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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Il capitano dei carabinieri fu trasferito ingiustamente. Rilievi infondati

BRINDISI – Il maggiore Luca Romano, comandante della compagnia carabinieri di Brindisi, non andava trasferito. Il motivo addotto dal Comando generale dell’Arma era pretestuoso, per cui tale trasferimento ad altra sede è stato annullato. Anche se, allo stato, è ininfluente sotto il profilo della sede perché l’ufficiale, all’epoca capitano, nel frattempo è stato promosso maggiore e quindi obbligatoriamente destinato ad un comando superiore rispetto alla compagnia.

BRINDISI – Il maggiore Luca Romano, comandante della compagnia carabinieri di Brindisi, non andava trasferito. Il motivo addotto dal Comando generale dell’Arma era pretestuoso, per cui tale trasferimento ad altra sede è stato annullato. Anche se, allo stato, è ininfluente sotto il profilo della sede perché l’ufficiale, all’epoca capitano, nel frattempo è stato promosso maggiore e quindi obbligatoriamente destinato ad un comando superiore rispetto alla compagnia.

Lo ha stabilito il Tar di Lecce, Terza sezione presieduta da Antonio Cavallari, che ha depositato il 19 maggio in motivi. I fatti risalgono al 2006 quando Luca Romano, salentino di nascita, viene su due piedi, e prima che finisca il termine previsto per il comando della compagnia, trasferito ad altra sede. E’ il 13 febbraio del 2006. Romano si affida all’avvocato Adriano Tolomeo e si rivolge al Tar. Tribunale che concede la sospensiva del provvedimento di trasferimento, che impugnato viene revocato dal Consiglio di Stato nel 2007.

Secondo Romano il trasferimento avrebbe motivi “sanzionatori e poggerebbe su fatti travisati o inesistenti”. Nella relazione del comando generale del 13 novembre 2006 si afferma che “le ragioni del trasferimento sono da rinvenirsi nella proposta di movimento avanzata dal Comando regionale il 25 giugno precedente. Proposta avanzata perché il capitano Romano ha manifestato non poche difficoltà nel percepire la delicatezza del ruolo ricoperto e la sua attività ha chiesto frequenti interventi di guida e indirizzo”.

Gli episodi di particolare rilievo vengono pure indicati: “Difficoltà nel rintracciare l’ufficiale a seguito di una sparatoria nel comune di Squinzano; ritardo ad una cerimonia in cui era presente il ministro dell’Interno; il recarsi con frequenza in provincia di Lecce, dove risiede la sua famiglia; valutazioni critiche del prefetto di Brindisi”.

Il Tar esamina uno per uno questi “appunti” mossi all’ufficiale e verifica che sono tutti infondati. Romano nell’occasione della sparatoria fu rintracciato immediatamente; alla cerimonia con il ministro si era presentato puntualmente, a casa andava quando gli era consentito e cioè nei giorni liberi e il prefetto non aveva mai espresso apprezzamenti negativi sul suo operato”.

Per questi motivi il Tar ha accolto il ricorso del maggiore Romano, importante sul piano dell’immagine. Il maggiore, nel frattempo, ha ritirato un secondo ricorso al Tar inoltrato contro la scheda di valutazione nei suoi confronti. L’ha ritirato perché nel frattempo il Comando dell’Arma ha ammesso l’errore commesso e l’ha modificata riconoscendo i meriti di Romano.

Luca Romano è stato per diversi anni comandante della compagnia carabinieri di Brindisi. Con il suo comando la compagnia portò a termine numerose e importanti operazioni. Poi sorsero i contrasti, inspiegabili, con il Comando regionale. Che chiese il suo trasferimento poggiandolo su dati che il Tar ha ritenuto palesemente non reali.

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