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Cronaca Oria

Furti, estorsioni, droga e ricettazione: quattro arresti

Devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti aggravati, furti in abitazione, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti quattro persone arrestate all'alba dai carabinieri

ORIA – Devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, furti aggravati, furti in abitazione, ricettazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti quattro persone arrestate all’alba dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana al comando del capitano Nicola Maggio, in sinergia con i militari della locale stazione diretti dal maresciallo Borrello.

Le manette ai polsi sono scattate per Giuseppe Fullone, 47 anni, di Mesagne, Dario Castrovillari, 32 anni, di Latiano, Salvatore FULLONE GIUSEPPE CLASSE 1979-2Schiavone, 25 anni, di Oria, Cosimo Tomauolo, 27 anni, anche lui di Oria. Questi sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in regime di domiciliari emessa dal gip del tribunale di Brindisi dal gip Tea Verderosa, su richiesta del pm Savina Toscani.

Le indagini in realtà sono state coordinate dal pm Marco D’Agostino. L’attività degli inquirenti ebbe inizio nell’aprile 2013, a seguito di un furto in abitazione. A partire da quell’episodio i carabinieri hanno allargato l’orizzonte investigativo, risalendo non solo ai cinque arrestati ma anche ad altre 28 persone che risultano indagate a piede libero.

Il sodalizio smantellato dall’Arma dunque si è reso protagonista di 6 furti in abitazione e di 18 furti di autovetture, che poi, almeno in tre casi, sono tornate nelle mani dei proprietari attraverso il sistema del cosiddetto cavallo di ritorno. E’ stata inoltre documentata la detenzione di 93 grammi di hascisc e di marijuana a carico di un paio di indagati.

TAMAIUOLO COSIMO CLASSE 1989-2Nel corso delle indagini, in tre sono stati arrestati in flagranza di reato (1 nel mese di aprile e 2 nel mese di agosto 2013). Le richieste di arresto sono state presentate dunque dal pm Toscani. Questa però nel frattempo è stata trasferita presso un’altra procura. Il fascicolo quindi adesso si trova sulla scrivania del suo collega Carluccio.

Nel corso delle indagini i carabinieri hanno fatto ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali. Insospettiti dall’esorbitante numero di furti di auto che si registravano per le vie di Oria fra il 2013 e il 2014 ai danni di privati cittadini che poi, con modalità poco chiare, ritrovavano le stesse integre e in un lasso di tempo abbastanza ridotto, i carabinieri hanno subito ipotizzato che le vittime fossero costrette a versare delle somme di denaro per riavere indietro il mal tolto, sottostando alle richieste estorsive di un gruppo ben organizzato.

Tale sospetto ha trovato poi un riscontro oggettivo. I militari hanno monitorato complessivamente 32 persone (i 4 arrestati più i 28 denunciati), captando delle conversazioni telefoniche e ambientali in cui si utilizzavano espressioni di facile comprensione. Quando infatti “un interlocutore esortava l’altro ad ‘andare a lavorare’ – si legge nell’ordinanza – voleva intendere l’adoperarsi al fine di commettere un delitto contro il patrimoni”.

Termini come “compare” o “aver comprato” venivano utilizzati “per indicare un bene di provenienza illecita”. Quando qualcuno diceva che “erano venute delle persone”, in realtà intendeva che “si erano presentati degli individui che in qualità di persone offese volevano ritornare in possesso del bene rubato o che in qualità di ricettatori volevano acquistare il bene di provenienze illecita”. Se si riveriva a un altro che “stava facendo”, omettendo altri particolari, secondo gli inquirenti andava inteso che fosse “nella piena fase esecutiva della commissione di un delitto contro il patrimonio”. E poi si ricorreva al termine “caffè”, per indicare una cospicua somma di denaro.

I carabinieri sono riusciti a identificare i vari interlocutori delle conversazioni telefoniche grazie alla coscienza pregressa di gran parte di essi, già noti alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. 

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