Gattina impiccata: denuncia Lav
BRINDISI - Avrebbero collocato filo spinato nello spazio di confine tra due balconi: trappola letale per la gattina bianca della vicina di casa, morta impiccata. Per questa ragione i rappresentanti della Lav di Brindisi hanno formalizzato una denuncia nei confronti di quattro persone, due coniugi e di un uomo e di sua figlia, per uccisione di animali ai sensi dell'articolo 544-bis del Codice penale.
BRINDISI - Avrebbero collocato filo spinato nello spazio di confine tra due balconi: trappola letale per la gattina bianca della vicina di casa, morta impiccata. Per questa ragione i rappresentanti della Lav di Brindisi hanno formalizzato una denuncia nei confronti di quattro persone, due coniugi e di un uomo e di sua figlia, per uccisione di animali ai sensi dell'articolo 544-bis del Codice penale.
La vicenda risale ai primi giorni di ottobre quando Bianca, così si chiamava la gattina, venne trovata dalla sua proprietaria, Ada, sospesa per il collo a un intricato filo spinato, rimasta prigioniera di quella gabbia mortale costituita da una serie di lacci di ferro e da numerosi pezzi di vetro. La “barriera anti intrusione” era stata collocata dai vicini di casa della signora Ada, nello spazio di confine tra i rispettivi balconi, e non era stata rimossa nonostante le continue richieste della signora, e la disponibilità espressa dalla stessa a predisporre alcuni pannelli per impedire a Bianca l'accesso al balcone, per la realizzazione dei quali si attendeva l'autorizzazione condominiale.
“Quanto è accaduto - afferma Francesca Gramazio, dell'Ufficio legale della Lav - è un tragico esempio di intolleranza nei confronti degli animali, un comportamento inaccettabile eticamente e illegale. Era evidente, infatti, l'elevato rischio di morte per un gatto che fosse passato vicino al groviglio di filo spinato collocato al confine tra i balconi”.
“La morte di Bianca - aggiunge il responsabile Lav settore Cani e gatti, Ilaria Innocenti - non deve rimanere impunita. Simili tragedie devono essere prevenute sia attraverso la sensibilizzazione della cittadinanza sia attraverso il monitoraggio e la rimozione di dispositivi utilizzati per limitare l'accesso agli animali, che possano recare loro un danno o la morte”.
Sulla vicenda nei giorni scorsi aveva preso posizione anche l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa), che oltre a presentare una prima denuncia penale contro i presunti responsabili dell’impiccagione del gatto per il reato di maltrattamento grave di animale, causandone la morte, aveva annunciato la volontà di costituirsi in giudizio.