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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Frazionamento artificioso dell'impianto fotovoltaico: cinque sequestri e 10 indagati

BRINDISI – Per la prima volta salta il gioco degli impianti fotovoltaici divisi solo formalmente in diversi lotti da un’unica e reale società

BRINDISI – Per la prima volta salta il gioco degli impianti fotovoltaici divisi solo formalmente in diversi lotti da un’unica e reale società titolare dell’operazione per aggirare l’obbligo della Valutazione di impatto ambientale, e procedere invece con la sola Dichiarazione di inizio attività. I carabinieri del Noe di Lecce oggi hanno notificato un decreto di sequestro preventivo emesso dal procuratore aggiunto di Brindisi, Nicolangelo Ghizzardi, a carico di una Srl con sedi legali a Roma e Messina, la Società agricola energetica europea, cui fanno effettivamente capo altre società cui erano riconducibili i singoli impianti artificiosamente frazionati, la Ecopower Srl, la Girasole Srl, la Photos Srl, la  2007 e la Geos Srl. Il provvedimento riguarda tutti e cinque gli impianti, per una potenza installata di 5 megawatt e una estensione occupata di 50mila metri quadrati. Inoltre hanno ricevuto informazione di garanzia contestuale per le ipotesi di reato di opere senza autorizzazione a costruire, e  senza autorizzazione paesaggistica, dieci persone direttamente o indirettamente collegate tra loro e alla stessa Società agricola energetica europea.

Ma questo è solo l’inizio di una campagna di controlli, ha annunciato il procuratore aggiunto  Ghizzardi, precisando che non si tratta assolutamente di una operazione contro il fotovoltaico, bensì contro coloro che hanno utilizzato “leggi emanate per finalità giuste, ma per raggiungere fini che invece non lo sono”. L’area interessata al sequestro preventivo si trova in località Ponticello, in territorio del Comune di San Donaci, in una frazione di territorio coperta da vincolo paesaggistico. Il valore degli impianti sequestrati si aggira attorno ai 30 milioni di euro. Gli indagati sono in alcuni casi nomi ricorrenti anche in altre società che hanno realizzato o stanno realizzando impianti in varie zone del Brindisino, come aveva accertato BrindisiReport.it a gennaio, e che vedremo in un successivo servizio. La difficoltà investigativa, ha spiegato il capitano Nicola Candito, comandante del Nucleo tutela ambientale di Lecce, sta proprio nel riuscire a trovare le relazioni inconfutabili tra chi opera l’acquisizione dei terreni, chi ne diventa proprietario e chi realizza gli impianti per dimostrare la sussistenza del frazionamento artificioso, teso ad aggirare iter autorizzativi ben più complessi, lunghi ed onerosi.

E’ nato così fotovoltaico selvaggio. L’operazione condotta tra gennaio e marzo 2011 dai carabinieri e dalla procura brindisina andrà presto al vaglio del giudice delle indagini preliminari, per la convalida o meno del decreto di sequestro, che trova i suoi motivi di urgenza – ha spiegato ancora il procuratore aggiunto – nell’impedire che gli impianti ritenuti abusivi potessero collegarsi alla rete. Qui si apre un altro filone di indagini, dato che il mancato allaccio esclude che si possa autocertificare la fine lavori per accedere agli incentivi del fondo energia, che richiedono invece che l’impianto sia pronto a produrre ed immettere in rete.  

Oltre alla ricorrenza degli stessi nomi in questo gioco di differenti società, vi è la coincidenza della Dia presentata per tutte e cinque le Srl satellite il 16 ottobre del 2007 al Comune di San Donaci, e quella della dichiarazione di assenso all’uso dei terreni interessati che porta per le cinque società la data del 13 ottobre 2007. 

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