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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Francavilla e il racket: "Molta gente paga e poi va agli incontri sulla criminalità"

FRANCAVILLA FONTANA - “A questi vertici partecipano persone, anche membri delle associazioni antiracket, che pagano sottobanco il pizzo”. L’assessore ai Lavori pubblici di Francavilla Fontana, Mimmo Ammaturo, non la manda a dire, e rompe per primo il muro di omertà che incombe sulla Città degli Imperiali. Parole che fanno il paio con quelle, la sostanza è la stessa, del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano che ha puntato il dito contro un dato, inoppugnabile: “Nessuna denuncia da parte dell’associazione antiracket qui a Francavilla Fontana”. La replica di Salvatore Incalza, presidente dell’antiracket è altrettanto sferzante: “Non abbiamo nemmeno una sede, la gente fatica a individuare anche il posto dove presentare denuncia, se non ha la forza di rivolgersi alle forze dell’ordine”.

FRANCAVILLA FONTANA - “A questi vertici partecipano persone, anche membri delle associazioni antiracket, che pagano sottobanco il pizzo”. L’assessore ai Lavori pubblici di Francavilla Fontana, Mimmo Ammaturo, non la manda a dire, e rompe per primo il muro di omertà che incombe sulla Città degli Imperiali. Parole che fanno il paio con quelle, la sostanza è la stessa, del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano che ha puntato il dito contro un dato, inoppugnabile: “Nessuna denuncia da parte dell’associazione antiracket qui a Francavilla Fontana”. La replica di Salvatore Incalza, presidente dell’antiracket è altrettanto sferzante: “Non abbiamo nemmeno una sede, la gente fatica a individuare anche il posto dove presentare denuncia, se non ha la forza di rivolgersi alle forze dell’ordine”.

Le esternazioni di Ammaturo, dalle quali non ha perso tempo a prendere le distanza il primo cittadino di Francavilla, Vincenzo Della Corte invitando il suo assessore a “denunciare fatti che noi non conosciamo”, sono perfettamente coerenti con la storia personale del personaggio. Nel 1992 l’ex sindaco Dc fu destinatario di un attentato dinamitardo che semidistrusse la villa in campagna dove trascorreva le vacanze estive  insieme alla famiglia. Qualche tempo dopo, un commando armato gli puntò contro una pistola, intimandogli di lasciare la politica. All’epoca, come oggi, Mimmo Ammaturo, ingegnere, parlava fuori dai denti di appalti, spazzatura e affaire del mattone, senza mezzi termini. Non esitò a sporgere denuncia presso la procura antimafia, ma i responsabili non sono mai stati individuati.

La storia recente lo ha visto ritornare sulla scena politica, nei panni di assessore al fianco di Della Corte e dell’onorevole Luigi Vitali, con il quale condivide anche una partecipazione societaria in una impresa per la realizzazione di un impianto modulare di trasformazione del Cdr in energia compatibile. Questa la storia in pillole dell’attuale assessore ai Lavori pubblici, voce fuori dal coro, più di qualche volta.

All’indomani del terzo omicidio, l’agguato mortale contro Fabio Parisi, 23 dicembre, qualcuno ha scritto sulla bacheca di Facebook di Mimmo Ammaturo (il social network, in un modo o nell’altro, c’entra sempre), invitando l’assessore a organizzare una fiaccolata per la legalità: “Le fiaccolate servono a poco”, ha risposto, “Potremmo anche farlo ma non è questo il punto. Alla nostra città serve un ritorno alla legalità, alla denuncia che manca nella zona industriale come altrove, abbattere l’omertà che ci sta schiacciando, questo serve”.

L’assessore ai Lavori pubblici sembra sapere quello che dice. Parole confermate in qualche modo dal procuratore capo Marco Di Napoli, che alla domanda se qualcuno abbia parlato con gli inquirenti sugli ultimi fatti che hanno insanguinato la città di Francavilla ha risposto: “Diciamo che si tratta di ambienti piuttosto impermeabili”, aggettivo del tutto eloquente.

Ulteriore conferma allo scenario tratteggiato viene dal presidente di Confcommercio Dario Montanaro: “E’ vero – conferma – circola voce che nella nostra città qualcuno paghi il pizzo, anzi più di qualcuno. Mi auguro che non sia così, ma se fosse vero sarebbe inquietante”. Alle affermazioni di politici, istituzioni e imprenditori, si unisce la voce di chi nelle fila degli imprenditori che ieri hanno incontrato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, chiedendo che vengano fatti accertamenti precisi sulle disponibilità patrimoniali di personaggi che sembrano, sulla carta, non possedere nulla, conducendo tuttavia un tenore di vita del tutto in contrasto con le dichiarazioni dei redditi. Per non parlare dei negozi intestati a sconosciuti che sorgono e muoiono nel giro di poche ore. Solo effetto della crisi?

Lo stesso Mantovano ha rassicurato che esattamente questa è la direzione in cui si  stanno muovendo gli inquirenti, a cominciare dagli accertamenti intorno all’impero che porta il nome di Giancarlo Capobianco, additato da Ercole Penna come capozona della città, e punto di riferimento per la frangia capeggiata da Massimo Pasimeni e Antonio Vitale. Affermazioni in attesa di riscontro, certo, ma Penna sembra non avere raccontato nulla che i francavillesi non sanno.

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