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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Gamba tranciata nella centrale Enel: “Imputati da condannare”

La requisitoria del pm: "Lesioni personali gravissime ai danni di un lavoratore interinale". Chieste pene comprese tra un anno e un anno e sei mesi per i dirigenti di Cerano e della ditta Teodoro Cannone. L'incidente avvenne il 12 maggio 2009

BRINDISI – Per la Procura di Brindisi sono tutti colpevoli di lesioni personali gravissime i dirigenti Enel e della ditta Teodoro Cannone, finiti sotto processo per l’incidente avvenuto all’interno della centrale Enel di Cerano sette anni fa, quando un lavoratore interinale perse una gamba tranciata sotto un carrello: il pm ha chiesto al Tribunale di condannare le sette persone fisiche a pene comprese fra un anno e un anno e sei mesi e ha chiesto anche di affermare la responsabilità delle due persone giuridiche. La requisitoria su quanto avvenuto il 12 maggio 2009 porta la firma del sostituto procuratore Antonio Costantini, titolare del fascicolo d’inchiesta da cui è scaturito il dibattimento arrivato oggi alla discussione.

Il pm Antonio CostantiniIl pm ha chiesto al Tribunale di affermare la responsabilità penale e, quindi, di condannare a un anno e sei mesi Antonino Ascione,  responsabile pro tempore dell’Unità di Business di Cerano; Fausto Bassi, delegato alla salute, Igiene e Sicurezza sul lavoro nella centrale; Roberto Perrone, responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, nella stessa centrale e  Aldo Cannone, titolare dell’appalto per il “nolo a caldo di sollevamento e trasporto.

Il pubblico ministero ha chiesto di condannare alla pena di un anno  Antonio Ribezzi, assistente del contratto d’appalto stipulato con la ditta Cannone; Cosimo Marzo, responsabile dell’impianto denominato Sec all’interno del sito di Cerano e  Franco Saponaro, capocantiere e coordinatore dei lavori realizzati dalla Cannone srl.

Tutte le persone fisiche, “agendo in cooperazione tra loro, nonché con più condotte attive e omissive, anche indipendenti, cagionavano lesioni personali gravissime ad Alessandro P”, che per le ferite riportate perse la gamba sinistra, rimasta tranciata di netto nello schiacciamento sotto al carrello che stava manovrando. Il giovane era stato assunto dall’Agenzia interinale Obiettivo Lavoro spa ed era stato assegnato con un “contratto di somministrazione a tempo determinato alla ditta Cannone Teodoro il 17 aprile 2009, con le mansioni di operaio addetto all’assemblaggio manuale”.

Secondo la Procura, così come il primo giudice, sarebbe stato “impropriamente adibito, tra l’altro oltre l’orario ordinario di lavoro, alla guida di un carrello elevatore pur essendo privo di qualsivoglia abilitazione in tal senso e nonostante quell’impegno non fosse stato previsto nel contratto”: la ricostruzione dei fatti ha portato a sostenere che il giovane, il giorno in cui si è verificato l’incidente, era stato destinato alla guida del carrello con il “compito di prelevare dei sacchi in plastica contenenti cristalli di sale e di trasportarli e accatastarli presso un’area di stoccaggio adibita a deposito temporaneo”.

Oltretutto – si legge nel capo di imputazione – senza poter contare sul “supporto di un altro lavoratore, in un ambiente pericoloso perché presentava innumerevoli” ostacoli sul percorso rappresentati dagli stessi cristalli di sale. La strada, stando alla documentazione fotografica raccolta, era priva di segnaletica orizzontale e verticale. In questo contesto è avvenuto il ribaltamento del carrello sul fianco sinistro che ha causato lo “schiacciamento, con successiva amputazione, del corrispondente arto inferiore del lavoratore”.

vincenzo farina-2Nell’impostazione del sostituto procuratore Antonio Costantini, ci sono tutti gli estremi per affermare e contestare penalmente la “colpa” come imprudenza, negligenza e imperizia, “con pulrime violazioni della normativa specifica sulla sicurezza sul lavoro”. In particolare, secondo il pm, Ascione avrebbe omesso di “effettuare un’adeguata verifica della idoneità tecnico-professionale dell’impresa appaltatrice e dei lavoratori in relazione alle operazioni da svolgere, di fornire adeguate informazioni sui rischi e di predisporre un adeguato Documento unico di Valutazione dei rischi da interferenza.   Quest’ultima contestazione è stata mossa anche nei confronti di Bassi e Perrone.                                                                                         

Quanto a Cannone, sempre seguendo l’accusa, avrebbe permesso a un lavoratore esterno di mettersi alla guida del mezzo, anche se non aveva il titolo per farlo, né era stato adeguatamente preparato. La società Enel e alla ditta Cannone, sono imputate in relazione all’illecito amministrativo legato alla fattispecie di reato delle lesioni personali perché i rispettivi dirigenti “non osservavano compiutamente i doveri di vigilanza” e per questo  il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto l’applicazione di sanzioni pecuniarie pari – rispettivamente – a 500 quote e a 300. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Vincenzo Farina, Daria Palminteri, Franco Fanuzzi e Tommaso Marrazza.

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