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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Frode al 118: gli indagati davanti al gip, arrivano le prime ammissioni

Arrivano le prime ammissioni da parte delle persone arrestate dalla guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta che ha portato alla luce delle frodi ai danni dell'Asl Brindisi orchestrate dal responsabile e dai suoi stretti collaboratori di un'associazione

BRINDISI – Arrivano le prime ammissioni da parte delle persone arrestate dalla guardia di finanza nell’ambito dell'inchiesta che ha portato alla luce delle frodi ai danni dell’Asl Brindisi orchestrate dal responsabile e dai suoi stretti collaboratori di un’associazione, la Avf (Associazione volontari di Fasano), convenzionata con il servizio di 118. I quattro indagati si sono presentati stamani davanti al gip Tea Verderosa per l’interrogatorio di garanzia.

Dario Turchiarulo, 25 anni, dipendente dell’Avf nonché nipote del responsabile dell’associazione, Raffaele Turchiarulo, ha ammesso gli addebiti, professandosi colpevole. L’uomo, difeso dall’avvocato Giuseppe Guastella, ha inoltre ammesso il tenore delle telefonate e il contenuto delle intercettazioni telefoniche riportate nell’ordinanza di custodia cautelare emessa all’alba di lunedì, quando è scattata l’operazione Remedium.

Hanno risposto alle domande del giudice anche Antonietta Zizzi, 51 anni, di Fasano, difesa dall’avvocato Cesare Dentice, e Giordano Guber, 47, di Brindisi, assistito da Gianvito Lillo.  La prima, anch’essa dipendente dell’associazione, ha chiarito la sua posizione, contestando alcuni punti dell’accusa. Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, quello che dagli inquirenti è considerato la mente del gruppo, il 58enne Raffaele Turchiarulo, di Brindisi, difeso anche lui d Gianvito Lillo, che oltre ad essere il responsabile dell’Avf, è anche il responsabile di una cooperativa, la Getras, che aveva la medesima sede legale dell’associazione e che effettuava il servizio di soccorso presso la centrale Enel di Cerano e la centrale Enipower, oltre al servizio di trasporto in ambulanza per conto del consorzio San Raffaele di Ceglie Messapica.

Da quanto appurato dai finanzieri nel corso delle indagini, iniziate a ottobre 2014 e andate avanti per otto mesi, gli indagati avrebbero utilizzato per i servizi privati resi dalla cooperativa farmaci e presidi ospedaliere acquistati dall’Asl e ceduti gratuitamente all’Avc per il servizio di emergenza/urgenza presso le postazioni Brindisi-Perrino e Brindisi-Porto, in virtù di una convenziona stipulata con l’Asl. Non solo. Turchiarulo avrebbe anche utilizzato in maniera illegittima una somma pari a 40mila euro stanziata dall’azienda sanitaria per coprire i compensi dei volontari dell’associazione.

Fra gli escamotage ai quali gli indagati avrebbero fatto ricorso per truffare il servizio sanitario vi sarebbe anche quello di scambiare le ambulanze sostitutive delle postazioni di 118 con quelle principali per effettuare trasporti privati commissionati alla Getras.

Le accuse contestate sono a vario titolo di concorso in peculato continuato, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata perché commessa ai danni di un ente pubblico e tentata somministrazione di farmaci guasti e/o imperfetti perché scaduti di validità (nel corso di una perquisizione infatti i finanzieri hanno trovato farmaci scaduti sia nella postazione della centrale Enel che all’interno delle ambulanze dell’associazione). E nella giornata di ieri (21 aprile) l’Asl ha annunciato di aver sospeso la convenzione con L’Avf. 

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