rotate-mobile
Cronaca

Il consulente dell'Enel: "Sui campi c'era carbone"

BRINDISI - “Era carbone, e io lo specificavo perché ritenevo fosse così e che fosse un dato importante anche per via delle conseguenze sui prodotti”. E sulla filiera alimentare. L’agronomo Michele Trotti è stato spesso consulente dell’Enel. In aula, oggi, è stato ascoltato come teste del pm Giuseppe De Nozza e non si è mostrato allineato alla tesi dell’azienda.

BRINDISI - “Era carbone, e io lo specificavo perché ritenevo che fosse così e che si trattassi di un dato importante, anche per via delle conseguenze sui prodotti”. E sulla filiera alimentare. L’agronomo Michele Trotti è stato spesso consulente dell’Enel, in passato. Ma in aula, oggi, durante il processo per l’insudiciamento dei campi e dei prodotti della terra di Cerano, ascoltato come teste del pm Giuseppe De Nozza, non si è mostrato affatto allineato alla tesi dell’azienda che produce energia.

Se è carbone, allora non si può asserire il contrario. E per Trotti lo è, stando alle caratteristiche “fisiche” osservate. Non vi sono altre sostanze, secondo l’esperto, quali ad esempio diserbanti o prodotti per l’agricoltura, che si presentano allo stesso modo. E’ un dato “estetico”, è un dato soprattutto sostanziale nell’economia del processo a carico di 15 persone per la dispersione di polveri di carbone dal carbonile e dal nastro trasportatore della centrale Enel Federico II. Trotti è stato controesaminato dagli avvocati difensori degli imputati, fra cui figurano 13 dirigenti Enel e 2 imprenditori locali che rispondono di danneggiamento e getto pericoloso di cose.

Il consulente ha spiegato di non aver mai eseguito analisi chimiche perché non richiesto, ma di aver effettuato diversi sopralluoghi sui terreni vicini alla centrale e di aver specificato nelle relazioni stilate, potendolo ricavare dalle caratteristiche fisiche, di aver rilevato polveri di carbone sui prodotti agricoli. Gli accordi transattivi tra Enel e gli agricoltori sono stati oggetto di approfondimento da parte degli investigatori della Digos che hanno condotto le indagini su fenomeni di dispersione avvenuti fino al 2010, ma poi attualizzati dal pm con l’estensione dei capi di imputazione fino al novembre del 2013. L’Enel, i cui testi saranno ascoltati in seguito, sostiene invece che non vi sia prova alcuna per sostenere che la coltre scura osservata sui campi possa essere polvere di carbone.

Nelle udienze trascorse la sfilata di contadini che possiedono appezzamenti in quelle aree: tutti hanno confermato di aver subito danni alle colture per via delle dispersioni di polveri nerastre. Altri testimoni hanno parlato dei contratti di compravendita proposti da Enel, ritenuti una forma di risarcimento danni. In un caso sarebbero stati proposti anche a un agricoltore che non era proprietario del terreno. Si è parlato anche, più di una volta, delle perdite in termini di guadagno dovute alle difficoltà di piazzare sul mercato prodotti sporcati dalle polveri. Per l’accusa a diffondersi sulle coltivazioni di ortaggi, meloni e uva era ed è ancora oggi il carbone impiegato dalla centrale Enel.

Gli imputati sono Lorenzo Laricchia, responsabile del nastro trasportatore del carbone, difeso da Tommaso Marrazza e Michele Laforgia); Giuseppe Varallo, 50 anni, responsabile nastro trasportatore; Diego Baio, 53 anni, responsabile protempore dell’ufficio Ambiente e sicurezza di Cerano (Marrazza e Nanni); Calogero Sanfilippo, Luciano Pistillo e Antonino Ascione (Marrazza e Nanni), tutti e tre ex responsabili dell’Unità di business Brindisi-Cerano, e l’ex capo centrale Vincenzo Putignano (Marrazza). Quindi Luca Screti, 40 anni, residente a San Pietro Vernotico, titolare della ditta “Nubile” (avvocato Di Serio) e Aldo Cannone, 59 anni, brindisino, titolare della impresa omonima (avvocato Giorgio Rainò), addetti al trasporto carbone; Sandro Valery, responsabile protempore area business Enel Produzione (Marrazza e Nanni); Fausto Bassi, Unità Business Cerano (Marrazza e Marchioro); Giammarco Piacente, unità operativa Esercizio Ambiente e Sicurezza a Cerano (Marrazza e Marchioro); Fabio De Filippo, stesso settore di Piacente (Marrazza e Marchioro); Massimo Distante, Movimentazione combustibili Cerano; Giovanni Madia. Parti civili il Comune e la Provincia di Brindisi, Greenpeace, Salute pubblica, Legambiente, Medicina democratica oltre ai numerosi proprietari dei terreni vicini alla centrale e i No al Carbone, che si sono potuti costituire dopo l’estensione del capo di imputazione. Responsabili civili sono Enel Produzione e le ditte Cannone e Nubile di Brindisi.

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il consulente dell'Enel: "Sui campi c'era carbone"

BrindisiReport è in caricamento