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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il Ferrohotel, una "favela" in centro

BRINDISI – Il cancello d’ingresso, dopo lo sgombero di due anni fa, è stato sigillato. Ma basta davvero poco per scavalcarlo o, in alternativa, saltare il muretto che separa lo stabile dalla rete ferroviaria. Il Ferrohotel, così, è tornato a essere un fatiscente ricovero per senzatetto.

BRINDISI – Il cancello d’ingresso, dopo lo sgombero di due anni fa, è stato sigillato. Ma basta davvero poco per scavalcarlo o, in alternativa, saltare il muretto che separa lo stabile dalla rete ferroviaria. Il Ferrohotel, così, è tornato a essere un fatiscente ricovero per senzatetto. L’ex ostello dei ferrovieri, ben visibile dal cavalcavia De Gasperi, è sprovvisto di luce, acqua e servizi igienici. Gli occupanti, per lo più emigranti di origine africana, utilizzano il cortile perimetrale della struttura come latrina.

I residenti di un condominio situato a ridosso dell’immobile, dicono di aver visto svuotare dall’alto dei contenitori pieni di urina. E il liquido va a mescolarsi con la distesa di rifiuti che circonda la palazzina, alta cinque piani. E’ insopportabile, soprattutto nelle giornate afose, il fetore proveniente dalla distesa di spazzatura che dal cancello arrugginito situato a pochi metri da Canale Patri, si estende fino alla recinzione confinante con le rotaie.

In mezzo a centinaia di buste di plastica, si scorgono lattine di tonno, barattoli di fagiolini, ossa e altri scarti di prodotti alimentari. La situazione, forse, è addirittura peggiorata rispetto al 13 luglio del 2011, quando carabinieri e vigili urbani sgomberarono una famiglia di 14 bulgari. Da allora, le porte di ingresso sono state murate. Ma i nuovi occupanti si sono creati un varco attraverso il quale accedere, senza troppe difficoltà, all’interno dei locali.

Di giorno, non c’è quasi nessuno. Nel tardo pomeriggio, quando gli emigranti rientrano dalle campagne, inizia il viavai di disperati lungo il passaggio ricompreso nei terreni di proprietà delle Ferrovie dello Stato, che collega piazza Crispi e via Bastioni San Giacomo al retro della palazzina.

E’ difficile stimare il numero degli occupanti. Stando alle indicazioni fornite da alcune persone, potrebbero essere poco più di una decina. Dormono su materassi lerci. Per lavarsi, usano una fontanella ubicata sui binari dismessi. Soffrono il caldo, d’estate, e il freddo, nei mesi invernali. Vivono, insomma, in condizioni disumane. In confronto, il dormitorio per immigrati di via Provinciale San Vito (nella versione antecedente al restyling al quale l’edificio è stato sottoposto pochi mesi addietro), era un albergo a 3 stelle.

Prima dello sgombero del 2011, l’ex ostello balzò tragicamente agli onori delle cronache il 23 marzo del 2009, quando uno sbandato, ex detenuto, uccise con una coltellata un immigrato rumeno di 24 anni e ferì gravemente un brindisino. Dopo l’evacuazione, il Ferrohotel è stato completamente trascurato e abbandonato dagli enti competenti. Inevitabile, quindi, vista anche l’assenza di controlli, che i clochard vi facessero ritorno. Ma appare davvero intollerabile che alle porte del centro storico, possa consumarsi uno scempio simile. (Fotoservizio Gianni Di Campi)

 

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