rotate-mobile
Cronaca

Guerra di mala, nuovi indagati. Le intercettazioni: “Prendi i passamontagna”

Rillo, interrogato dal gip, sceglie il silenzio. Il giudice: “Attività criminale in forma professionale e abituale”. Mistero sulle armi: mai trovate

BRINDISI – Ha scelto di nuovo il silenzio davanti al gip del Tribunale, Claudio Rillo, 23 anni, di Brindisi, dopo il secondo arresto nell’inchiesta sulla "guerra di mala" in atto lo scorso autunno in città. Ha optato per la facoltà di non rispondere di fronte alla nuova accusa mossa dalla Procura, nella ricostruzione di un’aggressione ai danni di un brindisino, con esplosione di colpi di pistola, allo scopo di sottrargli l’auto, una Jhon Cooper Works.

L’inchiesta

RILLO Claudio, classe 1995-2Rillo, difeso dall’avvocato Cinzia Cavallo, è ristretto nel carcere di Brindisi. Nell’inchiesta principale è accusato di aver preso parte all’assalto al portavalori Cosmopol, il 6 novembre 2017. Azione contestata in concorso con Antonio Lagatta, ritenuto a capo di una fazione contrapposta a quella che – secondo l’impostazione seguita dalla Procura – sarebbe stata guidata da Antonio Borromeo. Entrambi in carcere, con accuse confermate dal Riesame e imputati in attesa di processo con rito abbreviato. Così come Michael Maggi, Alessio Giglio e Diego Pupino, tutti accusati di aver preso parte alla rapina che fruttò 25mila euro, somma che i vigilantes prelevarono dal Mc Donald’s del centro commerciale BrinPark.

Nuovi indagati

Potrebbero esserci stati altri brindisini nel gruppo. Per la Procura, nel furto dell’auto Jhon Cooper, ci sarebbe stato almeno un altro brindisino, rimasto indagato a piede libero, le cui generalità sono riportate nel provvedimento di arresto eseguito dai carabinieri del Norm di Brindisi mercoledì scorso. Avrebbe preso parte all’azione posta in essere la sera del 28 ottobre 2017 in via Fulvia, angolo con via Carlo Gnocchi.

Stando alla ricostruzione dei militari, così come risulta dall’ultima informativa di reato depositata al pm Simona Rizzo il 19 luglio scorso, il proprietario dell’auto venne “bloccato per il collo e per un braccio”, venne “minacciato con una pistola” da uno dei banditi mentre un altro lo incitava a sparare.

La pistola

L’arma, una calibro 7,65, stando ai risultati della perizia balistica, è la stessa usata il 10 ottobre e il 13 successivo, per “esercitazioni” del gruppo. Ma non è mai stata trovata. Con quella pistola, la sera del 28 ottobre, qualcuno del gruppo sparò mentre il proprietario dell’auto fuggiva a piedi. Trovò riparo in un negozio della zona e qui riuscì a chiamare il centralino della questura.

Il passamontagna e l’intercettazione

MAGGI Michael, classe 1994-3Avevano tutti il passamontagna, pantalone di tuta di colore scura e felpe.  Grave indizio di colpevolezza per Rillo, Lagatta e Maggi, così come emerge nel provvedimento di arresto, è costituito dalle celle che i telefonini cellullari hanno agganciato pochi minuti prima dell’azione per sottrarre l’auto e subito dopo. Per l’altro, rimasto a piede libero, la cella risulta distante due chilometri da quella che serve la zona di via Fulvia, rione Cappuccini. Avrebbe agganciato quella che si trova nel quartiere Bozzano.

Per Maggi (nella foto al lato) e Lagatta (foto in basso), inoltre, c’è una conversazione intercettata in auto mentre i due cercano di mettersi al telefono con un’altra persona, estranea ai fatti: “I cosi dobbiamo andare a prendere, i passamontagna, capito”, dice Maggi all’altro. E Lagatta: “E dove ce li hai?”. “Ti ricordi dove li abbiamo lasciati”. I due non parlano più dei passamontagna, perché nel frattempo il terzo a cui avevano chiamato, non risponde e iniziano a imprecare.

Per raggiungere via Fulvia, il gruppo avrebbe usato l’Alfa Romeo Giulietta, successivamente destinata per l’assalto al portavalori. La Giulietta è stata rubata poche ore prima della tentata rapina della Jhon Cooper: era parcheggiata in via Ponte Ferroviario, lato via Appia.

Il gip sulle esigenze cautelari

LAGATTA Antonio, classe 1995-2Secondo il gip Vittorio Testi, “le specifiche circostanze e le modalità di consumazione del reato oggetto di addebito cautelare sono certamente espressione di un’attività delittuosa posta in essere in forma professionale e abituale”. Quanto a Rillo, “fa evidentemente parte di un gruppo criminale connotato da una spiccata pericolosità sociale, dovuta anche alle frequentazioni assidue, gruppo la cui operatività è stata frenata solo dal provvidenziale  intervento delle autorità inquirenti e dall’emissione di provvedimenti di fermo e ordinanze di custodia cautelare, tra novembre 2017 e marzo 2018”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Guerra di mala, nuovi indagati. Le intercettazioni: “Prendi i passamontagna”

BrindisiReport è in caricamento