Furti in abitazione, cinque imputati di Brindisi: due orefici accusati di ricettazione
La Procura chiede il processo per Aldo Cigliola, Giuseppe Polito, Fabio Spagnolo, Vincenzo My e Umberto My. Fra i denuncianti, un dj e un dipendente del Comune: gli rubarono anche le chiavi di una delle auto di rappresentanza dell’Ente
BRINDISI – Furti in abitazione tra Brindisi e la provincia di Lecce, 26 colpi in due mesi, stando a quanto contestato dalla Procura che, a conclusione dell’inchiesta della Mobile, ha chiesto il processo per cinque brindisini, tra i quali due orefici con l’accusa di ricettazione dei gioielli oggetto di furto.
Gli imputati
Il rinvio al giudizio del Tribunale è stato chiesto per: Aldo Cigliola, 45 anni (nella foto accanto); Giuseppe Polito, 36; Fabio Spagnolo, 34; Vincenzo My, 73, e Umberto My, 50, padre e figlio. Sono tutti di Brindisi e sono a piede libero in questo procedimento, di fronte a capi di imputazione contestati con riferimento al primo bimestre del 2012.
L’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Brindisi è stata fissata per la prossima primavera: in quella sede si confronteranno il pubblico ministero titolare del fascicolo dell’inchiesta delegata alla Squadra Mobile di Brindisi e i difensori degli imputati. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Simona Cuomo del foro di Bari, Gianvito Lillo, Antonio Savoia, Paolantonio D’Amico e Gianluca Palazzo del foro di Brindisi.
Il pm: "associazione finalizzata ai furti"
Il sostituto procuratore Manuela Pellerino ha contestato “l’associazione per delinquere” nei confronti di “Cigliola, Polito e Spagnolo”, allo “scopo di commettere più furti in abitazione, dal 26 gennaio 2012 sino al 23 febbraio, data in cui i tre furono arrestati dagli agenti della sezione Antirapina. I colpi ricostruiti nei capi di imputazione sono 26 e sono stati “commessi Galatone il 26 gennaio 2012 (due le abitazioni prese di mira), a Lecce il successivo 30 gennaio (anche in questo caso due le abitazioni svaligiate), ancora a Lecce il 4 febbraio (due colpi messi a segno) e poi a Trepuzzi il 6 febbraio, a San Vito dei Normanni il 14 febbraio e sempre nel giorno di San Valentino a Carovigno, il giorno dopo a Brindisi.
Sempre a Brindisi, stando al capo di imputazione, sarebbe stato consumato il furto in un’abitazione il 12 gennaio del 2012 e un mese dopo, sempre in città. A Brindisi i tre sarebbero entrati in azione anche il 18 febbraio successivo.
Gioielli, computer, denaro contante e oggetti della Thunn
Il più delle volte, come si legge nella richiesta di rinvio al giudizio del Tribunale, i tre si sarebbero “introdotti nelle abitazioni, forzando una finestra”, generalmente quella del salotto o della camera da letto. Avrebbero preso “gioielli e pietre preziose, soldi in contanti, orologi, computer, libretti di risparmio, play station, Ipad”, persino “oggetti in ceramica di marca Thunn”. In un’occasione venne sottratto un fucile automatico calibro 12, regolarmente detenuto.
Il dj e il dipendente del Comune di Brindisi
Tra le abitazioni svaligiate, quella di un dj di un’emittente radiofonica locale e quella di un dipendente del Comune. In quest’ultimo caso, oltre ai gioielli furono rubate le chiavi di una delle auto di rappresentanza dell’Ente e del garage nel quale erano parcheggiati i mezzi dell’Amministrazione cittadina.
La ricettazione
Nei confronti di My, padre e figlio, l’accusa è di “ricettazione in concorso perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquistavano o comunque ricevevano vari monili d’oro, proventi di furti in abitazione”, ha scritto il pubblico ministero. Accusa che i due indagati hanno sempre respinto.
Fonti di prova
Fonti di prova sono le informative della Squadra Mobile di Brindisi, corredate dalle denunce sporte da 13 persone, alle quali si aggiungono le “intercettazioni” e i video registrati dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’oreficeria.