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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

“Ha violato il divieto di tornare a Carovigno”: assolto

Maurizio Cannalire era stato fermato dai carabinieri a Penna Grossa: il pm aveva chiesto la condanna a sei mesi. La difesa: "Aveva sbagliato strada e stava facendo inversione"

BRINDISI – Secondo l’accusa si era reso responsabile di aver violato il divieto di far ritorno a Carovigno, per la difesa aveva semplicemente sbagliato strada: Maurizio Cannalire, brindisino, 56 anni, è stato assolto dal Tribunale perché il fatto non sussiste.

CANNALIRE Maurizio, classe 1960La sentenza è stata pronunciata nella giornata di ieri dal giudice Barbara Nestore e dà ragione alla difesa dell’imputato sostenuta dall’avvocato Luca Leoci, difensore di fiducia di Cannalire (nella foto) finito sotto processo per un fatto contestato dai carabinieri tre anni fa.

Il primo novembre 2013 venne fermato sulla complanare, direzione Carovigno, all’altezza dello svincolo per Penna Grossa, da una pattuglia dei carabinieri: Cannalire spiegò già in quella circostanza -  sostiene il penalista – di aver sbagliato strada e di essere alla ricerca del posto giusto per fare inversione di marcia. Anche perché aveva dimenticato il borsello a casa all’interno del quale c’erano documenti che gli servivano. Circostanza ripetuta in udienza, in sede di discussione.

I militari verificarono documenti dell’auto  e patente e scoprirono che a carico di Maurizio Cannalire c’era un foglio di via obbligatorio emesso dal questore di Brindisi il 23 febbraio precedente, notificato il successivo 8 marzo, con il quale si ordinava il divieto di fare ritorno nel comune di Carovigno e nelle frazioni di competenza della stessa Amministrazione comunale.

Penna Grossa in effetti ricade nel territorio di Carovigno, nulla quaestio. Il punto secondo la difesa era altro: nessuna prova per sostenere che Cannalire stesse effettivamente violando il foglio di via, dato che lo stesso aveva ammesso di aver sbagliato strada e di essere alla ricerca dello spazio giusto per invertire la marcia.

Secondo il pubblico ministero, al contrario, la violazione era dimostrata e per questo aveva chiesto la condanna alla pena di sei mesi. Il Tribunale, in composizione monocratica, è arrivata a conclusione differente e ha pronunciato sentenza di assoluzione con formula piena. Novanta giorni di tempo per conoscere le motivazioni.

luca leoci-2Ieri, mentre il giudice Nestore assolveva Cannalire, lo stesso era imputato con l’accusa di ricettazione nel processo scaturito dall’inchiesta chiamata Malavita, sull’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di una serie di reati, tra furti e rapine, per lo più nel rione Santa Chiara.

Il sodalizio, secondo il pubblico ministero Iolanda Daniela Chimienti, avrebbe avuto Tiziano Cannalire, figlio di Maurizio, nel ruolo di capo e per questo sono stati chiesti sette anni di reclusione. Per Maurizio Cannalire, invece, il conto presentato dal rappresentante della pubblica accusa si è fermato a un anno e otto mesi, al netto della riduzione di un terzo, per la scelta del rito alternativo all’ordinario. Padre e figlio sono difesi da Luca Leoci (in foto).

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