rotate-mobile
Cronaca Torchiarolo

Giovani e pensionati nelle vigne di Libera

TORCHIAROLO - E’ proprio il caso di citare De André quando diceva che dal letame nascono i fior: dai terreni confiscati alla mafia è nata uva pregiata che in questi giorni sta per essere trasformata in vino. E’ infatti in corso la vendemmia nel cuore del Salento che negli anni Novanta e anche un po’ nei Duemila fu feudo esclusivo della criminalità organizzata. E’ ormai una tradizione che si ripete e ogni volta che il processo chimico che trasforma il mosto in vino va a buon fine è una emozione incredibile.

TORCHIAROLO - E’ proprio il caso di citare De André quando diceva che dal letame nascono i fior: dai terreni confiscati alla mafia è nata uva pregiata che in questi giorni sta per essere trasformata in vino. E’ infatti in corso la vendemmia nel cuore del Salento che negli anni Novanta e anche un po’ nei Duemila fu feudo esclusivo della criminalità organizzata. E’ ormai una tradizione che si ripete e ogni volta che il processo chimico che trasforma il mosto in vino va a buon fine è una emozione incredibile.

I terreni sono quelli di Torchiarolo sottratti alla Sacra corona unita, la villetta in cui ci si organizza per la vendemmia e si promuovono le iniziativa più disparate, griffate “Libera contro tutte le mafie”, l’associazione di Don Ciotti, apparteneva un tempo a Tonino Screti, colui il quale fu un fiancheggiatore della Scu e che si è visto sottrarre molti dei suoi beni.

Per il secondo anno consecutivo pensionati da tutta Italia, insieme con i giovani, per lo più studenti medi e universitari, sono al lavoro nei campi confiscati alla mafia per la vendemmia dell'uva. E' quello che avviene in questi giorni a Torchiarolo, in provincia di Brindisi, nella Cooperativa ''Libera Terra - Libera Puglia'', con i campi antimafia e i laboratori della legalità democratica promossi dal sindacato pensionati della Cgil, lo Spi, insieme a Cgil, Libera e Arci.

A Torchiarolo, presso la villa confiscata a Tonino Screti, decine di pensionate e pensionati stanno lavorando insieme ai gruppi di giovani e giovanissimi che hanno aderito alle attività dei campi antimafia: il loro lavoro porterà  alla realizzazione dei vini ricavati dalle uve di Negroamaro e dedicati a Hiso Telaray, il lavoratore migrante che si ribellò al caporalato nel Foggiano e che fu per questo ucciso nel 1991 in provincia di Brindisi.

''Anche sui luoghi di lavoro bisogna lottare contro la mafia'', spiega il segretario nazionale dello Spi, Cgil Ivan Pedretti, arrivato in questi giorni a Torchiarolo, per incontrare i pensionati e i giovani impegnati nelle attività  dei campi dell'antimafia.

''Uno dei dati più interessanti in questi incontri tra generazioni - aggiunge - è la possibilità di trasmettere la memoria di battaglie sindacali per i diritti dei lavoratori pagate anche con la vita da chi ha contrastato con coraggio lo strapotere delle organizzazioni mafiose infiltrate nel mondo del lavoro''.

Tutto questo, mentre la criminalità organizzata ''utilizza - ricorda l'organizzazione sindacale - le sue armi più vili per colpire quei luoghi, con le intimidazioni, incendiando il grano pronto per essere raccolto (come è avvenuto a giugno nei terreni confiscati a Mesagne, nel brindisino), con la violenza che ferisce indelebilmente il territorio e chi vi vive lottando per un futuro di dignità e legalità''.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giovani e pensionati nelle vigne di Libera

BrindisiReport è in caricamento