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Cronaca

Il calvario dei marò e il rischio di ripercussioni sui loro colleghi

L'articolo di Michele Serra pubblicato il 27 maggio su repubblica sul rientro dall'India del Secondo Capo Salvatore Girone, ha suscitato, sui social network, moltissime reazioni - alcune virali - da parte di tanti ex colleghi

L’articolo di Michele Serra pubblicato il 27 maggio su repubblica sul rientro dall’India del Secondo Capo Salvatore Girone,  ha suscitato, sui social network,  moltissime reazioni – alcune virali – da parte di tanti ex colleghi che, hanno letto,  nelle parole di Serra, l’ostilità che una parte della sinistra – la più estrema – ha, da sempre, manifestato nei confronti dei militari in genere e, in particolare, nei confronti dei due ragazzi ingiustamente trattenuti in India e per così lungo tempo.

Anche se, forse, l’articolo poteva essere evitato o,  quantomeno,  scritto con un taglio diverso, non credo che l’intenzione di Serra fosse quella di manifestare ostilità nei confronti dei nostri ragazzi, ma piuttosto verso una parte del ceto politico – di governo ed di opposizione .

Quello che è certo è che da oltre quattro anni, Latorre e Girone, per aver eseguito degli ordini superiori,  stanno vivendo un calvario che non si esaurirà con il rientro di Girone, sebbene il suo rientro in famiglia ci renda tutti colmi di gioia.

In qualunque Paese  “civile”, questa reiterata ed interminabile “negazione dei diritti umani”, perpetrata nei confronti dei due ragazzi da parte marò-risposta-india-2dell’India – uno Stato federale con ampi poteri in mano alle singole Regioni – senza che venisse formulato un singolo capo d’accusa, non sarebbe solo inconcepibile, ma neppure tollerato.

Ma, evidentemente, tutti si affrettano a firmare ed a ratificare i Trattati e le Convenzioni  Internazionali, salvo poi, disapplicarli a casa loro.

Qui, il vero aspetto peculiare di tutta la faccenda non è se debbano essere processati qui o in India, se siano innocenti (cosa di cui io, avendoli conosciuti in servizio, sono certo) o meno; il vero problema, apparentemente ignorato dalla nostra classe politica e dai media (e, temo, anche dai vertici militari) è: cosa passerà per la testa del prossimo ragazzo in divisa che, imbracciando un arma, vedrà dei terroristi o dei pirati avvicinarsi?

Farà il suo dovere di militare e, obbedendo agli ordini ed alle regole di ingaggio, interverrà  contro i terroristi o i pirati oppure, in quegli attimi,  penserà al calvario di Latorre e Girone (e delle loro famiglie) e, per paura che gli interessi economici del suo Paese vengano prima dei suoi diritti, desisterà dall’intervenire?? Magari causando la perdita di vite umane di commilitoni?

È questo, a mio personalissimo parere, che, oggi, si dovrebbero chiedere i nostri vertici nazionali ed i media. 

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