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Cronaca

Recinzione portuale sbloccata dal Consiglio di Stato: bisogna trattare

Il Consiglio di Stato ha annullato del tutto, sempre in via cautelare e in attesa del giudizio di merito, l'ordinanza sindacale con cui il Comune di Brindisi era riuscito a far sospendere i lavori di installazione della brutta recinzione metallica

BRINDISI – Il Consiglio di Stato ha annullato del tutto, sempre in via cautelare e in attesa del giudizio di merito, l’ordinanza sindacale con cui il Comune di Brindisi era riuscito a far sospendere i lavori di installazione della brutta recinzione metallica del versante dell’area doganale del Seno di Levante che si affaccia su via del Mare.

Il Tar di Lecce infatti aveva accolto solo parzialmente il ricorso dell’Autorità Portuale avverso l’ordinanza, escludendo l’obbligo a rimuovere le opere già realizzate e al ripristino dello stato dei luoghi, ma confermando lo stop ai lavori. Da qui l’appello dell’authority al supremo organo di giustizia amministrativa per ottenere la revoca totale del provvedimento sindacale, ottenendo alla fine un’ordinanza favorevole dalla sesta sezione del Consiglio di Stato in sede giurisdizionale.

Quindi i lavori di recinzione possono riprendere, a meno che il Comune di Brindisi, in via extragiudiziale, non riesca a trovare una soluzione condivisa con il nuovo ente che nel frattempo ha sostituito e inglobato i porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi, l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Meridionale.

Tocca al sindaco Angela Carluccio chiedere ed ottenere un incontro con il nuovo presidente della Adsp, Ugo Patroni Griffi, per evitare che siano solo i giudici amministrativi a decidere se l’opera così concepita e in parte attuata, danneggi o meno la visione urbanistica del waterfront su cui è già stato investito parecchio. Resta peraltro da superare anche quella separatezza di azioni e visioni che dagli anni Novanta caratterizza le relazioni (quelle alla luce del sole) tra la città e l’ente portuale con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Insomma, se ci deve essere svolta, che svolta sia. Il Comune non mette in discussione le esigenze della security portuale, su cui invece all’authority sta puntando in sede di giustizia amministrativa, giungendo ad allegare all’appello una lettera di una compagnia di crociere per difendere la brutta (lo ripetiamo) rete metallica di via del Mare. Il punto è trovare un accordo su una struttura che sia meno impattante. Su questo l’ultima gestione dell’ente portuale ha opposto un diniego.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto prevalente, almeno in sede cautelare, l’esigenza di garantire la protezione dell’area doganale piuttosto che quella paesaggistica ed urbanistica sostenuta dal Comune, che nei suoi motivi si appella al fatto che l’authority avrebbe dovuto chiedere una autorizzazione specifica prima di procedere con le opere nel Seno di Levante, mentre l’ormai defunta Autorità Portuale sostiene che non si tratta di un’opera ex novo, piuttosto di una sostituzione di una vecchia recinzione che era già stata autorizzata.

Si può condurre su questo binario un nuovo rapporto sinergico tra i due enti, Comune di Brindisi e Autorità di Sistema Portuale? Molto dipenderà dal confronto con Ugo Patroni Griffi, piuttosto che dagli avvocati. Se si intende, dalle due parti, cambiare davvero registro e superare anche le sconcertanti e paradossali sovrapposizioni o capovolgimenti di funzioni e posizioni del passato. (In allegato, l'ordinanza del Consiglio di Stato)

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