stata semplice. Due i mazzi di orchidee deposti sulle bare, viola per Franca, bianche per Benedetta. All’esterno alcune corone di fiori. Composto il dolore dei famigliari, intrappolato negli sguardi persi nel vuoto, occhi che avevano già pianto tutte le lacrime. Quella di Francesca è una famiglia umile. Lei, 32 anni, lavorava la terra. Bracciante anche il marito che dallo scorso dicembre aveva lasciato il tetto coniugale per tornare dai suoi genitori.

La follia ha raggiunto il suo apice la sera di Pasquetta, Lunedì dell’Angelo. Benedetta è morta, forse avvelenata con il diserbante. Franca, dopo aver scritto quattro lettere di suo pugno, si è lanciata dal terrazzo. Ieri sera ne è stata dichiarata la morte cerebrale, sono stati donati i reni su autorizzazione della madre e a quanto pare anche dello stesso marito, Antonio, che non essendo state avviate le pratiche per la separazione ha dovuto fornire il suo assenso. L’inchiesta, così, si è chiusa. Il pm Pierpaolo Montinaro non ha ritenuto di disporre l’autopsia sul corpicino di Benedetta, per accertare le cause del decesso. Inutile, ormai. Non essendovi più responsabilità da attribuire.

Si è chiusa così la drammatica vicenda che ha scosso una comunità, stravolto due famiglie. Con una celebrazione funebre riservata, ma aperta a tutti. Priva di qualsiasi forma di ostentazione della disperazione, trapelata a stento durante qualche abbraccio dato per infondere conforto. La commozione della gente era sincera. Carovigno, ha sospeso il giudizio nei confronti della povera madre, preda del male di vivere che le ha offuscato la ragione. Voleva portare via con sé la piccola Benedetta. In cuor suo, forse, era certa di proteggerla, sottraendola alla sofferenza di questa terra.

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