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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Gazebo sul lungomare Regina Margherita, il Tar di Lecce respinge il ricorso del "Bar Betty"

BRINDISI – Il giudice ha respinto il ricorso presentato dal titolare del “Bar Betty”, uno dei più famosi bar di Brindisi, posto sul lungomare Regina Margherita, contro l'Amministrazione comunale, che nel 2004 con un'ordinanza aveva ordinato la demolizione dei gazebo posti proprio di fronte all'ingresso del bar. Non solo: il Tar di Lecce ha anche condannato il titolare, Gaetano Greco, a pagare le spese in giudizio, pari a mille euro.

BRINDISI – Il giudice ha respinto il ricorso presentato dal titolare del “Bar Betty”, uno dei più famosi bar di Brindisi, posto sul lungomare Regina Margherita, contro l'Amministrazione comunale, che nel 2004 con un'ordinanza aveva ordinato la demolizione dei gazebo posti proprio di fronte all'ingresso del bar. Non solo: il Tar di Lecce ha anche condannato il titolare, Gaetano Greco, a pagare le spese in giudizio, pari a mille euro.

Per raccontare l'intera vicenda, occorre risalire nientemeno che al 2001, anno in cui il Bar Betty ottenne l’autorizzazione ad occupare con tavolini e sedie, fino al mese di ottobre dello stesso anno, una porzione di suolo pubblico proprio davanti all’ingresso del bar. Nel 2002, dopo l’accertamento dell’occupazione abusiva del suolo pubblico, il titolare chiese il rinnovo dell’autorizzazione, concesso per tutto il 2003. In quello stesso anno, l’Amministrazione consentì sia una modifica delle fasce orarie sia l’installazione di quattro cappottine parasole. Ma il 15 gennaio 2004, l’Ufficio Tecnico Comunale rilevò che Greco non avesse provveduto a rimuovere le cappottine, che erano state poste in adiacenza, formando un unico ambiente delimitato da un telo plastificato, griglie, fioriere e corpi illuminanti ed al cui interno erano posizionate tre stufe a gas. Da qui, l’avvio del procedimento di demolizione e di quello di revoca dell’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico. Il 13 febbraio 2004 il Comune emanò l’ordinanza di rimozione.

Secondo i giudici del Tar di Lecce, “non può non osservarsi come Greco avesse reiteratamente violato i termini e le prescrizioni alle quali le autorizzazioni rilasciategli erano puntualmente condizionate: i gazebo che egli avrebbe dovuto rimuovere dopo il 30 settembre 2003 venivano trovati ancora sul posto al momento del sopralluogo del gennaio 2004 e peraltro risultavano instalati con modalità che all’evidenza stravolgevano i contenuti dell’autorizzazione, essendo fra di loro accostati a formare un’unica struttura di 100 metri quadri, chiusa e riscaldata con stufe. In tale contesto, dunque, ben poteva il Comune ordinare la rimozione delle strutture abusive”.

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