Il dramma degli sfrattati: "Da martedì dormiremo in auto con i nostri figli"
La tenda posizionata fuori Palazzo di Città e che da qualche giorno era diventata la loro casa, è stata nuovamente fatta smontare questa mattina (lunedì 23 febbraio), ma la protesta delle dieci famiglie sfrattate prosegue ugualmente senza sosta. Oggi sono, infatti, otto giorni che i cittadini coinvolti nella vicenda manifestano contro il Comune
BRINDISI - La tenda posizionata fuori Palazzo di Città e che da qualche giorno era diventata la loro casa, è stata nuovamente fatta smontare questa mattina (lunedì 23 febbraio), ma la protesta delle dieci famiglie sfrattate prosegue ugualmente senza sosta. Oggi sono, infatti, otto giorni che i cittadini coinvolti nella vicenda manifestano contro il Comune, rivendicando una casa e un luogo sicuro dove vivere, ma ancora non c’è traccia di una soluzione che possa metter fine a questo stato di agitazione.
Gli sfrattati stamattina erano sempre al solito posto, stanchi e amareggiati, alla ricerca spasmodica di nuove notizie che, però, non sono arrivate. Chiamata in causa per l’ennesima volta, l’amministrazione comunale ha preso ancora un po’ di tempo per risolvere la questione, quello necessario per riorganizzare gli uffici comunali con gli annessi servizi interessati. Va aggiunto, infatti, che proprio in mattinata qualcosa si è mosso in merito alla mobilità del personale del Comune e che adesso, non resta altro che aspettare qualche giorno perché tutto sia completamente definito. Ma questo non interessa ai cittadini che, invece, dopo un incontro avuto con l’assessore con delega al “Patrimonio e casa” Antonio Ingrosso, continuano a chiedere con urgenza di essere ascoltati, affinché vengano soddisfatte al più presto le loro esigenze.
“Stamattina su ordini del sindaco – affermano i cittadini – gli agenti della Polizia Municipale ci hanno fatto smontare la tenda, non capiamo perché e soprattutto non condividiamo questo modo di fare. Domani (martedì 24 febbraio, ndr) molti di noi, se non proprio tutti, dovranno lasciare la casa quindi, non avendo un posto dove andare, saremo costretti a dormire e a vivere insieme ai nostri figli nelle macchine perché nessuno si è preoccupato di trovarci una sistemazione.”
Tra gli sfrattati c’è anche chi ha gravi problemi di salute e che è costretto a fare la spola tra una piazza e l’altra della città, cambiando panchina in base a quella che è più o meno libera. Il tutto – secondo quanto raccontano i cittadini – sotto gli occhi indifferenti degli amministratori della città.
“Sono giorni - proseguono - che chiediamo un incontro con il sindaco che si rifiuta di parlarci. E’ ormai una settimana che va avanti questa storia, ci troviamo di fronte a fiumi di parole assolutamente inutili a cui non crediamo più. Abbiamo anche richiesto una abitazione di emergenza, anche andando temporaneamente in un residence, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta. Come al solito siamo in attesa nella speranza che questo incubo possa finire il prima possibile, non solo per noi, ma soprattutto per i nostri figli.”
D’altra parte, c’è l’amministrazione comunale che sta lavorando intensamente per mettere fine a questa storia, ma ci vorranno ancora dei giorni per risolvere il problema. Tutto – secondo quanto dice l’assessore – va fatto nei tempi e nei modi adeguati.
“Ho incontrato questa mattina – spiega Ingrosso – i cittadini e sono stato molto chiaro con loro: devono avere pazienza e fiducia nel nostro lavoro. Non è vero che qui nessuno se ne frega niente perché vi assicuro che ci dispiace profondamente di tutti coloro che si trovano in questa situazione. Bisogna fare, però, le cose per bene, riorganizzare gli uffici e confrontarsi continuamente, in maniera precisa, con i Servizi sociali per evitare di incappare negli errori. Ci vorrà ancora qualche giorno affinché tutto rientri nella norma, ma ci occuperemo delle esigenze e delle richieste di ognuno e nei limiti del possibile aiuteremo coloro che ne avranno bisogno.”