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Cronaca

Giurisdizione e nave, ancora rinvio

Giurisdizione e nave, ancora rinvio

KOCHI – Ancora rinvii nella vicenda dell’incidente del 15 febbraio scorso, in cui il nucleo del Reggimento San marco a protezione della petroliera Enrica Lexie in caso di eventuali attacchi di pirati, è accusato dalle autorità indiane del lo stato del Kerala di aver causato la morte di due pescatori che erano a bordo di una imbarcazione scambiata per un natante all’attacco della nave. Il tribunale del Kollam che si occupa delle indagini penali non è ancora giunto ad una decisione, stabilendo altre due settimane di custodia cautelare per i due marò, acconsentendo al loro interrogatorio da parte della polizia locale. Ma oggi è stata rinviata anche, per l’ennesima volta, la decisione sulla competenza a giudicare il fatto (per ora, va detto, non è affatto certo che siano stati i marò italiani a sparare, e non perdonale imbarcato su un’altra nave), su cui si deve pronunciare invece l'Alta Corte del Kerala a Kochi.

Il giudice in questo caso ha nuovamente disposto lo slittamento della decisione sulla giurisdizione per esaminare una memoria presentata oggi dagli avvocati dell’amministrazione del Kerala, in cui si ribadisce che la giurisdizione da applicare nell'incidente in mare è quella indiana. Tesi fortemente contrastata invece dagli avvocati che difendono i marò, per i quali come sostiene anche il governo italiano ha prevalenza la competenza dell’Italia a giudicare, essendo l'incidente avvenuto in acque internazionali, e comunque valgono le normative che tutelano i militari in missioni estere antipirateria e antiterrorismo. E nell'udienza di oggi l'Italia ha presentato una nuova memoria per rafforzare la tesi della competenza della giustizia italiana a giudicare i due marò per l'incidente in cui sono morti due pescatori indiani.

Il direttore centrale per l'Asia della Farnesina, Andrea Perugini, che si trova Trivandrum – sede del carcere dove sono detenuti i due marò -  per il coordinamento della delegazione italiana in Kerala, ha detto che «la memoria insiste sulla immunità funzionale di cui godevano i marò». Intanto anche la sezione speciale dell'Alta Corte del Kerala che invece si occupa solo del rilascio della petroliera Enrica Lexie, ha rinviato oggi sia pure di un altro giorno la sentenza riguardante la nave ritenuta implicata nell'incidente in mare di metà febbraio in cui sono coinvolti due marò. La sezione d'appello, composta dai giudici Manjula Chellur e V. Chidambaresh, era stata chiamata in causa dai famigliari dei due pescatori indiani morti nell'incidente che si sono opposti all'ordine di rilascio emesso ieri dal giudice di primo grado P.S. Gopinathan. Il ricorso è stato ammesso sulla base del fatto che ai magistrati è sembrata ad un primo esame poco congrua la cauzione fissata di 30 milioni di rupie (440 milioni di euro).

Riprende invece in mano il bandolo delle relazioni diplomatiche con l’Italia il ministro degli Esteri indiano, Krishna, dopo le esternazioni di rottura da parte del premier del Kerala, Chandi : «È il tribunale a dover decidere come può essere risolta l'impasse» sulla vicenda dei due marò italiani arrestati in India. Krishna raffredda dunque i toni  e riporta il caso sul piano giudiziario è oggi il ministro degli Esteri indiano S.M. Krishna dopo un incontro a Trivandrum con Chandi. Il primo ministro del Kerala aveva ieri insistito sul fatto che il processo ai due militari, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, debba essere celebrato in India.

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