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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fuoriserie, gioielli, case e vacanze di lusso: chiusa l'indagine sul crack Cit, undici avvisi

CAROVIGNO - Un vorticoso giro di spese in beni di lusso, vacanze, fuoriserie, case, dietro il crak della Compagnia Italiana Turismo, vicenda in cui spicca il nome di Arcangelo Taddeo, architetto di Carovigno dalla carriera fulminante. Si va dai pagamenti dell' affitto di un appartamento vicino a Palazzo Madama, a Roma, a una sudamericana, alle vacanze a Saint Moritz e in beauty farm, e pure all'acquisto di orologi, argenteria e accessori di prestigiose marche griffate: una quarantina di episodi di distrazione di denaro contestati dal pm di Milano, Riccardo Targetti, agli 11 indagati che hanno ricevuto l'avviso di chiusura dell'inchiesta per il fallimento del gruppo Cit.

CAROVIGNO -  Un vorticoso giro di spese in beni di lusso, vacanze, fuoriserie, case, dietro il crak della Compagnia Italiana Turismo, vicenda in cui spicca il nome di Arcangelo Taddeo, architetto di Carovigno dalla carriera fulminante. Si va dai pagamenti dell' affitto di un appartamento vicino a Palazzo Madama, a Roma, a una sudamericana, alle vacanze a Saint Moritz e in beauty farm, e pure all'acquisto di orologi, argenteria e accessori di prestigiose marche griffate: una quarantina di episodi di distrazione di denaro contestati dal pm di Milano, Riccardo Targetti, agli 11 indagati che hanno ricevuto l'avviso di chiusura dell'inchiesta per il fallimento del gruppo Cit.

Secondo la ricostruzione di inquirenti e investigatori, e del consulente tecnico Gian Gaetano Bellavia, tra il 2001 e il 2005 alcuni degli indagati avevano addebitato a una delle società del gruppo, Cit Invest, oltre 282 mila euro per pagare non solo l'affitto triennale alla sudamericana, ma anche quello di un appartamento in via del Corso all'allora responsabile ufficiale delle pubbliche relazioni del gruppo e quell'altro di una casa vicino a San Pietro, di cui usufruiva l'ex amministratore delegato Arcangelo Taddeo.

Non solo:  nell'aprile di 7 anni fa, venivano dissipati 67 mila euro – si legge nelle carte del pm - dando in permuta a un concessionario della capitale una Porsche di proprietà di Cit Invest, usata da Taddeo (e una Ferrari di sua proprietà) in cambio di una Lamborghini del valore di 250 mila euro e poi intestata ad una società dell' stesso ex amministratore delegato. Accanto all'acquisto, avvenuto tra il dicembre 2002 e il luglio 2005, di gioielli e argenteria per una cifra di più di 333 mila euro, nello stesso arco di tempo Taddeo avrebbe speso poco più di 97 mila euro per comprare mobili da un antiquario di Brindisi, accessori di Gucci, Louis Vuitton e abiti di Versace, Loro Piana e Davide Cenci.

E sempre Taddeo,  insieme al patron Gianvittorio Gandolfi e ad un altro indagato, nel 2000 avevano sottratto dalle casse di Electa Spa oltre 22 mila euro per il soggiorno natalizio con le loro famiglie a Saint Moritz e per il noleggio di quattro auto di lusso per raggiungere da Malpensa la nota località nel cuore dell'Engadina. Quell'anno, ma in marzo, è stata spesa più o meno la stessa cifra per una cinque giorni di relax in una 'beauty farm' sul lago di Garda.

Ma come c’è arrivato l’architetto Arcangelo Taddeo ai vertici della Compagnia Italiana del Turismo Spa (e di Vacanze Italiane) direttamente dall’ufficio tecnico del Comune di Carovigno? E perché il suo nome compare ancora nelle vicende della discussa Tributi Italia? Forse “meriti” politici, cominciati dalla presenza nel comitato promotore di Ideazione, e poi consolidati negli anni dietro le quinte della scalata del Pdl. L’architetto di Carovigno, dunque, entra in Cit nel 2003 e nel 2005 ne è già amministratore delegato.

Esattamente tre anni fa, l’1 aprile del 2008, la procura milanese lancia l’operazione più importante per l’acquisizione di documentazione e prove per supportare l’ipotesi di reato di dissipazione  post-fallimentare, in base agli articoli 216, 219 e 223 della legge fallimentare. Il Nucleo di polizia tributaria della  Guardia di Finanza setaccia uffici e abitazioni di Ignazio Abrignani, avvocato, ex responsabile della segreteria di Claudio Scajola, e da Scajola (allora ministro delle Attività produttive) nominato primo commissario straordinario del gruppo turistico nel 2006. Di Gianvittorio Gandolfi, alla guida del gruppo Cit dalla sua acquisizione dalle Ferrovie dello Stato, e ovviamente di Arcangelo Taddeo. I finanzieri quel giorno vanno anche a perquisire gli studi di Giuseppe Vimercati (ex Mediocredito lombardo che, nel luglio 1998, finanziò Gandolfi per l'acquisto della Cit dalle Ferrovie dello Stato) e di Giovanni Natali, amministratore delegato Cit dal 20 gennaio 2003 al 16 marzo 2004.

E’ lo stesso pm Targetti che guida la Finanza, nella stessa mattinata, al Ministero dello Sviluppo economico per prelevare le carte della gestione Abrignani e di quella successiva (il cui commissario Antonio Nuzzo non è indagato). Il nodo dell’indagine è quello del destino dei soldi erogati dallo Stato a sei società collegate a Cit con lo strumento del contratto di programma: Hotel La Morgia, Casa di Pietrelcina, e Centro Campano che avevano ricevuto dal Cipe nel 2003 25 milioni di euro, e  Hotel Lucani, Sable d'Or e Hotel Residence Sud che nel 2002 avevano ottenuto un finanziamento analogo. Le fidejussioni erano state stipulate con la Generali Assicurazioni.

Scopo dei due contratti di programma, la costruzione di residence e villaggi turistici. Ma i progetti non vengono realizzati e delle anticipazioni ricevute dalla sei Srl non si conosce la fine. Sino al 16 marzo del 2006, il giorno del decreto ministeriale di   commissariamento straordinario di Cit. Abrignani che fa? Con una mossa a sorpresa si co-obbliga nei confronti dei creditori, e così ci sarà anche la procedura di amministrazione straordinaria a rispondere, oltre ai sottoscrittori delle polizze di fidejussione. Il pm registra tutto. Ora l’indagine è chiusa e si andrà verso la richiesta di rinvio a giudizio.

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