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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Intervento/ La maledizione del servizio rifiuti: ora ci si mette anche il Tar

Il Tribunale amministrativo regionale di Lecce con ordinanza n. 553, accogliendo il ricorso proposto da Monteco, e ad adiuvandum da Ecologica Pugliese, ha sospeso l’efficacia del bando di gara relativo all'appalto indetto dall'Ambito Raccolta Ottimale Aro Br/2 per l'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani e rifiuti assimilabili del 9 settembre 2015

BRINDISI - Il Tribunale amministrativo regionale di Lecce con ordinanza n. 553, accogliendo il ricorso proposto da Monteco, e ad adiuvandum da Ecologica Pugliese, ha  sospeso  l’efficacia del bando di gara relativo all'appalto indetto dall'Ambito Raccolta Ottimale Aro Br/2 per l'affidamento del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani e rifiuti assimilabili del 9 settembre 2015. 

Una ordinanza che appare contraddittoria e per questo per certi versi incomprensibile in quanto mentre nella prima parte il tribunale asserisce che le stazioni appaltanti ( in questo caso il Comune) possono fissare requisiti di qualificazione tecnica ed economica più rigorosi e restrittivi di quelli minimi stabiliti dalla legge, al fine di tutelare meglio l’interesse pubblico (articoli 41 e 42 codice degli appalti), ritiene successivamente  che il Comune non avrebbe dovuto inserire la richiesta del requisito  del patrimonio netto. Non fa esplicitamente riferimento quindi al valore fissato nel bando di gara  di 50 milioni di patrimonio netto della impresa per partecipare alla gara.

Ma mi chiedo, avrebbe  sviluppato lo stesso ragionamento se fosse stato fissato un valore di  30, 10 o addirittura 1 milione? Ma da quali altri  elementi, che il Tar non esplicita, si  poteva rilevare l’affidabilità delle imprese con le quali sottoscrivere un contratto del valore di 230 milioni di euro oltre Iva e oneri di smaltimento? Un assunto di questo tipo  toglie di fatto la possibilità concessa dalla legge alle stazioni appaltanti di fissare requisiti più ristretti in funzione della ricerca di imprese affidabili, perché ci sarà  sempre la possibilità teorica di poter asserire, che quel requisito possa essere stato posto in violazione  dei principi di concorsualità e di ampia partecipazione delle imprese.

Il Comune potrebbe ricorrere immediatamente al Consiglio di Stato per affermare questo diritto, ma non credo che  lo farà, né credo aspetterà l’udienza del 27 gennaio prossimo per la trattazione del merito. In pratica il nuovo bando di gara, per essere corretto, non deve contenere  il requisito del patrimonio netto. E’ sufficiente quindi eliminare  completamente quel requisito. Una situazione che ripropone il problema dell’affidamento del servizio in scadenza alla metà del mese di novembre. Al rinnovo alla stessa ditta, già  previsto nella precedente ordinanza contingibile urgente dell’affidamento diretto del servizio dello scorso maggio, che destava qualche perplessità in quanto risultava carente di quelli elementi, che potevano motivare e fare da supporto a quella decisione, riferiti  ai risultati conseguiti precedentemente dalla stessa ditta, al grado di efficienza e di efficacia  del servizio.

Sembra proprio una maledizione per questa città. Non si riesce a cambiare  registro. Non si è mai riusciti negli ultimi 20 anni a  dare stabilità al sistema, a migliorare la qualità del servizio. A  uscire dalla precarietà indotta dai tanti  affidamenti brevi, da proroghe, dalle  ordinanze contingibili ed urgenti, dai  contenziosi giudiziari, che hanno inciso sulla qualità e sui costi sempre più indigesti del servizio pagato dai  brindisini. Con i effetti  in termini di pulizia  e raccolta dei rifiuti che i cittadini subiscono ogni giorno sulla propria pelle.   

Intanto sono già  trascorsi quasi 1000 giorni da quando  l’Aro doveva indire la gara e  siamo tornati ancora una volta al punto di partenza, nonostante la giunta regionale  avesse ritenuto sufficienti 90 giorni allo scopo. E non è detto che sia finita qui, perché versosimilmente per effetto dei tempi necessari alla pubblicazione e espletamento della gara, agli  immancabili ricorsi al Tar, il problema potrà verosimilmente riproporsi il prossimo maggio 2016.

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