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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Campagna vaccinazione anti Papilloma: "Lettera arrivata troppo tardi"

E' arrivata quanto l'appuntamento in ambulatorio fissato dall'Asl era già passato la lettera destinata a una 25enne, nell'ambito della campagna di prevenzione

BRINDISI  - Gli ormai cronici ritardi delle “Poste Italiane” rischiano di vanificare la campagna di prevenzione anti “Papillomavirus” lanciata dalla Asl Brindisi attraverso il progetto “Amati, Proteggiti, Vaccinati”. L’azienda sanitaria sta invitando le donne che hanno compiuto il 25esimo anno d’età a recarsi in ambulatorio per sottoporsi, gratuitamente, al vaccino anti papilloma, attraverso una lettera recapitata a casa.

"Martedì 14 marzo – racconta alla redazione di BrindisiReport un cittadino – è arrivata una missiva in cui mia figlia, 25enne, veniva invitata a recarsi in laboratorio in un giorno e ad un orario riportati in neretto: il 13 marzo 2017, dalle ore 8,30 alle 11. Già, proprio così: il giorno prima. L’appuntamento era ormai passato e mia figlia non poteva più vaccinarsi gratuitamente, non per sua colpa”. Inizialmente il nostro lettore ha pensato a un errore da parte dell’Asl. Ma l’azienda non c’entra nulla.

“La lettera – spiega il papà – come attestato dal timbro sulla busta, è stata spedita il 3 marzo dall’’azienda sanitaria locale Br’ situata in via Napoli. Sono le poste Italiane che l’hanno recapitata dopo ben 11 giorni al destinatario. Ma come è possibile che ci vogliano così tanti giorni per far viaggiare una lettera in città? E’ inaccettabile un disservizio di questo tipo”.

Non sappiamo se anche altre 25enni, oltre alla figlia del nostro lettore, non abbiano potuto usufruire della campagna di vaccinazione a causa del ritardo con cui è arrivato l’invito.  Il servizio postale, ad ogni modo, da tempo è motivo di profondi disagi per la cittadinanza. Basti pensare alle lunghe e interminabili file che si formano ogni giorno presso l’ufficio postale di piazza Crispi, all’esterno della stazione, dove confluiscono le raccomandante non giunte a destinazione. E gli utenti, oltre al danno di non aver ricevuto in tempo bollettini e quant’altro, devono anche subire la beffa delle ore di attesa allo sportello, per colpe non loro. 

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