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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Assalti in trasferta ai bancomat: arrestato il quinto brindisino

Preso il quinto brindisino ritenuto componente del gruppo specializzato negli assalti ai bancomat e postamat delle Marche con la tecnica dell’esplosione: in carcere è finito Giovanni Moro, il cui nome era venuto a galla nelle indagini

BRINDISI – Preso il quinto brindisino ritenuto componente del gruppo specializzato negli assalti ai bancomat e postamat delle Marche con la tecnica dell’esplosione: in carcere è finito Giovanni Moro, il cui nome era venuto a galla nelle indagini che a fine settembre portarono al fermo di Vincenzo Schiena, 38 anni, di Mesagne; Cosimo Iurlaro, 41, di Brindisi; Omar Bianco, 27, di Mesagne, e Marco Santoro, 25, di Ostuni, ora ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

Moro, 40 anni, di Brindisi, è stato arrestato dai carabinieri di Osimo nel pomeriggio di oggi in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Ancona con accuse identiche a quelle mosse nei confronti dei quattro, partendo dalle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza posto a protezione degli sportelli. Nei prossimi giorni sarà interrogato, per rogatoria, alla presenza del suo difensore di fiducia, Daniela D’Amuri.

Le indagini hanno per oggetto azioni ai danni degli sportelli di banche e poste tra le province di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno dal 2 gennaio al 25 settembre 2016, quando i quattro furono sorpresi dai militari in un’abitazione di Porto Sant’Elpidio, a pochi chilometri da Fermo. Nella disponibilità del gruppo ci sarebbe stata un’Audi del valore di 130mila euro, blindata come negli anni del contrabbando di sigarette con lamiere d’acciaio.

Tutti e cinque sono accusati di “furti, consumati e tentati, nelle Marche con uso e porto abusivo in luogo pubblico di esplosivo di tipo micidiale, ossigeno e acetilene”, che sotto forma di miscela finivano in bombole usate per far far saltare” i dispositivi. E’ stata mossa anche l’accusa di riciclaggio dell’auto, risultata rubata a Porto Sant’Elpidio il 25 giugno 2015 e portata a Brindisi per essere blindata con lastre d’acciaio come negli anni del contrabbando.

L’inchiesta è partita dopo il furto del bancomat avvenuto il 2 gennaio 2016 a Polverigi, comune in provincia di Ancona, con la tecnica dell’esplosione a mezzo di gas acetilene. In quella occasione venne presa di mira la banca Unicredit. Colpo identico ad Osimo, località Padiglione,  il 9 aprile successivo, ai danni della Banca Popolare di Ancona.

In questi primi due episodi, la tecnica usata era quella dello  “sradicamento”:  il “commando era composto da più di 4-6 soggetti che si occupavano, con compiti ben assegnati, di rubare un veicolo industriale tipo escavatore che serviva per sventrare la banca (così come successo ad Osimo) e di conseguenza asportare materialmente il bancomat; rubare un autocarro utilizzato per il trasporto dell’Atm; rubare altresì’ delle auto vicino all’obiettivo da utilizzare come ostacolo per sbarrare la strada ai carabinieri”.

In altre azioni, è stata usata la tecnica dello “scoppio a mezzo deflagrazione” di una miscela di ossigeno e gas acetilene iniettata nello sportello erogatore delle banconote, utilizzando come innesco una scia di benzina e poi asportare le cassette con il denaro. Il gruppo agiva sempre in orario notturno, verso tre e nei giorni in cui gli istituti di credito provvedevano a ricaricare di denaro contante gli sportelli.

“Il commando si assicurava la fuga anche attraverso i “chiodi a tre punte”, poi rinvenuti nell’autovettura utilizzata per la fuga, che venivano lanciati sulla strada per bloccare ogni tipo di inseguimento dei carabinieri”, hanno scritto i carabinieri nell’ultima informativa di reato.

“Per garantirsi la fuga dopo gli assalti veniva usata una potentissima Audi Rs6 di colore nero del valore commerciale di circa 130mila euro, con  targhe clonate, che poi veniva nascosta in garage preso in affitto in nero, sempre nel comune di Porto Sant’Elpidio”. Sembravano imprendibili.

La svolta è avvenuta lo scorso 25 settembre, quando è stato fatto  esplodere il bancomat della banca Carifermo di Villa Musone di Recanati, in provincia di Macerata a pochi passi tra i comuni di Loreto e Castelfidardo. Ma in questo caso, il gruppo non è riuscito a centrare l’obiettivo. Ci ha riprovato venti minuti dopo, attorno alle 3,50 quando, con la stessa tecnica, è stato preso di mira  il bancomat della banca Monte dei Paschi di Siena – filiale del comune di Monte Urano. Colpo senza risultato, anche in questo caso.

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