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Cronaca

Revisori su università: “rendicontazione delle spese non verificata”

Per la seconda volta in pochi mesi, i revisori dei Conti bacchettano il Comune di Brindisi sul fronte del polo universitario che si trascina in avanti con un debito fuori bilancio di quasi tre milioni di euro: "Rendicontazione delle spese non verificata", hanno scritto di nuovo i componenti del Collegio invitando l'Amministrazione a dare attuazione a quanto previsto dalla convenzione. Perché a quanto pare dal giorno del "battesimo" ad oggi non ci sarebbe neppure una contabilità separata

BRINDISI – Per la seconda volta in pochi mesi, i revisori dei Conti bacchettano il Comune di Brindisi sul fronte del polo universitario che si trascina in avanti con un debito fuori bilancio di quasi tre milioni di euro: “Rendicontazione delle spese non verificata”, hanno scritto di nuovo i componenti del Collegio invitando l’Amministrazione a dare attuazione a quanto previsto dalla convenzione. Perché a quanto pare dal giorno del “battesimo” ad oggi non ci sarebbe neppure una contabilità separata.

L’eredità passiva rimane pendente, con tutto il peso vista la dimensione del debito, in attesa che si pronunci il Consiglio comunale di Brindisi. Quando non è dato saperlo, presumibilmente al rientro dalla pausa estiva, a settembre. Ma il punto è se quella somma trova o meno capienza nelle disponibilità finanziarie dell’Amministrazione, dubbio sollevato dall’opposizione di centrodestra che di recente ha alzato il tiro della contestazione organizzando una petizione popolare per chiedere le dimissioni del sindaco e della Giunta di centrosinistra. Prima ancora, c’è da chiedersi come mai alla contabilità del polo universitario made in Brindisi non sia stata data la giusta attenzione, come peraltro previsto dalla convenzione.

Lo hanno chiesto al Comune i revisori, quelli nuovi, Antonio Simone, presidente, e Raffaele Petracca e Alberta Caterina Colella. Non una volta, ma due nell’arco degli ultimi tre mesi: la prima in corrispondenza dell’approvazione del conto consuntivo 2014 a fine maggio, la seconda in occasione dell’adozione del bilancio di previsione 2015 il 27 luglio scorso, ma non c’è stata alcuna risposta per le vie ufficiali. E leggendo le lettere spedite dal Collegio, si scopre che in realtà i richiami recenti non sono gli unici, visto che la prima obiezione in materia di tenuta dei conti, risale niente di meno che al 2012, quando l’Organo di controllo interno era presieduto da Vittorio Dell’Atti, preside della Facoltà di Economia dell’Università degli studi di Bari (componenti Massimo Mangiameli e Rita Saracino).

Nel carteggio tenuto a Palazzo di città, spunta un parere del 26 novembre 2012, richiamato poi il 18 dicembre dell’anno successivo, nel quale sono stati sollevati tre richiami, fatti propri dai nuovi revisori. In primo luogo “non è stata in alcun modo verificata e validata dagli uffici preposti al Comune di Brindisi, la rendicontazione delle spese previste dall’articolo 20 della convenzione Immobili polo di Brindisi”.

Secondo i revisori, inoltre, “non vi è traccia della corretta applicazione dei criteri di rendicontazione di cui all’articolo 23 della convenzione, secondo cui le spese ammissibili devono risultare da una contabilità separata del progetto, mediante l’implementazione di un dedicato progetto-programma da iscrivere all’atto della sottoscrizione della stessa convenzione”.

Infine, “non vi è traccia di alcun documento, né di alcun verbale redatto dal Comitato di controllo previsto dall’articolo 4 del protocollo d’intesa sottoscritto in data 14 novembre 2005 tra la Provincia di Brindisi, la Camera di Commercio, il Consorzio Sisri, la Asl e l’Università di Lecce, così come richiamato dall’articolo 28 della convenzione”.

Risultato: due milioni e 980.949 euro e 14 centesimi accumulati negli ultimi anni, in attesa di essere saldati, altrimenti non c’è futuro per il polo, già ridimensionato con la cancellazione del corso di laurea in Scienze sociali, dirottato a Lecce.

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