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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il corteo 5/ La pasionaria dell'Uds

BRINDISI – “Quando vedo crollare quello in cui credo, dopo un pò mi sollevo e riparto da zero”. Brindisi, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Torino, Roma, oggi l’Italia c’era al corteo, organizzato dagli studenti di “Io non ho paura”, a Brindisi, per ricordare Melissa Bassi uccisa e per le altre ragazze rimaste ferite dell’attentato di sabato 19 maggio (e per non dimenticare). Chi ha radunato e chi ora rappresenta gli occhi e la voce non solo dei giovani ma di tutto il Paese, è una ragazza di soli 17anni, lei è Martina Carpani, la coordinatrice provinciale dell’Unione degli Studenti di Brindisi. Oggi c’erano circa 7mila giovani in piazza, cinquemila per la questura.

BRINDISI “Quando vedo crollare quello in cui credo, dopo un pò mi sollevo e riparto da zero”. Brindisi, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Torino, Roma, oggi l’Italia c’era al corteo, organizzato dagli studenti di “Io non ho paura”, a Brindisi, per ricordare Melissa Bassi uccisa e per le altre ragazze rimaste ferite dell’attentato di sabato 19 maggio (e per non dimenticare). Chi ha radunato e chi ora rappresenta gli occhi e la voce non solo dei giovani ma di tutto il Paese, è una ragazza di soli 17anni, lei è Martina Carpani, la coordinatrice provinciale dell’Unione degli Studenti di Brindisi. Oggi c’erano circa 7mila giovani in piazza, cinquemila per la questura.

Occhi piccoli ma che sprigionano, coraggio, futuro e lealtà. Una voce che rimanda note che entrano nella pelle, fino a farla vibrare. Un volto che rappresenta la forza di volere e pretendere un diritto: il futuro. “Non si può morire a 16 anni mentre si va a scuola”. A dirlo è lei, la piccola ma già grande Martina Carpani. “Il riscatto deve partire da noi studenti– ha dichiarato la coordinatrice Uds  –. La manifestazione di oggi ‘Io non ho Paura’ è nata per ricordare la nostra compagna Melissa ma anche per incanalare la paura e reagire perché noi questo mondo fatto di violenza non lo vogliamo. Siamo uniti, oggi ci sono a Brindisi giovani da tutta Italia e tutto questo rappresenta la vera risposta a ciò che è successo otto giorni fa. Volevano rinchiuderci nelle nostre case con addosso la paura? No, noi diciamo no!”

Martina Carpani è un fiume in piena. E’ un mix di emozioni, rabbia, caparbietà, coraggio. E’ la voglia di vivere. Lei ci mette la faccia, perché difende il suo futuro, la sua strada, i suoi sogni (automaticamente difende quello di tutti gli altri studenti, giovani, tutti). Dice no a chi ha cercato di sottrarre, a loro giovani, i desideri, le speranze, i sogni e i progetti. Martina Carpani, a soli 17 anni, non ha colore politico (come qualcuno di età più grande di lei) lei è il cuore e la testa, lei è il colore della democrazia del domani.

“A noi non interessa – ha continuato Carpani durante la manifestazione in piazza Vittoria - la matrice dell’attentato, se terroristica, se mafiosa, se è stato un folle, a noi interessa che tutti siamo uniti per non sentirci abbattuti dall’attentato del 19 maggio scorso. Noi siamo indignati per quello che è successo ma siamo forti e faremo vincere la cultura sulla violenza. Contrasteremo l’ignoranza ritornando a scuola, sui banchi. Sabato scorso abbiamo visto la pagina più nera della nostra vita, quello che è successo a Melissa, poteva succedere a noi e noi non vogliamo vivere in un mondo così schifoso. Vogliamo vivere in un mondo dove non si può morire a 16 anni”.

Un jeans, una maglia e scarpe da ginnastica e una mente, tanto tanto grande. Per essere “grandi” c’è davvero bisogno di poco. Martina Carpani, nella sua semplicità, è la portavoce di un malessere che vuole trasformarsi in bene. Oggi non c’erano cravatte, giacche, auto blu, lampeggianti. Oggi c’era lei, insieme ad altri settemila ragazzi (circa) ad urlare a questo mondo, che loro vogliono democrazia e legalità.

“Basta intervistare i mafiosi – ha concluso la ragazza – Non ci interessa che i protagonisti della Sacra Corono Unita, ci rispondono che se dovessero prendere l’attentatore c’è lo porterebbero morto, devono capire che loro sono sbagliati. Sono persone che hanno rovinato il nostro futuro. Devono capire che non sono i potenti dello Stato. Siamo noi la notizia, oggi. Siamo noi che dobbiamo parlare perché ad essere colpiti siamo stati noi, dalle persone ‘sbagliate’”.

Nella vita bisogna scegliere dove stare. Nella vita, bisogna saper scegliere. Si sbaglia, si vince, si va avanti, si cade e ci si rialza ma non bisogna mai farsi schiacciare, mai mollare, bisogna lottare, per i propri ideali, per i propri desideri, bisogna difendere la propria vita, bisogna battersi contro i mulini a vento. Melissa Bassi, purtroppo, non l’ha potuto fare, ma la risposta che oggi, tutti i giovani hanno dato con la loro presenza, ha anche rivendicato il nome, la voce, gli occhi e i sogni di Melissa. “Melissa è viva ed è qui con noi” ripetevano durante il corteo i settemila giovani. (Le foto sono di Margherita Bardaro)

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