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Cronaca Francavilla Fontana

Appalti truccati all'Utc: chiesto processo per quattro, fuori il politico

Dovranno affrontare l'udienza preliminare l'ex presidente dell'Ordine degli architetti di Brindisi e già capo dell'Utc di Francavilla, Fulgenzio Clavica, e altri tre. Chiesta archiviazione per Ammaturo

FRANCAVILLA FONTANA - Chiusa l’inchiesta arriva la richiesta di rinvio a giudizio per quattro delle cinque persone coinvolte nell’inchiesta sugli appalti truccati all’Ufficio tecnico di Francavilla Fontana. La procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione per uno degli indagati, Mimmo Ammaturo, all’epoca dei fatti, nel 2010 assessore ai lavori pubblici poi dimessosi dall’incarico e in passato sindaco democristiano di Francavilla Fontana. Ha sostenuto un interrogatorio e ha chiarito la propria posizione.

Dovranno invece affrontare l’udienza preliminare gli altri 4 imputati che rispondono a vario titolo di turbativa d’asta, corruzione, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico per induzione. Sono l’ex presidente dell’Ordine degli architetti di Brindisi e già capo dell’Utc di Francavilla, Fulgenzio Clavica, che fu posto ai domiciliari lo scorso agosto, Cosimo Dellisanti, ingegnere tarantino finito ai domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta nel giugno precedente, la funzionaria del Comune di Francavilla Fontana Maria Daniela Camarda e Michele Vinci, collaboratore di Dellisanti.

L'incarico finito sotto la lente della procura di Brindisi è quello per la progettazione dei lavori per il miglioramento della risorsa idrica urbana nella zona Pip ad alta pericolosità di inondazione a Francavilla, ma non solo. Ci sono anche i ponti sulla ferrovia e per incarichi vari tutti coperti da finanziamenti pubblici a più zeri, dai 2,4 fino ai 10 milioni di euro.

Fulgenzio ClavicaVi era stando a quanto emerso dall’inchiesta, un funzionario compiacente, Daniela Camarda, che favoriva l’opera di Dellisanti, titolare della Promeed Engineering, predisponendo tecnicamente tutto quel che occorreva perché i piani filassero lisci. Dellisanti, poi, anche prof a contratto al Politecnico di Bari, si occupava personalmente di contattare tutti gli altri professionisti interessati a partecipare ai bandi per la progettazione esecutiva per indurli a desistere.  Michele Vinci, da consulente di fiducia, preparava materialmente il contenuto degli atti. Mentre Clavica avrebbe firmato un progetto per la quale l’amministrazione comunale gli attribuì un compenso di 32mila euro. In sede di interrogatorio dinanzi al gip Paola Liaci e al pm Milto Stefano De Nozza, l’architetto, al fianco del legale Carlo Tatarano, aveva spiegato che quel contributo era destinato a tutto l’ufficio e non soltanto a lui, e che per altro non era mai stato erogato e quindi percepito. 

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